ISTANTANEE D’AUTORE
Ivo Pogorelich

Oltre a Stefan Milenkovic, a cui ho già dedicato un’Istantanea (https://www.internationalwebpost.org/contents/ISTANTANEE_D%E2%80%99AUTORE_24611.html#.Yf0VUOrMKUk), la Serbia mi ha regalato una seconda esperienza straordinaria: Ivo Pogorelich.
All’epoca del nostro incontro era tra i pochi pianisti famosi a livello internazionale e artista di punta della storica Deutsche Grammophon, leader della discografia mondiale.
Per prenotare un suo concerto bisognava provvedere qualche anno prima.
Io lavoravo per Mino Damato, ero addetto a contattare artisti internazionali per il suo show “Alla ricerca dell’arca” e quindi ero informatissimo su quelli che andavano per la maggiore in quel periodo.
Pogorelich aveva inciso da poco delle interpretazioni molto originali di Chopin, che lo avevano catapultato sull’Olimpo di un settore in cui si emerge solo se si è eccezionali.
La sua personalità artistica mi affascinava soprattutto perché si era imposta in giovanissima età.
Forte del nome della Rai, cominciai a corteggiarlo, insistendo educatamente affinché potesse fare una “scappata” a Roma come ospite del programma.
Riuscii a convincere la sua agente ottimizzando nel modo migliore quelle 24 ore che mi servivano in Italia e con un interessante compenso.
Giunse quel giorno ed ero molto emozionato perché ero cosciente di incontrare un artista che era già entrato nel Gotha della musica classica.
Attendendo l’arrivo del volo, cercavo di controllarmi e preparare le parole e i gesti che avrei usato nei primi istanti.
Tutto inutile perché apparve dalla porta scorrevole della zona off limits incedendo come un principe altero e quando mi avvicinai per presentarmi, guardandolo dal basso in alto, balbettai qualcosa che neppure io decifrai.
Come non capii il nome difficile della donna che lo accompagnava, una signora sulla cinquantina che in seguito vi dirò chi era.
Avviandoci verso l’automobile, mi faceva domande con molta grazia e ciò mi aiutò a tranquillizzarmi.
In fondo, pensavo e mi dicevo, abbiamo la stessa età, siamo due giovanissimi...Si, vabbè, ma lui è Pogorelich....
Tragitto per l’albergo, formalità alla reception, qualche minuto di attesa nella hall e poi in auto per raggiungere gli studi della Dear (attualmente dedicati a Fabrizio Frizzi).
Lo accompagnai nel camerino con pianoforte, come richiesto, mi fece accomodare su una poltrona, sedette al piano e cominciò a suonare.
Io guardavo le sue mani scorrere sulla tastiera chiedendomi se realmente in quel momento Pogorelich stesse suonando per me.
Ero in levitazione quando terminò, si voltò verso di me e disse “Questo è il primo brano che eseguirò. E questo è il secondo...” e ricominciò.
Finito anche l’altro, si girò, mi sorrise e chiese “Ti piacciono?”
Risposi “Maestro..” ma mi interruppe “Ivo... dovremmo avere quasi la stessa età vero?”
Allora risposi tornando improvvisamente me stesso “Si, abbiamo la stessa età e io ti ascolterei e ti osserverei anche se suonassi le scale musicali”
Rise di gusto e poi chiese “Dove può sedersi mia moglie durante lo show?”
Credo che in quel momento feci una delle figure più meschine della mia vita perché guardai allibito lui e lei, che aveva l’età di mia madre, come avevo letto quando feci la richiesta dei pass per entrare negli studi.
Il mio pilota automatico mi permise di riavermi subito e risposi che l’avrei accompagnata io.
Seppi in seguito che la signora Alica Kezeradze era stata la sua maestra, che era una pianista affermata e che il loro matrimonio durò fino alla morte piuttosto prematura di lei. E doveva essere stato un grande amore, vissuto nella musica sublime, visto che dalla sua morte lui non ha più inciso nulla e i suoi concerti sono rarissimi.
Non sono più riuscito a incontrarlo ma so che ha istituito una fondazione per aiutare i giovani talenti a farsi strada e che ha versato molti soldi per aiutare la città di Sarajevo, sia nei supporti sanitari di cui aveva necessità sia nella ricostruzione.
Non dispero di rivederlo; lo chiamerò Ivo e gli dirò che me lo chiese lui e che siamo sempre coetanei.
E gli svelerò le emozioni che provai.
(Le foto sono di proprietà dell’autore)
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