ISTANTANEE D’AUTORE
Teddy Reno

Il suo primo successo fu un programma radiofonico nel quale intervistò, tra gli altri, Frank Sinatra e Konrad Adenauer.
Da allora ha fatto di tutto: cantante, attore, produttore, talent scout....
Una delle sue scoperte eccezionali fu Rita Pavone, diventata poi sua moglie.
Quando io non ero ancora nato, lui era già tra i vincitori di alcuni Festival di Sanremo.
Lo conobbi la prima volta quando aveva 70 anni.
Venne a casa mia per trattare dei concerti negli Stati Uniti e, nonostante apprezzassi la sua carriera, reputai che fosse rischioso fare progetti su una persona “di una certa età”.
Una delle volte in cui il mio ragionamento ha fallito miseramente.
Esattamente 19 anni dopo mi ritrovai ad essere l’organizzatore di 3 suoi concerti a Napoli e a strabuzzare gli occhi ascoltando la sua voce potente e vedendo il pubblico in piedi ad applaudire.
Quel pubblico che non sapeva che Ferruccio (questo è il suo nome) aveva una vista ridottissima e si muoveva sul palco dopo averlo “misurato” mentalmente durante le prove.
Non lo sapevo neanche io fino a quel momento e potete immaginare con quanta ansia ero incollato alla quinta pronto ad intervenire e pregando che non fosse necessario.
Con fierezza informava tutti che stava per compiere 89 anni.
Quando ci salutammo, dopo giorni di pranzi e cene durante i quali avevo scoperto molto della sua vita, ero cosciente che fosse l’ultima volta che lo incontravo e che avevo vissuto un’esperienza di lavoro fuori dal comune.
Secondo ragionamento fallito.
Tre anni dopo, da direttore artistico del Premio Remigio Paone, decisi di invitarlo perché compatibile col tema della serata e volendo donare al pubblico un’esperienza unica, come avevo constatato precedentemente.
L’avevo appena visto cantare in piazza San Pietro per papa Francesco.
Stesso copione, prove per ambientarsi, voce potente, pubblico eccitatissimo e pranzi da diciottenne.
E un arrivederci a breve per discutere di alcune idee.
Passati pochi mesi, il suo pianista Fabio Urbani mi portò nella sua casa in Svizzera, dove viveva dal tempo del suo matrimonio.
Una villa immersa nel verde delle valli del Canton Ticino.
Quel giorno si aggiunse anche il piacere di incontrare Rita Pavone a cui dedicherò una specifica istantanea.
Due ore di piacevolissima chiacchierata a quattro, davanti al camino, in un salotto in cui sono esposte foto e cimeli di due carriere sopra le righe.
La foto con Elvis Presley, con dedica, tanto per fare un esempio...
Ad un tratto si alzò e disse: “Adesso andiamo a mangiare”.
E ci guidò in una trattoria di un borgo isolato nelle vicinanze.
E ancora una volta mi deliziai del cibo e dei suoi ricordi.
Ancora una volta avevo davanti un ragazzino che non ha niente a che fare con l’età anagrafica, che mi proponeva progetti da realizzare insieme.
E no, stavolta no!
Misi a tacere il mio ragionamento e accettai di intraprenderne un paio.
Ci congedammo dopo averne discusso i termini generali, con l’accordo che ci saremmo rivisti presto.
E’ capitato uno dei pochi ostacoli che avrebbero potuto bloccare il nostro entusiasmo e che ci separa da due anni: una pandemia mondiale.
Ma lui è lì che scalpita e aspetta con impazienza che tutto finisca per poter riprendere a seguire i suoi progetti.
Non ti preoccupare Ferruccio, ancora un pò di pazienza.
Tra pochi mesi avrai 96 anni, avremo tutto il tempo che vogliamo...
(Le foto sono di proprietà dell’autore)
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.