ITALIA, ENTRO IL 2023 FINIRÀ LA DIPENDENZA DAL GAS RUSSO

L’Italia non sarà più dipendente dalle forniture di gas provenienti dalla Russia. È questo l’annuncio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che evidenzia come il gas russo non sarà più un problema per il nostro Paese già a fine anno.
Riavvolgendo il nastro degli eventi, l’Italia ha importato negli anni, più gas proveniente dalla Russia rispetto a quello proveniente da altri Paesi. Con l’inizio della guerra in Ucraina però, l’esecutivo Draghi e l’Unione Europea hanno iniziato un processo di indipendenza dalle importazioni russe. Il precedente governo italiano si era quindi posto questo obiettivo per l’autunno-inverno del 2024. L’annuncio del Ministro Urso in tal senso certifica il raggiungimento di tale risultato anzitempo.
Numeri alla mano, nel 2021 la Russia pesava per il 40% delle importazioni totali di gas in Italia, scivolando al 25% nel 2022 grazie al governo Draghi e crollando definitivamente all’8% nel 2023. Riuscire a rimpiazzare in un così breve lasso di tempo il 40% delle importazioni è un risultato importante, favorito sicuramente dalle temperature miti di questo inverno, che hanno mantenuto i consumi bassi per la stagione. In virtù di ciò l’Italia ha chiuso il 2022 e l’inverno con una quantità record di gas negli stoccaggi, ovvero il 57% circa.
L’indipendenza raggiunta è stata possibile grazie all’ottimo lavoro svolto su questo tema sia dall’amministrazione Draghi che dal successivo governo Meloni. Decisivi sono stati gli accordi stretti tra ENI, per conto dell’esecutivo Draghi, ed altri Paesi partner come Libia, Egitto, Qatar e soprattutto Algeria. Proprio l’azienda italiana ha giocato un ruolo da protagonista. L’obiettivo è quello di sostituire tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2024 il gas dalla Russia dell’80%. Altra azione molto importante è stata quella inerente al GNL: il Gas Naturale Liquefatto ha subito e subirà forniture extra ed ai già tre rigassificatori in funzione si aggiungeranno gli impianti di Piombino e Ravenna. Per il primo impianto, la nave Golar Tundra, il Ministro Urso ha specificato che secondo i piani dovrebbe entrare in attività a maggio, con i suoi circa 5 miliardi di metri cubi di capacità. Per l’impianto di Ravenna invece bisognerà attendere la fine del 2024. Altre due azioni determinanti in questi due anni, e per il futuro, sono stati l’incremento della produzione di gas nazionale, che raddoppierà rispetto ai 3 miliardi di metri cubi dell’anno scorso ed i maggiori afflussi dal gasdotto Tap (Trans-Adriatico).
Dando uno sguardo ai dati dei primi mesi del 2023 si osservano chiaramente dei cambiamenti. Le importazioni di gas sono state così suddivise: per il 31,5% dall’Algeria, che di fatto è subentrata alla Russia, 25,8% GNL (Gas Naturale Liquefatto), per il 15% dal Nord Europa, 14,8% Azerbaigian, 8,8% Russia e per il 4,2% dalla Libia.
Il governo Meloni ha quindi completato brillantemente e senza problemi il processo di indipendenza dal gas russo iniziato dal governo Draghi. Il quesito più grande ora è quello però inerente alle questioni e tematiche climatiche. Tante sono le critiche sugli atteggiamenti ed azioni ambigue dell’Italia su questo argomento. I tanti investimenti sul gas e nei progetti esteri legati al carbone e petrolio di fatto hanno evidenziato come il nostro Paese stia facendo passi indietro rispetto agli accordi sul clima della Cop26 e sulla transizione ecologica dell’UE, il Green deal.
Il governo Meloni ha infatti prolungato il finanziamento di: progetti per l’estrazione e trasporto di combustibili fossili almeno fino al 2028, progetti di centrali elettriche a metano fino al 2023, esplorazioni ed estrazione di gas fino al 2026. Tuttavia, in parallelo a ciò, il Ministro Urso ha dichiarato di voler convocate un tavolo per discutere sulle materie prime critiche. L’incontro avrebbe come fine ultimo la predisposizione di un piano nazionale per la produzione e lavorazione, secondo gli obiettivi molto ambiziosi contenuti nel Critical Raw Materials Act, che mira a potenziare la produzione nell’Ue di tecnologie per raggiungere l’emissione zero di carbonio.
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