ITALIA MISTERIOSA

SULLE TRACCE DEL SANTO GRAAL

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Il Santo Graal è forse uno degli oggetti più noti al mondo, ed al tempo stesso su cui si hanno meno informazioni, meno certezze. Il Santo, o Sacro a seconda della tradizione, Graal, è stato descritto nei secoli come una coppa, un recipiente di varie fogge e dimensioni, vari materiali. Secondo alcuni il contenitore altro non era che il corpo umano, in cui si conservava la discendenza genetica di Cristo. Se esistesse potrebbe essere ovunque nel mondo, anche negli Stati Uniti, ad Oak Island, ma, seguendo una linea di pensiero che lo vorrebbe nascosto nel nostro paese, proviamo a vedere dove si dice potrebbe essere. Innanzitutto bisogna notare che tra i vari luoghi indicati dalla tradizione popolare, non figurano né Roma né il Vaticano, ed in effetti non c’è da stupirsene, poiché la tradizione cristiana non ammette oggetti magici, ma solo miracolosi, come il sangue dei santi o le reliquie religiose.

cms_6737/2.jpgPartendo dalla Puglia bisogna andare a Castel del Monte, in provincia di Andria, che secondo alcuni sarebbe sia rappresentazione della coppa sacra sia contenitore della stessa, in virtù dell’omaggio che rendevano i cavalieri templari alla struttura, prima di recarsi in Terra Santa.Dal tacco dello stivale si arriva alla punta, in Calabria, e precisamente sull’Aspromonte, dove si trova il dolmen di Pietra Cappa. La leggenda legata a questo luogo, narra della Decima Legione Fretense, la stessa responsabile della crocifissione di Gesù, nei cui ranghi c’era anche Lucius Artorius, il Re Artù del ciclo di storie sulla ricerca del Santo Graal. Inoltre, sempre Pietra Cappa, è il luogo da dove partirono i monaci fondatori dell’Ordine di Sion, a loro volta discendenti degli atlantidei sopravvissuti alla catastrofe. Questi monaci erano depositari della tradizione del Graal, e sotto questo gigantesco megalite si troverebbero gallerie in cui ancora oggi dimorerebbero discendenti dei templari.

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Mistero e leggenda, che ritroviamo anche in Abruzzo, a Lanciano, patria, sembra, del centurione Longino. Costui si dice fosse il soldato che ferì Gesù al costato mentre era sulla croce, e dopo essere stato bagnato dal sangue del Cristo guarì da una malattia agli occhi. E Lanciano ricevette da Federico II, colui che fece erigere Castel del Monte, lo status di Università Demaniale, ossia soggetta solo al potere dell’imperatore. Lanciano, così piccola eppure così importante, la città dove si verificò il primo miracolo eucaristico, con ostia e vino tramutati in carne e sangue durante una messa, reperti ancora conservati in un ostensorio all’interno della Chiesa di San Francesco. Reperti studiati, analizzati, verificati, di cui ovviamente è ignota l’origine. Se si considera che la chiesa sorge sul luogo dove si ritiene sia stato martirizzato Longino, il quale fuggendo dalla Terra Santa portò con se della terra su cui era caduto il sangue di Gesù, allora forse il Graal potrebbe essere la chiesa stessa. Ma Lanciano non è l’unico luogo in cui leggenda vuole Longino abbia incontrato la sua fine. Infatti recandosi a Mantova, scendendo nella cripta della Chiesa di Sant’Andrea, si può vedere un reliquiario con all’interno un’ampolla, dove è conservato il sangue trafugato da Longino. Da Mantova a Parma, per la precisione a Berceto, nel cui Duomo è conservato un oggetto, un calice di vetro appartenuto ad monaco francese, che proveniva da Rennes Le Chateau, forse la località che più di tutte ha ispirato teorici del legame tra Cristo e la Maddalena. Il calice venne trovato in modo fortuito nella tomba del monaco, sepolto esattamente sotto a dove viene celebrata l’eucarestia. Non solo il calice ma anche la raffigurazione sul portale del Duomo danno adito a considerazioni sul nascondiglio del Graal, poiché si vede un giovane raccogliere il sangue di Cristo crocifisso. Oltretutto la datazione di questa particolare coppa la farebbe risalire a prima dell’anno 1000. Per quale motivo un frate, proveniente da una zona così distante, avrebbe dovuto essere sepolto in una tomba senza iscrizioni, assieme ad un calice in vetro? Il Graal forse è passato per la nostra nazione, forse è ancora qui, e noi ripercorreremo le sue tracce.

P. V.

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