I BORGHI FANTASMA

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L’Italia offre molto per chiunque voglia visitarla, ed andando al di là dei luoghi comuni, che vogliono i turisti tedeschi a Rimini e quelli russi in Sardegna, si va dall’arte alla natura passando per il mare, la montagna, ed i fantasmi. Si, i fantasmi, ma non entità incorporee bensì borghi abbandonati, magari in seguito ad eventi naturali oppure dopo migrazioni per necessità economiche. I borghi fantasma sono ovunque, circa 6.000 sparsi sul territorio, a volte semplici ruderi nascosti dalla natura che si è riappropriata dei propri spazi mentre in altri casi si tratta di veri e propri agglomerati in cui si ode solo il rumore del vento.

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Partendo dal Veneto non si può non citare California, un paesino in provincia di Belluno sorto nella seconda metà del 1800 in seguito alla corsa all’apertura delle miniere di mercurio. Nel 1966, lo stesso anno della alluvione di Firenze, il paesino venne ricoperto da una enorme massa d’acqua, ed in seguito abbandonato, scegliendo di ricostruire a poca distanza un nuovo insediamento.

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In Trentino invece, vicino Ragoli, in provincia di Trento, si trova Irone, un borghetto abbandonato nel 1630 a causa di una epidemia di peste. Nel corso degli ultimi anni quelle vecchie case sono state abitate di nuovo, ma preservando il fascino delle strutture tardo medievali esistenti. In Umbria invece, vicino Perugia, esiste il Borgo di Biselli, abbandonato alla fine degli anni 70. Le costruzioni sono per la maggior parte diroccate, a parte la chiesa, restaurata nel 1986 e poi abbandonata nuovamente. Tutto intorno inoltre sono visibili antiche strade ed anche un tratto dismesso della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia. E sempre in Umbria sorge Marzana, abbandonato verso gli anni ‘30 del secolo scorso a causa dello spopolamento. Le strade e e le case spuntano improvvise tra il fogliame e gli arbusti, rendendo il luogo assolutamente scenografico, e quando tramonta il sole piccoli brividi corrono sulla pelle.

cms_6412/4.jpgNel Lazio non si può non citare Monterano, abbandonato all’inizio del 1800 a causa delle giovani leve chiamate alle varie guerre, ed oggi set cinematografico naturale, basti ricordare tra tutti il “Marchese del Grillo”, con la scena del prete Bastiano all’interno di una chiostrina diroccata tuttora esistente. In Puglia si trovano i resti di una delle tante comunità realizzate dal fascismo, Monteruga. Qui si coltivava l’oro del Salento, il tabacco, ma nel corso del tempo, perdendo la sua funzione, venne abbandonato, ed oggi l’immenso cortile ospita solo i ricordi di chi qui ha passato una vita intera. E poi ancora in Calabria si trova Africo, abbandonato negli 50 in seguito ad una alluvione, con i muri incastonati nel verde della vegetazione, mentre in Abruzzo si può fare un salto nel tempo visitando Faraone, transitando sopra un ponte che copre un fossato, ed immergendosi in atmosfere medievali.

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Ed ancora Craco, in Basilicata, famoso per essere stato set di numerosi film tra cui “La passione” di Mel Gibson, e Sorbo in Campania, Pastorale in Emilia, Palcoda in Friuli, dove trovarono rifugio i partigiani durante la seconda guerra mondiale, ed ancora nel Lazio si trova la città che muore, ossia Civita di Bagnoreggio, ed in Liguria il paese arrampicato sulle rocce di Aia. Ognuno di questi borghi dimenticati ha una storia da raccontare, attraverso i suoi muri diroccati e i resti di vite incise sui portoni, sulle case. I campanili che emergono da laghi artificiali ricordano le famiglie strappate alle loro esistenze, così come gli spiazzi rurali in cui cigolano vecchi dondoli sopravvissuti alla ruggine ed al tempo. L’Italia ha molte cose da mostrare appunto, e tante anche da scoprire, lasciando le strade percorse dalle automobili per inerpicarsi su viottoli celati da fronde e rami, passando su vecchie ferrovie abbandonate e scavalcando muri di cinta che proteggono solo i ricordi.

Paolo Varese

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