I BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA
Assergi (L’Aquila)

La storia di Assergi comincia molto prima dell’arrivo dei Romani. Il paese, infatti, ha origine vestine e fu fondato da una di quelle gente italiche che abitavano la Penisola prima che Roma espandesse i suoi confini.
L’antico paese di Assergi non occupava lo stesso luogo in cui sorge quello attuale, ma si trovava ad appena due chilometri di distanza dal centro di origine medievale, nel luogo detto in dialetto locale "Ju Forne", vicino alla cosiddetta "Fonte J’Annorse". Il nome di questo antico centro abitato era Prifernum, la cui etimologia rivela l’attività degli abitanti originari, cioè quello della lavorazione della silice nelle numerose fornaci presenti nella zona e di cui ancora oggi si conservano alcune vestigia, sottoforma di mura. Il nome Prifernum, infatti, deriva dalla composizione della preposizione latina "prae", cioè "davanti", e del sostantivo "furnus", cioè "forno".
Prifernum fu abbandonato, probabilmente, già dal II sec. a.C., per essere poi ripopolato nel momento in cui, in epoca romana, fu fondato nello stesso luogo il Castrum Asserici, in cui trovarono alloggio gli operai delle miniere di silice, che in parte veniva estratta proprio in queste zone ed in parte proveniva dal versante teramana, dalla valle detta "Siciliana", storpiatura linquistica di "Siliciana", cioè "della silice". I collegamenti tra Prifernum e la valle teramana "Siciliana" avvenivano attraverso l’antica strada romana Hatria - Pinna, che collegava Prifernum con Atri e Penne e di cui restano a testimonianza alcuni cippi militari del IV secolo d.C.
Il paese attuale di Assergi risale, invece, al periodo medievale, quando fu fondato il monastero benedettino di Santa Maria ad Silicem, da cui probabilmente deriverebbe anche il nome di Assergi, che originariamente doveva essere Asserice, come si legge nella Bolla che Papa Alessandro III indirizzò al vescovo di Forcona nel X secolo e nella Cedola di Tassazione per la Crociata proclamata da Papa Gregorio VIII nel 1187. Oggi, della chiesa originaria resta la bellissima cripta in cui si conservano le spoglie di San Franco, il Santo eremita morto in una grotta non distante i borghi di Assergi e di San Pietro della Ienca.
Nel XIII secolo, Assergi fu uno dei numerosi Castelli che contribuì alla fondazione della città di L’Aquila, in cui esisteva un antico quartiere appartenente al paese e di cui oggi resta solo il nome di una via, "Via Assergi" appunto, nei pressi del Castello Cinquecentesco.
Successivamente, Assergi divenne feudo delle famiglie romane dei Caffarelli e dei Cenci e partecipò alla spartizione dei terrenei sull’Altopiano di Campo Imperatore, sul Gran Sasso, di cui oggi è la porta principale per accedervi.
Con il tempo, tuttavia, e con l’emigrazione dal paese alla città di L’Aquila, Assergi perse gradualmente importanza, finché, nel XVIII secolo, non fu ricompreso dapprima nel circondario del più grande paese limitrofo, Paganica, e poi nel Comune di Camarda.
Nel 1927, quando il Comune di Camarda fu abolito, Assergi fu inserito all’interno del Comune di L’Aquila, di cui ancor oggi fa parte.
Durante l’epoca fascista, Assergi fu trasformato in un importante centro di turismo invernale, soprattutto in seguito alla creazione della Funivia del Gran Sasso d’Italia, in località Fonte Cerreto, nel 1934.
Oggi, Assergi continua ad essere meta di numerosi turisti, soprattutto nel periodo invernale, che trascorrono qui le loro "settimane bianche", nella pace di una natura incontaminata, proprio alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Ma Assergi è oggi famosa anche perché vicinissima ai famosi Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso, in cui recentemente è stata fatta una delle scoperte più grandiose degli ultimi cento anni e che ha messo in crisi la fisica moderna: la scoperta di particelle la cui velocità è superiore a quella della luce.
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