I DIRITTI DI PROPRIETA’ INTELLETTUALE REGISTRATI

L’impatto positivo sulle PMI nell’indagine EUIPO

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Della proprietà intellettuale (che, per semplificare la lettura, indicherò di seguito con l’acronimo PI) e del ruolo dell’EUIPO mi sono occupata nel mio articolo GIOVANI EUROPEI TRA PRODOTTI CONTRAFFATTI E DIGITAL PIRATERIA (https://www.internationalwebpost.org/contents/GIOVANI_EUROPEI_TRA_PRODOTTI_CONTRAFFATTI_E_DIGITAL_PIRATERIA_26370.html#.YzRhAnZByUk).

Riprendo il tema in questo intervento focalizzato sui dati dell’indagine pubblicata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) in questi giorni.

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L’edizione 2022 della scheda di valutazione sulle PMI e la proprietà intellettuale, un’importante indagine a livello dell’Unione europea (UE), pubblicata ieri l’altro dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) attraverso l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, mostra che solo il 10 % delle piccole e medie imprese (PMI) dell’Unione è titolare di diritti di proprietà intellettuale (PI) registrati quali marchi, disegni e modelli e brevetti nazionali ed europei (https://euipo.europa.eu/ohimportal/it/web/observatory/sme-scoreboard).

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Dal nuovo report si evince che un’ampia maggioranza di PMI dell’UE probabilmente non sa come sfruttare al meglio le proprie risorse intellettuali o dove trovare assistenza per sviluppare le proprie strategie di PI.

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La scheda di valutazione delle PMI per il 2022 indica, inoltre, che anche che quasi tutte (93 %) le PMI con diritti di PI registrati hanno rilevato un impatto positivo sulla loro attività.

Le PMI hanno riferito un miglioramento della reputazione o dell’immagine dell’impresa (60 %), una migliore protezione della PI (58 %) e migliori prospettive commerciali a lungo termine (48 %) grazie alla registrazione dei propri diritti di PI. La scheda di valutazione delle PMI in materia di PI per il 2022 è uno degli studi di punta dell’EUIPO, sviluppato attraverso l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, che quest’anno celebra il suo decimo anniversario presso l’EUIPO.

Le schede di valutazione delle PMI

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Va precisato che nel 2016 e nel 2019 l’Osservatorio aveva pubblicato le prime due edizioni della scheda di valutazione delle PMI in materia di PI per far luce su come e perché le PMI utilizzino o meno i diritti di PI.

Nell’anno corrente, tra marzo e maggio, si è svolta la raccolta di dati per la scheda di valutazione delle PMI con la partecipazione di 8 372 PMI nei 27 Stati membri dell’UE. Il nuovo studio fornisce informazioni a sostegno dell’attuazione della strategia della Commissione europea per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale e del piano d’azione in materia di PI.

Negli ultimi 10 anni, l’Osservatorio ha fornito prove dell’impatto della PI ed è diventato un punto di riferimento per quanto riguarda la comprensione della stessa. Ha pubblicato oltre 110 studi riguardanti un’ampia gamma di argomenti relativi alla PI, quali il contributo economico e il valore dei diritti di PI, i danni causati dalle violazioni, gli atteggiamenti nei confronti della PI e la percezione della stessa tra i cittadini dell’UE e le PMI.

L’importanza di registrare la PI

cms_27690/5.jpgGli studi economici mostrano una correlazione positiva, particolarmente marcata per le PMI, tra la titolarità dei diritti di PI e i risultati economici. Le PMI che possiedono diritti di PI generano il 68 % di entrate in più per dipendente rispetto alle imprese che non ne detengono.

I dati della scheda di valutazione delle PMI confermano l’impatto positivo derivante dalla registrazione. Inoltre, un terzo (36 %) delle PMI titolari di diritti di PI afferma di aver ottenuto un profitto economico grazie ai diritti registrati.

Per quanto riguarda i motivi della mancata registrazione, la ragione principale addotta dalle PMI è di non cogliere alcun vantaggio aggiuntivo con la registrazione di diritti di PI (35 %). Altre motivazioni addotte sono: l’opinione delle PMI secondo cui le proprie risorse intellettuali non sono sufficientemente innovative per la registrazione (20 %), le conoscenze insufficienti (19 %) o il fatto di non soddisfare i requisiti di registrazione (19 %).

Tra i motivi della registrazione più comuni figurano la convinzione delle PMI che i diritti di PI aiutino a prevenire la contraffazione (66 %) e, a seguire, l’aumento del valore e dell’immagine della loro impresa (65 %) nonché la garanzia di una maggior certezza del diritto (63 %). Inoltre, la metà delle PMI ritiene che un motivo per la registrazione sia l’applicazione efficace delle norme.

Violazione dei diritti di PI

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Lo studio esamina anche le violazioni e il modo in cui le PMI affrontano questo problema. Tra le PMI titolari di un diritto di PI registrato, il 15 % ha subito violazioni dei propri diritti di PI, il più delle volte per quanto riguarda i marchi, con una conseguente perdita di fatturato e di reputazione. 9 su 10 di queste PMI hanno intrapreso azioni per far rispettare i propri diritti di PI, in particolare attraverso trattative dirette.

In generale, l’85 % delle PMI titolari di diritti di PI registrati si affida a misure specifiche per individuare potenziali violazioni che dipendono principalmente dai riscontri dei clienti, dalle informazioni ricevute occasionalmente o dal monitoraggio sistematico.

Un’ultima nota prima di concludere: le PMI rappresentano il 99 % di tutte le imprese dell’UE. Danno lavoro a circa 100 milioni di persone e rappresentano oltre la metà del PIL europeo e, ciò consente di comprendere quanto sia il loro ruolo fondamentale in ogni settore dell’economia e sono essenziali per promuovere l’innovazione.

Ilaria Leccese

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