I DUE BLOCCHI DEL MONDO SOCIAL

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cms_22826/1.jpgC’è una nuova cortina di ferro a dividere il mondo. I tempi non sono più quelli della Guerra Fredda e dei due blocchi contrapposti ideologicamente, e la divisione riguarda le abitudini di una popolazione mondiale che va sempre più differenziandosi nell’uso (e abuso) delle tecnologie della comunicazione. Secondo nuove ricerche e statistiche pubblicate da statista.com oggi sappiamo che se da una parte del mondo, in particolar modo il gigante cinese e l’India spingono sempre più l’acceleratore non solo nell’ambito dell’economia mondiale, ma anche nell’uso delle piattaforme di condivisione, ve n’è un’altra dove invece la spinta nell’uso dei social conoscerà presto un brusco rallentamento. Nonostante in Cina per decisione del governo di Xi Jinping i maggiori siti di social network non siano raggiungibili per oltre 1 miliardo di persone che la abitano, secondo statista.com nel 2020 926,8 milioni di persone si sono collegate a un social network (a scelta tra WeChat, Sina Weibo, Douyin, Youku) almeno una volta al mese, con una crescita che continuerà fino a superare il miliardo nel 2025.

cms_22826/2_1628905418.jpgNella classifica stilata dal sito statista.com vi è poi l’altro grande gigante dell’est, l’India dove al contrario della vicina Cina, i maggiori e i più conosciuti social occidentali come Facebook, Instagram e Twitter sono liberamente utilizzabili. La crescita stimata degli utenti dei social in India avrà un aumento non solo nei numeri ma anche nella percentuale di utenti che si collegheranno a una piattaforma social. Se nel blocco asiatico come visto la crescita prevista per i prossimi anni sarà veloce e continua, non altrettanto può dirsi per il ricco e opulento Occidente. Se in Europa e negli Usa la penetrazione dei social network è già enorme, il rallentamento sarà evidente negli anni a venire. Nel 2025 è previsto infatti un aumento di soli 2,2 milioni di utenti nel Regno Unito, di 1,6 milioni in Francia e 2 milioni in Italia. Il Paese europeo che però evidenzierà la crescita minore sarà la Germania che dovrebbe conoscere una decrescita dagli attuali 44,48 milioni di utenti a poco più di 45 milioni. Le analisi riportate sono riferite a un futuro prossimo venturo, un 2025 che si prospetta ricco di incognite non solo per ciò che concerne l’uso dei social, ma anche per altre questioni ancora aperte.

cms_22826/3.jpgL’ipermondo costituito dalle piattaforme di condivisione ha visto negli ultimi anni la nascita di nuovi soggetti che hanno aperto la possibilità per i miliardi di utenti digitali di sfuggire al senso unico costituito da Facebook e Twitter per approdare all’interno di spazi social sempre più di nicchia. Se vi è una spiegazione del perché una parte del mondo incrementi i già tantissimi utenti sui social e una parte invece rallenti la crescita esponenziale ininterrotta a partire dalla fine del secolo scorso, forse essa è da ricercare anche nell’assunzione di consapevolezza, in particolar modo delle fasce della popolazione più giovane, che il tempo speso online sia ormai inteso più come un passatempo per riempire insopportabili silenzi e buchi di pensiero e non come un fattore di crescita personale che genera sulle persone che ne fanno esperienza. La nascita di una polarizzazione tra il senso espressivo e strumentale della rete, in particolare dei social media, appare dunque come una normale espressione di un utente (occidentale) sempre più esigente e ormai stufo della routine epistolare di cui si caratterizza Facebook, social ormai fuoriuscito dalle orbite di interesse degli utenti più giovani e terra di conquista sempre più di adulti con la sindrome di Peter Pan.

Andrea Alessandrino

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