I MIRACOLI DEL CORPO SONO ENERGIA BUONA

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Il vero nemico dell’anima è l’attaccamento alle cose. Dobbiamo infatti considerare la vacuità delle cose, la cui verità Buddha ci consegna mediante la parabola del deserto. L’oasi che un viandante assetato visualizza nel deserto ne esprime chiaramente il concetto: l’acqua individuata dal pellegrino rappresenta il suo desiderio di dissetarsi; in effetti, ciò che egli vede è solo il riflesso del sole sulla sabbia. Le cose che desideriamo sono vuote. La vacuità è lo stato in cui l’uomo riversa nei sogni, il desiderio di voler possedere la cosa bramata. Noi uomini siamo portati a voler possedere le cose e all’attaccamento, che non può rendere felici, perché tutto è vuoto e tutto si esaurisce.

Neutralizzare questo attaccamento è un’impresa ardua ma, se superato, è possibile giungere al miracolo di una guarigione dell’anima. Le dottrine orientali ci invitano a confidare che ogni uomo sia costituito da una materia pura. Buddha socchiude gli occhi e non offre soluzioni, indicando un sentiero semplice e le meditazioni silenziose. Questo è il suo potere. Cristo, il figlio di Dio, invece, sale sulla croce e perdona, insegnandoci a riconoscere nello sconosciuto un fratello. Buddha ci esorta ad essere compassionevoli. Tutte le religioni ci invitano alla preghiera. La preghiera è la medicina dell’anima, sebbene la ricerca ci venga in aiuto servendosi della compassione, perché, se non si credesse nell’uomo, non si potrebbe esercitare la missione di curare i malati.

cms_9390/2v.jpgPer guarire gli ammalati, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, Gesù (che non era un medico) si serviva anche dei discepoli e del suo amore: “Scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10:7,8). Asclepio non era un santo ma un antico dottore greco. Durante la vita terrena esercitava la sua missione, mentre da morto si dice che realizzasse dei miracoli intervenendo durante il sonno. I devoti si recavano al Tempio nella città di Atene, chiedendo con fiducia un miracolo, e quando si addormentavano, nel sonno, venivano sanati.In alcune tribù indiane del Nord America, si raccontano leggende su eroi nazionali capaci di compiere guarigioni a cui sono attribuiti fatti e capacità prodigiosi.Tra le leggende eroiche tramandateci con maggiore completezza vi sono quella di Stregone Dolce, che porta agli Cheyenne le quattro frecce sacre e miracolose,e quella dei lupi umani temuti dai Navajo.

I lupi umani usano la magia nera attraverso pozioni e polverine misteriose. Queste tribù vivono nei villaggi senza essere riconosciuti, lasciano cadere delle polveri magiche attraverso i camini delle case e, una volta dentro le abitazioni, infilzano le loro vittime con bastoni appuntiti. I Navajo, che sono buoni, utilizzano vari rimedi domestici per difendersi dalle stregonerie, come bastoni per recitare le preghiere, medicine preparate dalla bile di aquila, polline di grano ed erbe magiche. Gli stregoni Navajo celebrano delle cerimonie curative, chiamate canti, per effettuare esorcismi.

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Ma se queste sono leggende, sappiamo bene che la realtà può essere influenzata da una forza sottile e invisibile, l’energia. La magia o il miracolo sono semplicemente un atto d’amore. Per ottenere una guarigione, è necessario modificare la realtà, con l’aiuto del nostro volere. La realtà in cui siamo collocati e che viviamo è la concretizzazione dei pensieri. Siamo responsabili del benessere del nostro corpo: quando ci ammaliamo dipende da come ci trattiamo, introducendo al nostro interno dei siluri pronti a bombardarci, che sono i pensieri negativi. Einstein accredita questa teoria con la sua formula sulla relatività, che è l’energia elevata alla massa, moltiplicata per la velocità della luce ed elevata al quadrato. La massa e l’energia sono le due facce della stessa medaglia, e possiamo quindi asserire che anche la parte che noi recepiamo come massa è energia. Questo è anche un insegnamento antichissimo, che ritroviamo nella religione induista.

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Nei primi anni del Novecento, la ricerca premia il fisico Plank con il Nobel. Lo scienziato ci consegna i quanti, e prova che il mondo è costituito da piccole masse di energia.

Siamo tutti in grado di fare un miracolo, una guarigione, una magia, un sortilegio, perché tutto il bene e il male derivano dalla nostra mente, e quanto accade attorno a noi è solo una nostra responsabilità.

Gli sciamani sostengono che “per fare, dobbiamo essere”. In effetti, noi siamo la lunga e illuminata strada del fare, perché tutto quel che facciamo ci appartiene, confidando nell’intelligenza dell’universo, che è tutta la divinità che è in noi.

Susy Tolomeo

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