I REGISTRI AKASHICI - III^PARTE

Proseguiamo il nostro excursus sui registri akashici, ripartendo dal concetto di Universo olografico.
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, l’approccio olistico di Bohm nello studiare la materia e il cosmo, ha dato vita ad una visione dell’universo rivoluzionaria e illuminata che ci costringe a ripensare completamente al concetto di Universo e a tutto ciò che vi è collegato.
Ripartiamo dal significato della parola “ologramma”. Essa deriva dal termine generico “olografia”, così come la parola fotografia.
Entrambi i termini sono composti da due parole greche, di cui una è in comune: graphos, cioè scrivere.
Se, per quanto riguarda la fotografia, possiamo parlare di “scrittura con la luce” (fotoni), per l’ologramma notiamo la presenza del termine “olos”. Tutti gli operatori olistici conoscono questa parola che, in sintesi, può essere tradotta con “tutto, intero, completo in ogni sua parte”.
Ne deriva, quindi, che l’olografia è la tecnica per descrivere qualcosa nella sua interezza, così come ho spiegato nella seconda parte del mio articolo sull’Akasha.
A questo punto, sorge la domanda: ma cosa c’entra la storia dell’Universo olografico di Bohm con i registri akashici?
C’entra, se vogliamo parlare di questi concetti in maniera seria, piuttosto che lasciarci andare a voli pindarici.
Secondo Bohm, l’Universo è la rappresentazione di sé stesso in forma olografica, una specie di immenso disco pieno di informazioni. In questo Universo non esistono più lo spazio e il tempo: come insegna Einstein, essi sono talmente interconnessi da essere una cosa sola. L’azione e la sua conseguenza coesistono, per cui se l’Universo può essere assunto in forma olografica e la materia può contenere in sé tutto ciò che è stato, che è e che sarà, ci troviamo di fronte ad un Universo fatto di infiniti fotogrammi, ognuno dei quali rappresenta un singolo istante di ciascuno di noi.
Non c’è più consequenzialità ma ci sono nuove “regole” che ci trasportano in quella che Rudolf Steiner chiama la “scienza dello spirito”.
Se l’Universo, così come descritto, è un immenso serbatoio di informazioni, ciascuna delle quali contiene tutta l’informazione nella sua interezza, ne consegue abbiamo la possibilità di accedere ad un patrimonio informativo pressoché infinito.
Sono queste le “cronache di Akasha” o Registri Akashici.
Prima di addentrarci nella lettura dell’Akasha, oggetto del prossimo articolo, vorrei soffermarmi sul delicato tema del LIBERO ARBITRIO.
Abbiamo appena visto che tutto è co-presente. Viene quindi spontaneo chiedersi che ne è dell’autodeterminazione.
È un tema, questo, che l’uomo tenta di risolvere da millenni con le religioni e le filosofie ma la questione è più complessa.
La fisica quantistica, la teoria delle stringhe e la concezione dell’Universo olografico e dei multiversi, ci dimostrano, ognuno a modo suo, che è sempre possibile effettuare delle scelte personali.
La fisica quantistica ci dice che ogni singola particella può trovarsi in due diversi stati contemporaneamente.
La teoria delle stringhe spiega che non c’è differenza tra materia ed energia e che tutto può essere ricondotto a quest’ultima.
La concezione dell’Universo olografico e dei multiversi, infine, afferma che il cosmo è la rappresentazione olografica di se stesso.
Queste tre scoperte, messe insieme, ci presentano una realtà molto diversa da quella a cui siamo abituati, perché ci mette di fronte ad una realtà in cui spazio e tempo si annullano quindi tutto è co-presente. Tuttavia ci dicono anche che nulla è già predeterminato e che le infinite possibilità di scelta vanno di pari passo al nostro grado di consapevolezza.
Dovremmo, qui, riallacciarci anche al concetto del Karma e dei nodi karmici, ovvero quelle situazioni irrisolte che ci portiamo dietro dalle vite passate.
Nel prossimo articolo, riprenderemo il discorso da qui.
A seguire
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I^PARTE
II^PARTE
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