I TREMEND I “GIORNI DELLA MERLA”: UNA OPPORTUNITA’ PER IL FAI DA TE

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Mentre in quei temutissimi 29, 30 e 31 gennaio: i cosiddetti “giorni della merla”, la viabilità ed i riscaldamenti domestici sono andati in tilt, i rivenditori di legna da ardere, han fatto affari d’oro.

Puntuale e caparbio, il famigerato terzetto della “Merla” non perdona mai. E, come consuetudine vuole, anche stavolta, a chi più ed a chi meno ha, comunque, dispensato la propria parte di contrattempi. A risentirne, in primis, è stata la Scuola e la viabilità specialmente quella montana e autostradale. Un tormentone per gli automobilisti delle lunghe percorrenze, molti dei quali, sorpresi sulle rotabili improvvisamente ricoperte di ghiaccio e neve, peggio ancora se negligentemente sprovvisti delle salvifiche catene, si son cacciati in un mare di imprevisti. Ed anche multe. Una vacanza in più, invece, per i più piccolini che in molti casi hanno marinato la suola, a vantaggio di qualche altro giorno di svago. Un tormento, invece, la neve ed il ghiaccio, per coloro che “ob torto collo” son dovuti partire alle prime ore dell’alba per recarsi al lavoro o, nel caso delle insegnanti, nelle scuole dei paeselli innevati.

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Un pericolo per chiunque, le strade ghiacciate a cui i solerti stradini hanno cercato di porre rimedio, spargendo sale e pozzolana in gran quantità ma anche spazzando i punti più critici. Gran daffare anche per Vigili del Fuoco, Volontari del soccorso e per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine che, in ogni dove ed in migliaia di condizioni, son dovuti intervenire per sgomberare strade, rimuovere alberi caduti, soccorrere, aiutare, rifocillare e reinstradare automobilisti finiti in panne. Un tormentone intrigante ed oltremodo noioso che ha avuto il clou proprio in concomitanza del 29, 30 e 31, i famosi giorni cosiddetti "della merla" che puntualmente portano neve e ghiaccio. Pazienza. Non tutto il male, però, almeno per qualche categoria, è venuto per nuocere. Anzi, soprattutto, per i gestori degli alberghi montani provvisti di campi da sci che, invece, han fatto affari d’oro, la cosa si è risolta favorevolmente. Parimenti anche per i rivenditori di legna da ardere che, a dire dei rappresentanti della categoria, hanno esaurito tutte le scorte disponibili. Un ritorno al passato, quindi, agli anni antecedenti il Boom degli anni ’60 quando, cioè, le famiglie italiane andavano nel bosco a raccogliere la legna da ardere per cucinare e riscaldare la casa. L’epoca in cui il camino, sempre in tiro, era il centro della famiglia rurale. Un buon ritorno, quindi, anche perché l’abitudine corrisponde ad un notevole risparmio in termine energetico e finanziario. Ed in questo periodo di crisi, credo proprio che la cosa non sia affatto peregrina; anzi. Ad asseverarlo sono, infatti, i più recenti dati Istat sul consumo medio annuale del legname usato nel nostro Paese per il riscaldamento domestico, l’acqua calda ad uso sanitario o per cucinare.

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Analizzando i dati diffusi dallo stesso istituto nazionale di statistica, emerge che il totale della legna bruciata ogni anno coincide, pari pari, alla spesa media destinato all’acquisto di energia elettrica e di GPL. Non è poco. Anzi. In termini quantitativi emerge che l’anno scorso sono stati consumati 17 milioni di tonnellate di combustibile proveniente dai boschi pari a 3,2 tonnellate pro capite. Un dato che fra Centro e Nord interessa il 21% delle famiglie ma che, sorprendentemente, cresce in misura esponenziale, spostando l’indice verso il Sud, dove il consumo lievita di gran lunga. Qui, infatti, la percentuale passa dal 22%, con picchi che toccano fino il 39% se ci si sposta nella Sardegna. Risulta, inoltre, che il 55% delle famiglie, anziché acquistare la legna dai rivenditori, si arrangia andando a raccoglierla nei terreni di proprietà o nei boschi demaniali ma anche approvvigionandosi nelle escursioni del weekend.

I “ GIORNI DELLA MERLA” FRA STORIA E LEGGENDA

cms_1807/Merlo_bianco.jpgE’ leggenda ?, forse si, probabilmente no ! fatto sta che una storiella popolare racconta che anticamente i merli erano bianchi candidi e gennaio era un mese dalla temperatura molto mite. Questo, finché un giorno una merla irrispettosa non prese in giro gennaio. Gennaio offeso e arrabbiatissimo chiese in prestito due giorni a febbraio e si vendicò facendo arrivare proprio negli ultimi tre giorni a sua disposizione, tutto il freddo del nord e tutte le bufere di neve ancora a disposizione. In quei tre freddissimi giorni la merla dispettosa fu costretta a ripararsi con i suoi piccoli a ridosso di un caldo camino, ma quando tornò il sole, lei ed i suoi piccoli, erano diventati completamente neri di fuliggine. La merla tentò e ritentò di pulirli, chiese scusa a gennaio, pianse e si disperò, ma fu tutto inutile. Da quel giorno tutti i merli della terra nacquero neri e gli ultimi tre giorni di gennaio rimasero i più freddi tanto da essere ricordati come i "giorni della merla".

Giancarlo Giulio Martini

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