Il viaggio come cammino di conoscenza

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Il termine viaggio dal provenzale viatge, a sua volta derivante dal latino viaticum che rappresenta la provvista necessario per mettersi in viaggio, è l’atto di muoversi da un posto all’altro. La tematica del viaggio più affascinante è certamente quella del viaggio intrapreso per il desiderio di conoscenza della realtà esterna di cui parla Sant’Agostino quando afferma :”il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono una sola pagina”. Nella letteratura greca il tema del viaggio assume i connotati di un vero e proprio topos letterario e Odisseo rappresenta il viaggiatore per antonomasia. Il suo nòstos cioè il suo viaggio di ritorno ha una durata di 10 anni, sia per il volere degli dei, sia per il suo intimo desiderio di conoscere.

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Una volta in patria, dopo aver riconquistato il trono di Itaca, la bramosia di conoscenza in lui è così forte da farlo ripartire ed attraversare le Colonne d’Ercole. Tutto ciò è riportato nella famosissima terzina del 26simo canto dell’Inferno dove l’eroe incitando i suoi compagni di viaggio afferma:” Considerate la vostra semenza. Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

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Basata sulla tematica del viaggio come avventura è la Storia Vera di Luciano di Samosata considerata uno dei primi romanzi di fantasia, un’opera in due libri in forma autobiografica, in cui è narrata l’avventura di persone che unitamente all’autore decidono di attraversare le colonne d’Ercole per vivere avventure strabilianti. Questo ad esempio accade quando la sua nave viene inghiottita da una balena che al suo interno contiene un intero mondo. Nel primo libro Luciano afferma: ”Scrivo di cose che non ho veduto, né sentito da altri, che non sono e non potrebbero mai essere. Mi misi a viaggiare per curiosità, per il desiderio di vedere cose nuove”.

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In realtà il viaggio può essere considerato anche come esperienza di conoscenza del proprio io e tutto ciò viene affrontato dal filosofo Nietzsche che nelle sue opere fa riferimento a questa problematica attraverso la figura del viandante. Il viandante, che rappresenta la fase illuminista del filosofo tedesco, è un nuovo modello del vivere e tratta la vita come un libero esperimento e come un cammino senza pregiudizi. Il viandante è dunque colui che si mette in cammino senza cancellare il suo passato e cerca il ricordo nell’oblio. L’uomo viandante cammina forse verso la sua meta finale, ma trae gioia dal semplice camminare, riflettendo sulla nostra transitorietà e sulla nostra provvisorietà.

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Anche Sigmund Freud nella sua seconda Topica del 1815, compie un viaggio nella mente umana con le sue fermate e le sue storie ed in particolare un viaggio nell’inconscio che è la parte più profonda e irrazionale. La psiche umana è stratificazione di due luoghi ed il filosofo utilizza l’immagine dell’iceberg mettendo in relazione ciò che emerge e quello che non emerge cioè l’inconscio. Le parti della psiche infatti sono tre: 1) l’immagine profonda e personale chiamata Es che coincide con la pulsione di libidine dell’uomo, 2) l’Ego che è quella parte di noi vigile, di mediazione tra l’inconscio funzionale ed un inconscio più profondo definito Super-ego. 3) il Super-ego cioè una sorta di inconscio sociale, un freno costituito da una serie di norme comportamentali che la società e la famiglia ci impongono.

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Che dire poi del viaggio magnificamente recitato nella poetica di Costantino Kavafis intitolata Itaca che recita:” Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: ora cos’altro ti aspetti? E se la trovi povera non per questo Itaca ti avrà deluso, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.”.Itaca è una metafora, la meta di un viaggio inteso come esperienza, coscienza della condizione umana per esplorare il mondo vivendo sensazioni e nuove esperienze. Come Odisseo anche noi dovremmo viaggiare spesso, per ritrovare i nostri Polifemo, le nostre sirene, la nostra maga Circe, per perderci e trovar sé stessi in un lungo saliscendi di emozioni e di riscoperte interiori.

Solo così potremo attuare il cambiamento in noi stessi.

Daniela Porcelli

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