Israele: scoperti i resti di Ziklag

La città biblica dove Davide cercò rifugio da Saul

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Nell’XI secolo A.C. regnava in Medioriente un uomo che per la prima volta nella storia era riuscito nell’impresa di trasformare un popolo viandante e tribale come quello giudeo in una comunità: il suo nome era Saul, primo Re d’Israele. Fin dai primi anni del suo regno, tuttavia, egli dovette fronteggiare numerose minacce, tra cui quella di uno spietato popolo giunto dall’Egeo e con il quale ben presto sarebbe entrato in guerra, i filistei. Secondo i racconti biblici, tra le fila di quest’ultimi v’era un gigante alto sei cubiti e un palmo (l’equivalente di circa 2,75 metri) e sebbene l’attendibilità storica di queste informazioni sia tutt’ora dibattuta fra gli esperti di ogni parte del mondo, si racconta che il temibile e massiccio guerriero filisteo venne affrontato e sconfitto da un ragazzo ben più minuto di lui, sprovvisto perfino d’un’armatura. Il suo nome era Davide.

Ben presto l’eroe israeliano ottenne innumerevoli riconoscimenti dal suo popolo e dal proprio Re, il quale gli concesse dapprima l’amicizia di suo figlio Gionatan ed in seguito la mano di sua figlia, Mikal. Col tempo però il sovrano parve divenire geloso del successo e della crescente popolarità di Davide iniziando, secondo le fonti dell’epoca, a coltivare una profonda ossessione per l’eroe di Betlemme fino a decidere di ucciderlo.

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Narra la leggenda che fu proprio il principe Gionatan ad avvisare Davide circa le intenzioni del padre, permettendogli così di fuggire in tempo e di mettersi in salvo. Inizialmente, il personaggio biblico cercò rifugio a Nob e nel deserto di Maon, ma in entrambi i luoghi il Re riuscì a ritrovarlo e solo delle fortunate circostanze gli impedirono di ottenere la testa del ragazzo. A quel punto, quest’ultimo comprese che aveva un unico modo per sfuggire definitivamente all’ira del sovrano: recarsi nel territorio di quegli stessi filistei che un tempo aveva tanto ardentemente combattuto. Davide, si recò così a Ziklag, una città straniera dove per anni trovò rifugio e nella quale a lungo visse con le proprie mogli e con i suoi più fedeli amici.

Un giorno, mentre egli era lontano a causa di una campagna militare, la località venne saccheggiata dagli Amaleciti, un popolo proveniente dalla penisola arabica che sottrasse i tesori alla gente del posto e che rapì la famiglia di Davide. Venuto a sapere del drammatico evento, questi non ebbe altra possibilità che radunare il proprio esercito; in questo modo, dopo aver corrotto con del cibo uno schiavo nemico abbandonato ed affamato, si fece condurre dai predoni Amaleciti trovandoli ancora festanti per la conquista dello sfarzoso bottino; così, cogliendoli di sorpresa riuscì a sconfiggerli e a liberare la propria famiglia.

Ormai era tuttavia evidente che Ziklag non rappresentava più per lui un luogo sicuro; eppure, il fato gli concesse una ghiotta opportunità per tornare a casa quando, durante la battaglia di Ghilboa, Saul e suo figlio Gionatan vennero uccisi dai filistei. Ovviamente, Davide dovette rammaricarsi molto per la morte dell’amico, cionondimeno, non esitò neppure un istante prima di recarsi a Ebron per rivendicare il trono d’Israele, prima però, dovette fare i conti con il maggiore dei figli rimasti di Saul, Is-Baal, il quale dopo essersi impadronito dei terreni del nord rivendicò per sé l’intero Regno. Ne scaturì una violenta guerra civile che si concluse solamente quando, probabilmente aspettandosi una cospicua ricompensa, due capitani dell’esercito di Is-Baal, Rekab e Baanah, assassinarono il proprio signore ponendo così fine alla lacerante guerra intestina.

Davide venne finalmente proclamato Re d’Israele dagli anziani di tutta la Giudea: un titolo che avrebbe mantenuto per oltre quarant’anni, conquistando quella che pochi anni dopo sarebbe divenuta la capitale del Regno, Gerusalemme. Lì, pare che il nuovo sovrano avesse progettato perfino di costruire uno storico ed imponente tempio: a detta dei racconti religiosi, fu solamente la voce di Dio in persona a farlo desistere da tale desiderio persuadendolo che il tempio non avrebbe dovuto vedere la luce se non diversi secoli dopo. Morì nel 970 A.C. lasciando il trono ad un’altra figura centrale dell’antico testamento, Salomone, sebbene sulla successione fra i due non siano mai esistite fonti scritte estranee alla Bibbia.

Nel corso degli anni, sono stati in molti i misteri legati alla storia dell’enigmatica figura di Davide e delle gesta da lui compiute; più di tutti, però, ad incuriosire e a tormentare gli archeologi di tutto il mondo v’è stato un indissolubile dubbio: dove si trovava realmente quella Ziklag, che per così lungo tempo aveva offerto riparo al futuro Re, e che tanto decisiva sarebbe stata nel garantirgli la sopravvivenza? Molte ipotesi sono state a lungo avanzate, ma nella giornata di ieri l’enigma ha finalmente trovato risoluzione. Grazie all’infaticabile lavoro dell’università ebraica di Gerusalemme e della Macquarie di Sidney, dopo sette anni di scavi sulle colline Khirbet i resti di un antico villaggio in rovina sono stati ritrovati dall’equipe di scavatori e gli esperti sembrano non avere alcun dubbio sul fatto che si tratti delle rovine della storica città biblica. La sua posizione, a quanto pare, era più che mai strategica: essa sorgeva infatti su una delle più alte vette della regione, in modo tale da poter controllare al tempo stesso la via maestra che conduceva ad Ashkelon e le coste orientali del Mediterraneo, non distanti che pochi chilometri dalle imponenti alture.

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Numerosi utensili in metallo sono stati efficacemente ritrovati, aggiungendo ulteriore fascino alle recenti scoperte; i ricercatori, dal canto loro, hanno invece rinvenuto delle massicce strutture in pietra tipiche dell’era filistea che un tempo dovevano verosimilmente essere utilizzate come abitazioni, chissà che fra di esse non vi sia anche la casa un tempo appartenuta a Davide, sebbene questa purtroppo è una domanda alla quale neppure i migliori storici potranno mai rispondere.

È probabile che sia stato un violento incendio a porre fine alla secolare storia di Ziklag e con essa alla vita dei suoi abitanti, eppure, i ritrovamenti di questi giorni c’inducono a credere ancora una volta che i luoghi e le persone in grado di cambiare la storia, in fondo, non muoiono mai … non finché a ricordarci gli eventi che si sono susseguiti vi saranno i libri, i racconti di ogni generazione e, cosa forse più importante di tutte, maestosi siti archeologici come quello appena scoperto in Israele.

Gianmatteo Ercolino

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