KISS IS JUST A KISS

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In una nota canzone degli anni Sessanta l’esuberante Molleggiato pretende ben 24 mila baci dalla sua ragazza per enfatizzare il suo desiderio di amore sensuale. E se per noi il bacio può essere preludio di innamoramento e lo utilizziamo come dispensatore di emozioni piacevoli ed eccitanti, in alcune parti del mondo invece esso rappresenta un modo convenzionale di salutarsi, scevro da ogni romanticismo. Per taluni è un atto che provoca addirittura ribrezzo e disappunto. Per noi occidentali il bacio alla francese è sinonimo di desiderio sessuale, apprezzato anche in alcune parti dell’Asia, mentre risulta essere volgare fra gli abitanti del Tonga in Polinesia, per esempio. Ma siamo tutti d’accordo che il bacio non sia sempre correlato a situazioni di intimità.

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In base ad un antico ritrovamento, il bacio potrebbe risalire ad oltre 3500 anni fa, laddove viene descritto come l’azione del respirare l’anima dell’altro, ed è probabilmente per questo motivo che alcune antiche religioni lo avessero aborrito. Il baciarsi costituisce anche l’atto legato al saluto o agli auguri: con un bacio su ciascuna guancia (ad eccezione dei francesi che ne danno tre) ci si saluta mentre gli eschimesi si baciano strofinando la punta del naso contro il naso dell’altro.

In una campagna pubblicitaria contro il fumo nei lontani anni Ottanta, si invitava a dare un bacio alla propria donna piuttosto che fumare una sigaretta.

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Baciare alla francese migliora il nostro stato psico-fisico: si bruciano calorie e si traggono benefici sull’umore con il rilascio di alcune sostanze, la serotonina per dirne una, portandoci ad uno stato di felicità momentanea. Il bacio è importante perché suggella patti. Pensiamo al bacio di Giuda, che sancisce un tradimento storico ai danni di un noto ebreo, che sull’amore olistico costruì una fede lunga tremila anni. C’era un tempo anche il bacio della vergogna, altrimenti detto osculum, che la strega durante i sabba dava sul deretano del diavolo, in segno di sottomissione. Continuando la carrellata dei baci che ci entusiasmano meno, c’è da menzionare il baciamano dato ai capomafia, di cui rimane ancora oggi viva la metafora sotto forma di saluto verbale. Il famoso saluto “baciamo le mani” (spesso mani sporche), diventato l’eco di una servitù mafiosa made in Sicily per certi versi simile all’azione del bacio dell’anello corrisposto agli antichi regnanti. Ancora in auge adesso tra le alte sfere clericali, il bacio dell’anello racchiude il significato di sottomissione alla chiesa del tutto simile al gesto del genuflettersi e dell’inchino.

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Il più galante resta fra tutti il bacio dato sulla mano della dama, ormai ombra di una nobiltà decadente a solo appannaggio di vecchi signori impagliati.

Susy Tolomeo

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