Kuwait

Scheda informativa

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La Croazia dal 1 Luglio 2013 è il 28° Stato membro dell’Unione europea, e il croato la 24ª lingua ufficiale, avrà 12 seggi in Parlamento e 7 voti nel Consiglio dell’Unione europea.

L’adesione della Croazia al progetto europeo segna un’altra pietra miliare nella costruzione dell’Europa unita.

Il raggiungimento di questo importante obiettivo evidenzia ancora una volta l’enorme attrazione dell’Unione europea sui Paesi candidati e l’influenza che l’UE esercita sulla loro trasformazione politica, economica e sociale.

I negoziati di adesione hanno riguardato, principalmente, i seguenti punti:

Cooperazione col Tribunale Internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia. La Croazia ha dovuto estradare diversi suoi cittadini verso il Tribunale Internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia, circostanza che ha creato diverse polemiche sulla scena della politica interna croata; più volte l’UE aveva posto ciò come condizione per l’apertura dei negoziati d’adesione. Il processo di ratifica dell’ASA con la Croazia era stato bloccato dopo il Consiglio europeo del 20 dicembre 2004, che aveva deliberato che i negoziati di adesione con la Croazia avrebbero avuto inizio il 17 marzo 2005. Il 16 marzo 2005 l’allora Procuratore Capo dell’ICTY Carla Del Ponte con una sua relazione, indusse l’UE a non aprire i negoziati d’adesione con la Croazia perché quest’ultima secondo la relazione della Del Ponte non cooperava abbastanza per la cattura di Ante Gotovina, generale croato accusato di crimini di guerra e contro l’umanità. Gotovina fu arrestato a Tenerife il 7 dicembre 2005 ed il giorno successivo è stato estradato all’Aja.

Importanti passi in avanti sono ancora da fare nella modernizzazione del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione; nella lotta contro la criminalità organizzata e in una politica volta a favorire la tutela delle minoranze presenti nel paese.

Le controversie inerenti al confine marino tra la nazione candidata e la confinante Slovenia sono state superate. In tal modo, quest’ultima ha ritirato il veto, posto nel dicembre del 2008, all’ingresso del paese balcanico nell’Unione europea.

La libertà di acquisto di beni immobili da parte di cittadini stranieri è una stata una questione delicata in Croazia, in particolare per gli italiani e soprattutto in Istria. A seguito delle vicende storiche della seconda guerra mondiale (quando l’Istria passò di mano tra il Regno d’Italia e la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia), infatti, i cittadini italiani non potevano acquistare immobili in Croazia. Numerosi politici italiani hanno espresso il loro malcontento riguardo l’incapacità degli italiani per l’acquisto di terreni in Croazia, considerando che un trattamento discriminatorio e affermando che il problema dovesse essere risolto il più presto possibile. La Croazia successivamente ha negato ogni discriminazione, affermando che la legislazione croata prevede lo stesso trattamento di tutti i cittadini dell’UE in materia di proprietà della terra. A metà del 2006, la Croazia e l’Italia hanno raggiunto un accordo che consente ai cittadini italiani l’acquisto di terreni in Croazia e viceversa.

Un obiettivo raggiunto dopo 10 anni di lunghi e difficili riforme che hanno portato a una radicale democratizzazione e liberalizzazione della società croata.

Lacerata da conflitti solo due decenni fa, oggi, la Croazia è, infatti, una democrazia stabile, in grado di assumere gli obblighi che comporta l’adesione all’UE e di aderire agli standard europei. In occasione di questo storico avvenimento, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: "L’adesione della Croazia all’Unione europea è un avvenimento storico, che riporta il paese al suo giusto posto nel cuore d’Europa. Attendo con entusiasmo il contributo della Croazia all’UE, consapevole che sarà una storia di successo, a beneficio dell’Unione, del popolo croato dell’ Europa sudorientale nel suo complesso. "

Alla cerimonia ufficiale tenutasi a Zagabria allo scoccare della mezzanotte del 30 Giugno, hanno preso parte, oltre al presidente Barroso anche la vicepresidente della Commissione Viviane Reding, il Commissario UE per l’Allargamento e la politica di vicinato Stefan Füle e il nuovo Commissario croato, Neven Mimica, che sarà responsabile della protezione dei consumatori.

Chi visiterà la Croazia beneficerà con effetto immediato dell’entrata del paese nell’UE. Il nuovo Stato membro accoglie ogni anno diversi milioni di turisti europei che godranno di un risparmio eccezionale nel roaming, grazie alla riduzione di quasi 15 volte del costo per il traffico dati e di 10 volte per chiamate e SMS verso altri paesi UE.

Dopo la Slovenia, entrata nella Ue nel 2004, la Croazia è la seconda delle sei Repubbliche che componevano la ex Jugoslavia socialista ad aderire all’Unione europea. Zagabria proclamò l’indipendenza nel giugno 1991. Seguì la guerra contro la Serbia conclusasi nel 1995 con un bilancio di 22 mila morti e centinaia di migliaia di profughi. Nel 2005 cominciarono i negoziati di adesione con Bruxelles, che si conclusero nel giugno 2011. In un referendum, nel gennaio 2012, il 66% dei croati si pronunciò a favore del Trattato di adesione, ratificato poi da tutti i 27 paesi membri.

Ma la ventottesima stella dell’Unione ha molto da festeggiare e molto da preoccuparsi: se infatti l’entrata nell’Unione rappresenta una sorta di catarsi dalla guerra balcanica, i rigidi vincoli economici europei preoccupano non poco autorità e cittadini. L’economia è in recessione per il quinto anno consecutivo e il tasso di disoccupazione - 20%, con 300 mila persone senza lavoro - è tra i più alti in Europa. La stessa Commissione europea rilancia cifre cupe: contrazione del Pil dell’1% quest’anno e una quasi impercettibile ripresa nel 2014, dello 0,2%. La spesa pubblica, nonostante una politica di austerità e una severa disciplina fiscale, continua a pesare troppo sui dati macroeconomici della Croazia. Da Bruxelles hanno già dato segnali di malumore indicando che il debito pubblico croato è ora al 54%, e nel 2014 potrebbe facilmente superare la soglia del 60%. Lo stesso vale per il deficit pubblico, quest’anno calcolato al 4,7%, dunque già al di fuori delle regole europee, che impongono un tetto del 3%. Non è pertanto escluso che una delle prime esperienze di Zagabria come membro dell’Ue sia l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo.

Popolazione. Con 4,4 milioni di abitanti, la Croazia rappresenta lo 0,86% della popolazione dell’Ue a 28 membri. L’aspettativa di vita è più bassa rispetto al Vecchio Continente, tanto per gli uomini (73,9 anni a 80,4) che per le donne (77,4 a 83,2). I croati, la cui fetta di under-15 è del 14,9% sul totale, hanno un tasso di fertilità inferiore al resto d’Europa: 1,4 per donna. Più alto invece il tasso di mortalità infantile: 4,7 per 1000 nati, contro i 3,9 dell’Ue allargata.

Pil e conti pubblici. Il Prodotto interno lordo pro capite è al 61% della media europa. Complessivamente vale 44 miliardi di euro, lo 0,34% del Pil continentale. Il Paese è però in recessione da diversi anni: nel 2012 ha fatto segnare -2%, contro il -0,3% dell’Ue. Per quest’anno si prevede ancora una battuta d’arresto di circa un punto percentuale e a seguire dovrebbe esserci un frazionale recupero. Il debito pubblico sarebbe tutto sommato un punto di forza, visto che si attesta al 55% circa del Prodotto. Ma la dinamica della spesa preoccupa, insieme alla recessione: il deficit è ampiamente sopra i parametri comunitari con un livello del 4,7% del Pil (contro il tetto al 3%). Non a caso, a Bruxelles si guarda con attenzione alle manovre per contenerlo e si teme che il debito salga a fine anno oltre il 60% del Pil. Il tasso d’inflazione è invece in linea con il resto del continente: 1,8% contro 1,6%. Quanto alla bilancia commerciale, la Croazia destina il 58% dei suoi prodotti ad altri Paesi membri, contro il 62,9% medio. Nei confronti dei Paesi extra Ue il saldo di bilancio è negativo per 2,2 miliardi, frutto di importazioni per 6,1 miliardi di euro.

Lavoro. Il tasso di disoccupazione totale è elevato, al 18,1% nello scorso aprile. Le donne sono in linea con il resto della popolazione: 17,9% di disoccupazione. Spaventoso il dato sugli under-25: sono senza lavoro - pur se in cerca - il 51,8% dei giovani croati contro una sempre elevatissima media continentale del 23,7%. L’agricoltura ha una voce importante nelle tipologie di impiego: con il 10,9% del totale degli occupati, doppia il dato dell’Ue al 5%. Più bassa - invece - la quota degli impiegati nei servizi: 61,4% contro il 70,4% continentale. Le ore medie lavorate a settimana sono 40,9, sopra la media europea.

Istruzione e Internet. Il 66% delle famiglie croate ha accesso a internet, meno del 76% dell’intera Unione. Più basso il numero di laureati o in possesso di un diploma equivalente: sono il 18,6% della popolazione tra 25 e 64 anni (media Ue del 27,7%) e in prevalenza donne. La percentuale di Pil speso in ricerca e sviluppo è molto limitata: 0,75% contro una media Ue del 2,03%.

La storia

Dati amministrativi

Nome completo

Repubblica di Croazia

Nome ufficiale

Republika Hrvatska

Lingue ufficiali

Croato

Capitale

Zagabria (792.875 ab. / Censimento 2011)

Politica

Forma di governo

Repubblica semipresidenziale

Presidente

Ivo Josipović (SDP)

Primo ministro

Zoran Milanović (SDP)

Indipendenza

Dalla RSF di Jugoslavia,

25 giugno 1991

Ingresso nell’ONU

22 maggio 1992

Ingresso nell’UE

1º luglio 2013[1]

Superficie

Totale

56.542 km² (124º)

% delle acque

54,94 %

Popolazione

Totale

4.290.612 ab. (Censimento 2011) (117º)

Densità

83 ab./km²

Tasso di crescita

-0,092% (2012)[2]

Geografia

Continente

Europa

Confini

Slovenia, Ungheria, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro

Fuso orario

UTC +1

Economia

Valuta

Kuna croata

PIL (PPA)

82.272 milioni di $ (2008) (71º)

PIL pro capite (PPA)

18.014 $ (2011) (50º)

ISU(2011)

0,796 (molto alto) (46º)

Fecondità

1,5 (2010)[3]

Varie

TLD

.hr

Prefisso tel.

+385

Sigla autom.

HR

Inno nazionale

Lijepa naša domovino

Festa nazionale

25 giugno, Indipendenza

Evoluzione storica

Stato precedente

Jugoslavia

La Croazia, ufficialmente Repubblica di Croazia (Republika Hrvatska, in croato), è uno Stato dell’Europa meridionale con una popolazione di 4.290.612 abitanti (censimento 2011), la sua capitale è Zagabria (Zagreb, 792.875 abitanti, censimento 2011).

Confina a nord con la Slovenia, a nord-est con l’Ungheria, ad est con la Serbia, a sud con la Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro, mentre a ovest è affacciata al mare Adriatico. La superficie territoriale è di 56.542 km² mentre la superficie delle acque territoriali è pari a 31.067 km².

La Croazia è una repubblica semipresidenziale e la lingua ufficiale è il croato. La Regione Istriana, comprendente la maggior parte dell’Istria, adotta ufficialmente il bilinguismo (italiano e croato), ma la sua attuazione varia a livello comunale.

La Croazia ha fatto parte della Jugoslavia fino al 1991, mentre tra il 1102 e il 1918 fu unita al Regno d’Ungheria, seguendone le sorti.

La Croazia ha aderito alla NATO il 4 aprile 2009 e dal 1º luglio 2013 è il 28esimo Stato membro dell’Unione europea.

Fra il II e il I secolo a.C. la regione abitata dagli Illiri cadde in potere dei Romani (province di Pannonia ed Illiria) che la governarono fino al V secolo dell’era volgare.

Nel tardo impero romano fu invasa prima dagli ostrogoti e poi dagli avari. Ristabilita la sovranità romana (Impero Romano d’Oriente) nel VI secolo, fu occupata, nel secolo successivo, dai croati, una tribù slava originaria dell’odierna Ucraina. Nel X secolo divenne un regno autonomo, il regno di Croazia, il cui sovrano, Tomislav fu incoronato nel 925.

Nel 1102 fu annessa al regno di Ungheria, il cui re era stato chiamato a governarla dal 1091. I re d’Ungheria garantirono ampia autonomia e protezione dai nemici esterni (Sacro Romano Impero, Venezia, Bisanzio, più tardi Mongoli e Turchi).

In età moderna, precisamente nel 1603, la Croazia diventò parte dell’Impero Asburgico. Al termine della prima guerra mondiale, con il Trattato di Versailles, entrò a far parte del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, successivamente denominato (1929) Regno di Iugoslavia. Nel 1941, nel corso della seconda guerra mondiale, grazie all’appoggio italo-tedesco, la Croazia si costituì in Stato nominalmente indipendente, ma di fatto satellite delle Potenze dell’Asse, con un governo collaborazionista presieduto da Ante Pavelić.

Al termine del conflitto nel 1945, il paese diventò membro della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, sotto la presidenza del generale Tito, che instaurò un governo socialista spesso in disaccordo con l’Unione Sovietica, tanto da attirare le deboli simpatie dell’Occidente, in netto contrasto con la politica sovietica.

Il crollo dei regimi comunisti dell’Europa orientale provocò un indebolimento della Lega Comunista Jugoslava: nel partito vi furono disaccordi sulla linea di gestione della federazione fra le delegazioni croate e slovene che rivendicavano maggiore autonomia e quella serba, guidata da Milošević, di orientamento contrario. I delegati croati e sloveni abbandonarono il XIV congresso del partito nel gennaio del 1990 e nel 1991 la Croazia si proclamò stato indipendente. Nonostante l’invito dei capi di stato della CEE a non procedere ad un riconoscimento separato, l’Islanda, (per voce del suo ministro degli esteri Jón Baldvin Hannibalsson), seguita dalla Città del Vaticano, Austria e Germania procedettero ad un riconoscimento unilaterale. Seguì un duro conflitto con Serbia e Bosnia, che si concluse con gli accordi di Dayton (1995). Oggi la Croazia è membro dell’ONU e del Consiglio d’Europa.

Etnie

I croati (in lingua croata Hrvati) appartengono alla famiglia dei popoli slavi. Provenendo dall’area dell’attuale Ucraina, i croati sono giunti nell’odierna Croazia attorno al VII secolo d.C. Comunità croate autoctone vivono anche in Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Slovenia, Serbia (Voivodina), Montenegro (Bocche di Cattaro), inoltre si trovano insediamenti storici croati in Austria (Burgenland) e in Italia (i croati del Molise).

Il paese è abitato in prevalenza da croati (89,63%) di religione cattolica. Fra le minoranze vi sono serbi (4,54%), bosgnacchi (0,5%), ungheresi (0.37%) e circa 20.000 italiani (ovvero lo 0,45% circa) sparsi tra Istria, Fiume, Dalmazia (Zara, Spalato), Slavonia (Požega) e Moslavina (Sisak), quello che è rimasto di una presenza italiana che prima dell’inizio della seconda guerra mondiale ammontava - nelle terre attualmente croate - a circa 300.000 persone.

La popolazione serba, insediatasi in queste zone dal XVI secolo, in passato era composta per lo più da funzionari dell’Impero Austroungarico e costituiva una sorta di casta militare scarsamente integrata con il resto della popolazione. Con l’andare dei secoli la situazione cambiò e l’etnia serba si integrò con la popolazione croata. Alla fine della Prima guerra mondiale si costituì il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni e le etnie convissero fra mille tensioni; ne è esempio l’omicidio di tre deputati croati in Parlamento nel 1928, episodio che causò l’abbandono permanente dell’aula da parte di tutti i deputati croati. La degenerazione nei rapporti culminò nelle stragi dei serbi durante la seconda guerra mondiale, quando lo stato indipendente della Croazia - capeggiato dal dittatore ustascia Ante Pavelić - perseguitò l’etnia serba. All’inizio delle guerre etniche degli anni novanta dopo l’aggressione serba e montenegrina alla Croazia, la popolazione serba era concentrata nelle zone della Krajina e della Slavonia, e costituiva il 12% della popolazione complessiva della Croazia. I serbi della Krajina si autoproclamarono indipendenti dalla Croazia, affermando di voler esercitare gli stessi diritti all’autodeterminazione che avevano portato la Croazia a dichiarare la propria indipendenza. Dopo la riconquista della Krajina (con l’Operazione Tempesta), circa 400.000 serbi fuggirono, incalzati dalle truppe croate e terrorizzati dalle notizie risultate poi infondate e artatamente gonfiate per propaganda, di presunte stragi di popolazioni civili perpetrate dall’esercito croato.

Negli ultimi anni il governo croato, sollecitato dall’Unione Europea, ha attuato alcune azioni volte a non ostacolare il rientro dei serbi fuggiti dalla Croazia. Una parte della popolazione serba è effettivamente ritornata. La percentuale dei serbi in Croazia risulta ancor oggi diminuita di quasi due terzi.

In Bosnia-Erzegovina vivono circa 700.000 croati, che sono una delle tre comunità etniche principali e costituenti questa nazione.

Composizione della popolazione per nazionalità dichiarata - Censimento 2001:

1.

Croati

3.977.171

(89,63%)

7.

Sloveni

13.173

(0,30%)

2.

Serbi

201.631

(4,54%)

8.

Cechi

10.510

(0,24%)

3.

Bosniaci

20.755

(0,49%)

9.

Rom

9.463

(0,21%)

4.

Italiani

19.636

(0,44%)

10.

Montenegrini

4.926

(0,11%)

5.

Ungheresi

16.595

(0,37%)

11.

Slovacchi

4.712

(0,11%)

6.

Albanesi

15.082

(0,34%)

12.

Macedoni

4.270

(0,10%)

Lingue

La lingua ufficiale è il croato, una lingua slava del gruppo meridionale che utilizza l’alfabeto latino.

Le altre lingue (serbo, ungherese e italiano) sono parlate come prima lingua da meno del 5% della popolazione.

Nella regione istriana l’italiano è parlato da buona parte della popolazione, anche se il livello di tutela della minoranza nazionale italiana è assai diverso da zona a zona.

Religioni

Cristianesimo cattolico

Ateismo

Cristianesimo ortodosso

Islam

Cristianesimo protestante

La religione predominante è la cristiano-cattolica (73,53%, secondo statistiche cattoliche), seguita da quella cristiano-ortodossa (4,4%) e dall’islam sunnita (1,3%).

Santi patroni dei Croati sono San Giuseppe e San Girolamo.

Istituzioni

La Costituzione croata del 22 dicembre 1990 ha subito, nel tempo, numerose modifiche le ultime delle quali (fine 2000 - inizio 2001) hanno apportato modifiche consistenti, passando da una repubblica presidenziale ad una repubblica semipresidenziale.

In questo modo è stata ridotta la concentrazione di poteri al presidente prevista dalla precedente versione della carta costituzionale, costruita su misura dell’ex-presidente Franjo Tuđman.

Il presidente della repubblica (Predsjednik Republike), eletto a suffragio diretto ogni 5 anni, mantiene ampi poteri sulla formazione del governo, propone infatti il Primo Ministro, nominato comunque col consenso del parlamento. Il presidente è inoltre comandante in capo delle Forze Armate della Repubblica di Croazia e dei servizi segreti. Dal febbraio 2010 il presidente in carica è Ivo Josipovic.

Il parlamento croato (Hrvatski Sabor) è un organismo legislativo unicamerale con al massimo 160 rappresentanti, eletti dal popolo per periodi di quattro anni. Il Sabor si riunisce per due periodi annuali—dal 15 gennaio al 15 luglio, e dal 15 settembre al 15 dicembre[senza fonte].

Il governo (Vlada) ha il suo capo nella persona del primo ministro, il quale ha quattro vice primi ministri e 14 ministeri, con mansioni relative a particolari settori o attività. Il ramo operativo del governo si occupa di proporre le leggi e del bilancio, del potere esecutivo, nonché della politica interna ed estera del Paese.

La Croazia ha un sistema giuridico consistente in: Corte Suprema, tribunali delle varie contee, e tribunali di città. La Corte Costituzionale si occupa di questioni relative alla Costituzione.

Il 13 gennaio 1992, il Vaticano fu il primo a riconoscere la Repubblica croata, seguito due giorni dopo dalla Germania.

Governo [modifica]

L’attuale governo è guidato da Zoran Milanović ed è composto dai partiti della Coalizione Kukuriku, che ha vinto le elezioni del 2011.

Posizione

Incarico

Nome

Partito

Primo ministro

Zoran Milanović

SDP

Vice Primo ministro

Economia

Radimir Čačić

HNS-LD

Vice Primo ministro

Politica interna e europea

Neven Mimica

SDP

Vice Primo ministro

Sviluppo regionale e fondi UE

Branko Grčić

SDP

Vice Primo ministro

Welfare e gioventù

Milanka Opačić

SDP

Ministro

Affari Esteri

Vesna Pusić

HNS-LD

Ministro

Finanze

Slavko Linić

SDP

Ministro

Interni

Ranko Ostojić

SDP

Ministro

Pubblica Amministrazione

Arsen Bauk

SDP

Ministro

Agricoltura e Pesca

Tihomir Jakovina

SDP

Ministro

Mare,trasporti e infrastrutture

Siniša Hajdaš Dončić

SDP

Ministro

Lavoro e pensioni

Mirando Mrsić

SDP

Ministro

Salute

Rajko Ostojić

SDP

Ministro

Protezione dell’ambiente

Mihael Zmajlović

SDP

Ministro

Ricerca e sport

Željko Jovanović

SDP

Ministro

Difesa

Ante Kotromanović

SDP

Ministro

Imprese e lavoro

Gordan Maras

SDP

Ministro

Famiglie e veterani

Predrag Matić

SDP

Ministro

Giustizia

Orsat Miljenić

SDP

Ministro

Turismo

Veljko Ostojić

IDS

Ministro

Costruzione e pianificazione

Ivan Vrdoljak

HNS-LD

Ministro

Cultura

Andrea Zlatar

HNS-LD

Fonte: Governo croato

Sicurezza pubblica

Il corpo della Policija e quello della Obalna straža Republike Hrvatske (guardia costiera) hanno compiti di pubblica sicurezza.

Economia

L’economia croata si basa prevalentemente sul terziario e sull’industria leggera. Il turismo riveste un’importanza crescente negli anni. Il PIL pro-capite del 2007 era di 11.161,0 euro.

L’organizzazione economica croata è attualmente post-comunista. Alla fine degli anni ottanta, all’inizio del processo di transizione verso il capitalismo, il sistema versava in buone condizioni, poi seriamente peggiorate a causa della de-industrializzazione e dei danni della guerra. A peggiorare lo stato delle cose contribuirono una forte disoccupazione e l’insufficienza delle riforme economiche. In particolare, preoccupanti erano la stasi del sistema giudiziario e l’inefficienza della pubblica amministrazione (soprattutto in materia di proprietà privata della terra).

Negli ultimi anni il paese ha conosciuto una forte crescita economica e si è preparato all’ingresso nell’Unione Europea, la quale rappresenta il suo principale partner commerciale.

Nel febbraio 2005, la Croazia ha sottoscritto il Patto di Stabilità, Crescita e Sviluppo dell’UE e ha fatto sostanziali passi in avanti verso la completa adesione. Le autorità di Zagabria prevedono una forte crescita economica nei prossimi anni, considerando che attualmente il paese soffre a causa del deficit della bilancia commerciale e del debito pubblico. Alcune grandi compagnie commerciali hanno già beneficiato della liberalizzazione del mercato croato, mentre si attende una forte espansione della produzione grazie ad un incremento degli investimenti.

Principali aziende

Jadrolinija

Kraš

Pliva

Podravka

INA - Industrija nafte

Croteam

Trasporti

Stradali

Uno dei settori che ha visto maggiore sviluppo a partire dall’indipendenza è quello dei trasporti, in particolare la costruzione di autostrade e superstrade.

Oltre all’importanza che per un’economia basata sul turismo riveste la disponibilità di una efficiente rete di comunicazione, a spingere in questa direzione hanno contribuito potentemente anche fattori storico-nazionalistici. L’interruzione, negli anni settanta della costruzione dell’autostrada Zagabria-Spalato, ritenuta dal governo centrale jugoslavo troppo "nazionalistica", a favore del collegamento diretto con Belgrado, aveva lasciato infatti in Croazia forte risentimento. Questo ha fatto sì che nel 2001 venisse lanciato un piano di costruzioni autostradali, che vedeva nel completamento del collegamento tra le due città entro il 2005 il suo punto fondamentale. I lavori di costruzione godettero di un costante appoggio popolare, culminato in manifestazioni di giubilo al completamento 26 giugno 2005 dei lavori nei termini previsti[14]. Al termine del 2007 risultano in operatività oltre 1000 km di autostrade (dai poco più di 30 iniziali) che collegano i quattro angoli del paese, tutti completati nei termini previsti o con ritardi minimi, raggiungendo nel 2010 i 1500 km complessivi[15]. A questo si aggiunga poi che i lavori sono stati giudicati da osservatori internazionali di eccellente fattura e modernità, portando anche a riconoscimenti prestigiosi[16].

Ferroviari

Analoghi investimenti sono in corso in altri settori del comparto, in particolare in quello delle ferrovie, gestite da Hrvatske željeznice, attualmente il più arretrato ed il più danneggiato dalla dissoluzione dello stato jugoslavo.

Marittimi

Con la presenza nell’Adriatico di numerosissime isole, grande rilevanza hanno i servizi di navigazione, anche grazie al forte turismo balneare della stagione estiva. Il maggiore operatore croato di servizi marittimi è la statale Jadrolinija, che opera anche sulla rotta internazionale con l’Italia. Le linee regolari tra Croazia e Italia sono le rotte Spalato-Ancona e Ragusa - Bari.

Ambiente

La superficie complessiva delle aree protette del paese è pari a 532.063,35[17] ettari, pari al 6,07% dell’intera superficie e al 9,40% della superficie di terraferma. I parchi nazionali sono otto mentre i parchi naturali sono dieci, vi sono inoltre numerosissime altre aree protette[18], i parchi nazionali sono:

Parco nazionale dei laghi di Plitvice che comprende i Laghi di Plitvice (inclusi nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO)

Parco nazionale Paklenica, un canyon nel massiccio centrale del Velebit

Parco nazionale di Brioni che comprende l’arcipelago di Brioni

Parco nazionale Risnjak, un massiccio montano nel Gorski Kotar

Parco nazionale Krka che comprende il fiume Cherca (Krka)

Parco nazionale delle Incoronate

Parco nazionale Velebit settentrionale

Parco nazionale Mljet che comprende l’isola di Meleda (Mljet)

Fauna

Ci sono molte specie di animali selvatici in Croazia, in particolare nella regione della città di Knin (Tenin). Infatti vi sono presenti lepri, volpi, daini, caprioli, cervi, cinghiali, sciacalli. Sono stati avvistati persino orsi. Fra i serpenti i più comuni sono la biscia d’acqua e il marasso.

Riserve idriche

Secondo le analisi della FAO la Croazia fa parte dei 30 stati mondiali più ricchi d’acqua collocandosi al terzo posto nella classifica europea con un totale di 32.818 m³ di riserve d’acqua rinnovabili pro capite/anno. Il Rapporto Mondiale sullo Sviluppo Idrico (World Water Development Report) delle Nazioni Unite stima le riserve a 23.890 m³ pro capite/anno.

Cultura e tradizioni

Regioni storiche e geografiche

Macroregioni della Croazia:

Croazia Centrale o Zagabrese-Moslavina-Murania

Slavonia

Croazia Montana o Liburnia-Morlacchia

Litorale Croato Settentrionale o Istria-Liburnia-Quarnero

Dalmazia

Accanto alle regioni amministrative, vengono talora individuate alcune regioni storiche e geografiche, prive di status istituzionale; oltre alle regioni storiche note, ve ne sono alcune proposte in sedi pubblicistiche:

Banovina o Banija, nella Croazia centrale tra i fiumi Sava, Una e Kupa;

Baranya o Baranja, compresa tra la Slavonia e l’Ungheria, nel nord-est della Croazia; gran parte della regione storica si trova in Ungheria;

Dalmazia, regione che include la gran parte delle isole croate; va dall’isola di Arbe fino alle Bocche di Cattaro, comprende la città di Ragusa, la più importante meta turistica della Croazia[senza fonte], e ha una superficie totale di circa 13.100 km²;

Gorski Kotar, l’area tra le città di Karlovac e Fiume; comprende anche la città di Delnice e il fiume Kupa la separa dalla Slovenia, a nord;

Istria (parte croata della penisola); Pola è la città maggiore, nella parte meridionale;

Konavle; piccola regione nella parte meridionale della Croazia da Ragusavecchia fino alla penisola di Prevlaka, vicino al Montenegro;

Kordun, regione della Croazia centrale situata tra la Licca e la Banovina;

Licca, tra la Croazia continentale e la costa, via di comunicazione tra Zagabria e il mare; ospita il Parco nazionale dei laghi di Plitvice;

Međimurje, piccola regione nella parte settentrionale della Croazia, situata tra i fiumi Mura e Drava;

Moslavina, che comprende le regioni di Zagabria, di Sisak e della Moslavina e di Bjelovar e della Bilogora; le sue città più importanti sono Kutina e Ivanić-Grad;

Podravina, intorno alla Drava lungo il confine settentrionale con l’Ungheria;

Podunavlje, lungo il confine serbo-croato che, nella parte orientale della Slavonia, segue il corso del Danubio che dà il nome alla regione (Dunav in serbocroato);

Posavina, intorno al fiume Sava e poi lungo il confine croato-bosniaco nella Slavonia meridionale;

Prigorje, intorno a Zagabria, tra Žumberak e la Moslavina;

Slavonia, la più parte maggiore della Croazia orientale, giace tra le microregioni Posavina, Podravina, Baranja e Podunavlje (verso est, lungo il confine serbo); tra le città più importanti, Osijek e Đakovo;

Sirmia (o Srijem), divisa tra la Serbia e la parte più orientale della Croazia;

Turopolje, microregione nella valle del fiume Sava a sud di Zagabria, con al centro la città di Velika Gorica;

Hrvatsko Zagorje (o semplicemente Zagorje), a nord di Zagabria, include il sito archeologico di Krapina; a nord confina con la Slovenia, la Podravina e il Međimurje, a est con la Slavonia, a ovest con il Kordun e il Gorski Kotar.

Architettura

L’architettura Croata è frutto di tradizioni composite e retaggi di epoche precedenti. Numerose sono le testimonianze di epoca romana, soprattutto in Istria e sulla costa dalmata (Anfiteatro e Arco dei Sergi a Pola, Palazzo di Diocleziano a Spalato, il sito archeologico di Salona). Vi sono anche molte architetture bizantino-romaniche, come la basilica Eufrasiana a Parenzo o la chiesa di Santa Eufemia a Rovinj. Con la conquista veneziana della costa croata, l’architettura subì decisamente l’influenza del gotico-veneziano, presente in molti palazzi delle città principali; Successivamente, l’architettura barocca si sviluppò prevalentemente nel nord e nella Slavonia, nei centri di Varaždin e Vukovar (quest’ultimo purtroppo danneggiato durante la guerra di indipendenza croata). Infine, sotto l’Impero Asburgico, furono costruiti fastosi e austeri edifici in stile austro-ungarico principalmente nelle città di Zagabria, Fiume e Pola.

Letteratura

Il primo esponente della letteratura croata è considerato Marco Marulo (1450-1524) poeta originario di Spalato; egli è famoso per aver scritto il primo documento letterario a stampa in croato, il poema Judita. Contemporaneamente a Ragusa si era sviluppata una corrente letteraria il cui maggior esponente fu Marino Darsa, che scrisse commedie sui problemi della società ispirandosi a Boccaccio e ad altri letterati italiani. La città di Ragusa, grazie anche alla sua florida economia, fu il fulcro della vita culturale croata per tutta l’età barocca; si ricorda il poeta Giovanni Gondola, che scrisse alcuni poemi riguardanti le vicende cittadine. Nell’ ’800 si sviluppò il Movimento Illirico, che mirava all’unificazione di Croati e Serbi all’interno dell’Impero Austro-ungarico; per questo le opere prodotte dai partecipanti a questo movimento trattano di temi nazionalistici, riflessivi e patriottici, pur facendo parte della corrente romantica. Durante gli anni della Jugoslavia, il maggior scrittore croato fu Ivo Andric, che vinse il Nobel per la letteratura. Ai giorni nostri, gli scrittori croati più quotati vivono all’estero, come Dubravka Ugresic.

Media

Televisione

Hrvatska radiotelevizija (HRT) - ente pubblico radiotelevisivo; trasmette su due canali

Nova TV - emittente televisiva privata, nata nel 2000. Dal 2004 fa parte del gruppo Central European Media Enterprises

Sportska televizija - emittente televisiva a tema sportivo, nata nel 2011 e posseduta dal Comitato Olimpico Croato

Doma TV - emittente televisiva privata

Giornali

Večernji list - quotidiano a diffusione nazionale

Cucina

La cucina croata è molto variegata ed è proprio per questo conosciuta di più sotto le sue denominazioni regionali. Le sue radici le ha già nel periodo preslavo ed antico. La differenza nella scelta degli ingredienti e della preparazione di essi viene accentuata soprattutto se si paragona la parte continentale con quella marittima. Per la cucina continentale, le basi sono state gettate dalla cucina preslava e dai contatti, molto più recenti, con cucine più conosciute e rinomate - quella ungherese, viennese e turca. Le regioni della costa sono caratterizzate dagli influssi dei Greci, Romani, Illiri; poi dei Veneziani e più tardi anche dalle cucine italiana e francese. Alcuni tra i più famosi piatti tipici sono essenzialmente a base di pesce appena pescato e cotto, servito con contorno di bietola (blitva) o patate (krumpir). Allo stesso modo si servono i frutti di mare, come le vongole (mušule), gli scampi (škampi), le ostriche (kamenice) e i mitili (dagnje). Un antipasto estivo molto comune è la salata od hobotnice, un’insalata di pollo con patate, cipolline e polpo. Gli influssi della cucina italiana (e specificatamente di quella veneziana) sono presenti nei risotti (rižot), come lo crni rižot, il risotto al nero di seppia, o il rižot sa škampima, il risotto ai gamberetti. I dolci sono pochi, e il più comune è la palačinke (crepes), serviti con nocciole, marmellata o cioccolato. Nei dintorni di Ragusa si può assaporare la rožata, simile alla crême brulée, mentre sull’isola di Lissa il dolce tipico è la pogača, una focaccia sottile farcita.

GEOGRAFIA

La Croazia è situata nell’Europa meridionale, si affaccia sul Mare Adriatico e il suo territorio comprende parte delle Alpi Dinariche e l’estremo occidentale del bassopiano Pannonico.

Morfologia

Da un punto di vista morfologico il paese può essere distinto in tre zone con caratteristiche climatiche, geografiche e culturali diverse: la fascia costiera, le catene montuose e la vasta area pianeggiante

Il bassopiano pannonico

Nella parte orientale del paese si trova un’estesa pianura interrotta solo da alcune formazioni collinari, l’area fa parte del bacino dei fiumi Drava e Sava, affluenti del Danubio. In questa zona dal clima continentale, si distinguono la Croazia settentrionale e la Slavonia:

la Croazia settentrionale comprende l’area tra il fiume Kupa e il confine con l’Ungheria, le pianure lungo il fiumi Sava e Kupa, le aree intorno alle città di Zagabria, Karlovac e Sisak che demograficamente ed ec

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