L’INAUDITA VIOLENZA DEL MONDO ONLINE
In aumento, tra i minori, i reati di pedopornografica sul web
Cercare di circoscrivere tale fenomeno non è assolutamente semplice, soprattutto se parliamo di giovani vite che spesso e volentieri diventano merce di scambio per persone poco raccomandabili. Stando agli ultimi dati, forniti dal “Dossier abuso sessuale e pedofilia” (2019) e curato dal Telefono Azzurro, ogni giorno vengono scaricati ben 720mila prodotti multimediali rappresentanti abusi su minori. Lo stesso presidente dell’ente, Ernesto Caffo, scuote le istituzioni, dichiarando: “E’ chiaro che dobbiamo aumentare il nostro impegno nel considerare la sicurezza online dei bambini una priorità su base mondiale”. Il quadro davanti a noi, è veramente sconfortante! A maggior ragione se leggiamo le stime che parlano di un incremento di circa l’83% di video e immagini pedopornografiche. A rafforzare tristemente queste statistiche è l’ultima indagine portata a termine dalla Polizia postale, che ha denunciato venti minorenni per i reati di detenzione, divulgazione, cessione di materiale pornografico ed istigazione a delinquere aggravata. Tale operazione è stata eseguita dai poliziotti del Compartimento Polizia postale per la Toscana e soprannominata “Dangerous Images”, coordinati dal procuratore capo per i minorenni Antonio Sangermano.
Il tutto ha avuto inizio quando una delle madri dei ragazzi trova, sul cellulare del figlio, svariati filmati hard, vedendo protagoniste giovani vittime. Recandosi subito alla polizia postale, sono emersi un numero spropositato di foto e video, scambiati con altri ragazzi sui diversi social, come Whatsapp, Telegram ed altre applicazioni. Paradossalmente, erano presenti anche altri tipi di contenuti, provenienti dalla frontiera del Dark web, che rappresentavano scenari abominevoli come suicidi, mutilazioni e decapitazioni di persone. L’indagine si è protratta per ben cinque mesi, facendo emergere una rete di collegamento che abbraccia diverse città italiana, da Lucca fino a Potenza.
Ritornando ai dati fornitici dal Telefono Azzurro, l’adescamento e la pedopornografia online costituiscono il 7,9% e il 5,40%. Basti pensare che nella sfera della pedopornografia online sono state registrate, solo nel 2019, 532 denunce e 43 arresti, con ben 2077 siti finiti nella black list. Ad oggi, visto l’aumento di questo triste fenomeno, ci si chiede quale sia realmente la responsabilità dei social network, considerato che in media i bambini dai cinque ai quindici anni sono online quindici ore e diciotto minuti a settimana. Bisogna sottolineare che le piattaforme social non danno un grosso contributo per combattere questi crimini. La storia di questi ragazzini, che vede un diciassettenne il più grande del gruppo, ci deve spingere ad un’accurata riflessione: l’era del digitale ha portato molti benefici nella vita quotidiana, ma nello stesso tempo è motivo di angoscia e frustrazione per tante giovani vite e dei loro genitori. L’auspicio concreto è che venga estirpato e curato per sempre questo cancro sociale. Non basta solamente punire i colpevoli ma occorre concretamente educare le nuove generazioni al rispetto della persona e alla conoscenza più profonda della vera essenza della vita.
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