L’UGIAT O OCCHIO DI HORUS

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Secondo la mitologia egizia, HORUS era figlio di Iside e Osiride.

La storia racconta che Osiride fu ucciso e smembrato da Seth, dio del caos e suo fratello minore.

Volendo vendicare il padre, Horus ingaggiò contro lo zio una feroce battaglia nel corso della quale quest’ultimo gli strappò l’occhio sinistro.

L’occhio - chiamato UGIAT - fu smembrato in 6 pezzi che furono trovati e raccolti da Hathor, dea della gioia.

Toth, dio della Luna, della scrittura e della magia, rimise insieme i pezzi aggiungendo anche una piccola porzione - rappresentata come una lacrima - simbolo del potere magico che gli diede in dono.

L’occhio sinistro di Horus rappresenta la Luna perché, come lei, aumenta ogni notte di una piccola porzione.

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doppio occhio di Horus - Tempio di Sobek

Da quel momento l’occhio di Horus divenne il più potente amuleto dell’antico Egitto, simbolo di protezione e di prosperità ma anche del potere regale e della buona salute.

Questo simbolo ha un profondo significato esoterico. Gli occhi di Horus rappresentano il Sole e la Luna: l’occhio sinistro, simbolo del passato, del principio femminile e della passività, rappresenta la Luna mentre l’occhio destro, simbolo del futuro, del principio maschile e dell’attività, rappresenta il Sole. I due occhi insieme costituiscono l’intero universo, il potere della ragione e dell’intuizione ma sono anche sorgente di invulnerabilità, di trasformazione e di rinascita: per questo motivo l’occhio di Horus veniva posto, come amuleto, all’interno del bendaggio dei Faraoni, come fu il caso per Tutankhamon.

Si fa spesso confusione tra l’Occhio di Ra (Hor-akty) e l’Occhio di Horus. Ra, il dio Sole, era la più importante divinità dell’antico Egitto; egli “inviava il suo occhio” sulla terra per punire l’umanità. In seguito poi al sincretismo tra Horus e Ra, l’Occhio di Horus e l’Occhio di Ra divennero sinonimi benché fossero graficamente ben distinti.

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Ra e l’Occhio di Horus

Horus significa FALCO ed è infatti così che viene raffigurato, con il corpo antropomorfo e la testa di falco. La caratteristica di questa splendida creatura è di volare alta nei cieli: per questo gli antichi egizi diedero questo nome al sole e ai pianeti del sistema solare.

Sole (Ra) = Horus del doppio orizzonte (Horakhty)

Mercurio = Horus giovane (Hor-Renpi)

Marte = Horus rosso (Hordesher)

Giove = Horus che conosce il mistero (Horuepeshtaui)

Saturno = Horus toro del cielo (Horkapet)

Come già accennato, Horus perse l’occhio sinistro (la Luna) in battaglia contro Seth, per vendicare la morte di suo padre Osiride.

Toth rimise insieme i 6 pezzi dell’occhio creando la luna piena e poi li restituì ad Horus. Ognuno di questi pezzi rappresenta uno dei cinque sensi più un sesto, che li comprende tutti.

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L’occhio di Horus: sensi e unità di misura

Spirituali ma anche pratici - le due cose non devono mai essere disgiunte - l’Ugiat era anche usato come unità di misura dei cereali e come unità di calcolo per scrivere le frazioni aventi il numero 64 come denominatore comune.

Tuttavia sommando le varie parti si ha un totale di 6364: la leggenda vuole che il restante 164 fosse stato aggiunto dal dio Toth sotto forma di poteri magici.

Ma c’è dell’altro. L’Occhio di Horus assomiglia in maniera impressionante ad una particolare sezione del cervello umano, ovvero al Talamo e alla GHIANDOLA PINEALE a questo collegata, quasi fosse un’immagine stilizzata di quest’organo.

È ormai noto che la ghiandola pineale è associata al TERZO OCCHIO, ovvero al Sé profondo e alla percezione dell’invisibile. Ne possiamo quindi dedurre che l’occhio di Horus ci indica a quale parte del cervello dobbiamo fare affidamento per compiere il cammino spirituale.

L’occhio di Horus è l’occhio dell’anima: lo sa bene il Nuovo Ordine Mondiale che ne ha invertito però il significato facendone il simbolo del controllo delle popolazioni del mondo.

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banconota da 1 dollaro americano: la piramide e l’occhio onniveggente

Ad ogni modo, da prima che la tradizione massonica utilizzasse questo mito, l’occhio di Horus è utilizzato come amuleto protettivo e come segno distintivo di coloro che sono “svegli e coscienti”, che hanno “gli occhi aperti” non soltanto sulle realtà fisiche e materiali ma anche - se non soprattutto - su quelle spirituali.

Il messaggio è quindi quello di porre attenzione alla vita in tutte le sue dimensioni, cioè di vivere con CONSAPEVOLEZZA.

Per concludere, vediamo il rapporto simbolico tra l’occhio sinistro e l’occhio destro di Horus.

Perso in battaglia e poi restituitogli da Toth, L’OCCHIO SINISTRO rimane comunque imperfetto: è l’occhio cieco di Horus, destinato all’uomo.

L’OCCHIO DESTRO, invece, è sano ed è l’occhio divino, il SUO occhio.

Nel cap. LXVI del Libro dei Morti si legge: “Io sono Horus, il figlio primogenito di Osiride, che dimora nel mio occhio destro. Giungo dal cielo e rimetto Maat (dea della verità e della giustizia) nell’occhio di Ra (il dio Sole)che, per gli antichi egizi, è appunto l’occhio sinistro.

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Occhio sinistro: Dio-uomo.

Occhio destro: uomo-Dio

Nel corso del suo passaggio terreno, Horus deve “ritrovare il suo occhio” per poterlo reimpiantare nel bulbo oculare vuoto.

È compito degli uomini far si che Horus riconosca in loro il proprio occhio: ma come? Praticando le 42 prescrizioni indicate dalla dea Maat, ovvero praticando la giustizia verso se stessi, verso il prossimo e verso la creazione.

Solo così l’uomo diventerà dio e Horus si riconoscerà in lui. E l’occhio destro di Horus non sarà più cieco.

Simona HeArt

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