L’inclusione e l’accoglienza nella scuola del nuovo millennio

LE INTUIZIONI DELLA MENTE

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Il rapporto tra socialità ed educazione si presenta così legato che i due termini possono dirsi consustanziali l’uno altro. Con socialità può intendersi, infatti, non soltanto semplicemente la caratteristica degli esseri umani a vivere in gruppo, la tendenza dell’uomo alla convivenza sociale, ma più propriamente può riferirsi a quel processo di trasmissione di informazioni che rende possibile la sopravvivenza e l’evoluzione dei singoli e delle società nella storia.

In altre parole, la socialità è un processo di apprendimento che porta le giovani generazioni a preferire specifici codici di comportamento, norme, interpretazioni della realtà che costituiscono il patrimonio culturale che le vecchie generazioni hanno già sperimentato e considerato come
l’inclusione e l’accoglienza nella scuola del nuovo millennio soluzioni di sopravvivenza.
Le istituzioni, in primis quella scolastica, si occupano di fornire gli elementi di questa trasmissione.
Ma il concetto di socializzazione, a cui le scienze sociali ricorrono come sinonimo di socialità, appare molto più complesso ed è perciò oggetto di studio di moltissime branche scientifiche, poiché sono in gioco lo sviluppo dell’individuo e l’apprendimento, ovvero dimensioni condivise e individuali dei processi di formazione della persona e di partecipazione a molteplici aspetti della vita sociale.
Infatti la socializzazione comporta l’integrazione o l’adattamento degli individui in varie strutture e relazioni sociali, rappresentate dalla classe, dalla famiglia, dalle reti amicali, dalla scuola e dall’ambiente di lavoro.

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Dunque il concetto di socializzazione è poliedrico e viene analizzato da differenti prospettive: in sociologia si parla propriamente di un trasferimento intergenerazionale di valori culturali, sistemi simbolici e norme sociali al fine di garantire la continuità dei sistemi sociali e la crescita del bambino e dell’adolescente in conformità alle norme e ai valori dominanti. In psicologia indica invece i processi di sviluppo della personalità nei differenti ambiti relazionali: dalla famiglia ai differenti contesti storici e sociali.

In qualche modo le due prospettive sembrano ricalcare la dicotomia storica dei teorici schierati dalla parte di Thomas Hobbes, il quale metteva l’accento sul controllo sociale dell’egoismo e dei bisogni umani, e quelli a favore dell’idea propugnata da Jean-Jacques Rousseau, che invece credeva in uno sviluppo autonomo dell’individuo. Sempre facendo ricorso alla storia si ricorda come invece Karl Marx ebbe il merito di mettere in relazione le condizioni storiche e sociali da un lato e la struttura della personalità dall’altro, definendo l’individuo come "un insieme di relazioni sociali".
Definizioni più recenti tendono infatti ad includere le diverse prospettive per cui la socializzazione è considerata un processo di sviluppo e di formazione della personalità umana che dipende sia dal patrimonio genetico sia dall’interazione dell’individuo con le condizioni di vita sociali ed ecologiche.
Gli sviluppi teorici hanno portato all’affermarsi di una concezione della socializzazione come un processo di ’autosviluppo’ individuale di carattere attivo ed esteso a tutto il corso dell’esistenza.
Tale processo si basa sulla capacità di agire dell’individuo, sulle sue strutture e norme di interazione in specifici contesti storico-sociali, e contribuisce a formare il soggetto sia come membro della società che come personalità unica.

Del resto l’individuo non è che una cellula comunicante con ciascuna altra cellula di uno stesso organismo, la sua crescita avviene in concomitanza ed è direttamente influenzata dallo sviluppo dell’intero organismo. L’uomo non è un essere indipendente e sufficiente a se stesso; da solo non può vivere, non può fisicamente e psicologicamente svilupparsi, non può perfezionarsi: la socializzazione è l’espressione della sua vera natura.

Per questo gli psicologi ritengono che il requisito fondamentale per un adeguato inserimento nella società passi prima di tutto per la comprensione di se stessi, attraverso un processo che inizia in tenera età con la socializzazione stessa. È infatti con l’interazione con la famiglia di appartenenza che ha luogo la cosiddetta "socializzazione primaria" che permette al bambino di instaurare il primo e fondamentale nucleo di relazioni significative. Esse consentono di avviare in maniera decisiva la formazione della sua personalità che proseguirà poi la sua crescita con l’allargamento della cerchia di relazioni al di là del nucleo familiare.

Storicamente già gli esponenti della Scuola di Francoforte associarono la critica sociale ad alcune tematiche della psicanalisi prendendo le mosse dalla critica della famiglia. In un suo famoso studio Adorno e i suoi collaboratori mettono in relazione lo stile educativo repressivo della famiglia borghese che tende a inibire i bisogni e l’indipendenza dei figli con il conservatorismo sociale ed economico: nella società di classe gli individui sono soggetti a pratiche educative autoritarie per sviluppare strutture della personalità che li rendono adatti alla struttura sociale. Per quanto contestato quest’approccio costituisce un importante esempio di ricerca interdisciplinare sulla socializzazione.
A partire dagli anni sessanta, nel periodo della contestazione studentesca, venne a lungo dibattuto il problema del rapporto tra sviluppo della personalità, apprendimento e società. Riguardo alla scuola questo dibattito che ancora lega problematica individuale e sociale servì a spiegare le differenze di rendimento scolastico tra i bambini provenienti da famiglie del ceto medio e i figli di genitori proletari, e divenne con ciò un concetto chiave per la ricerca e per la riforma delle strutture educative.

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La scuola oggi si preoccupa in particolar modo di socializzazione, ovvero di accompagnare quel processo attraverso il quale gli individui sviluppano, nel corso dell’interazione sociale un grado di competenze comunicative e di abilità all’interno di una determinata cultura, adottando i modelli di comportamento, le norme e i valori della propria società.

Leonardo Bianchi

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