L’ESSERE UMANO E’ UN PROGETTO ALIENO ?

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Chi siamo?
Da dove veniamo?

Siamo soli nell’universo?

Queste sono solo alcune delle domande alle quali l’uomo cerca da sempre di dare una risposta, con correnti filosofiche, religioni ecc..
Certo la scienza ci informa che a tali domante una risposta esiste già e che l’uomo spesso non l’accetta solo perché tale "verità" contrasterebbe con l’aspettativa che si è andata a consolidare nei secoli, ossia si tratterebbe di una verità scomoda:

  • Siamo una semplice forma di vita che ha sviluppato autocoscienza e intelligenza,
  • Siamo il frutto dell’evoluzione naturale (Darwin docet),
  • Non siamo soli nell’universo ma non raggiungeremo mai le altre forme di vita per via delle insuperabili distanze siderali.

La cosa potrebbe finire qui, ma personalmente ritengo anche queste ultime tre risposte siano il frutto di una non accettazione di probabili verità alternative e, ancora una volta, scomode per l’attuale mondo scientifico.

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E se la Terra fosse stata un grande laboratorio scientifico e gli esseri umani fossero il prodotto finale di esperimenti portati avanti da intelligenze extraterrestri?
Per quanto molti studiosi ritengano questa domanda stupida e priva di ogni fondamento logico, in realtà una risposta affermativa potrebbe mettere d’accordo scienza, filosofia e religione.

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Secondo il ricercatore svizzero Erich Von Däniken, noto per la divulgazione delle famose “teorie degli antichi astronauti”, le leggende che ci sono state tramandate da antichissime civiltà andrebbero prese molto più seriamente di quanto non sia stato fatto finora.
Non potrebbe essere una semplice casualità il fatto che nella mitologia della maggior parte delle civiltà umane è presente l’immagine di divinità che scendono dal cielo.

Secondo lo scrittore svizzero, se alieni d’aspetto umanoide fossero atterrati sul nostro pianeta in epoche passate, gli esseri umani non avrebbero potuto fare altro se non considerarli divinità o spiriti.
Del resto, se noi raggiungessimo alcune tribù africane che ancora oggi vivono isolate dal mondo, e atterrassimo nel loro villaggio con i nostri elicotteri, probabilmente queste persone ci identificherebbero con divinità scese dal cielo e forse tramanderebbero la storia da generazione in generazione.

Le rappresentazioni antiche di questi “alieni” scesi sulla terra sarebbero tantissime, tutte raffigurerebbero più o meno esseri dall’aspetto umanoide con indosso scafandri, abiti che ben ricordano le moderne tute spaziali, e a volte sono rappresentati all’interno di veivoli che senza troppa fantasia sembrerebbero proprio navicelle spaziali, dischi volanti, ciò che oggi chiameremmo UFO.
No è tutto, secondo alcune teorie questi alieni non avrebbero solo visitato il nostro pianeta di tanto in tanto, gli extraterrestri avrebbero anche creato l’homo sapiens, manipolando geneticamente alcuni esemplari di ominide già presenti sul pianeta e creandosi esseri (probabilmente servitori) a loro immagine e somiglianza.

Secondo Erich Von Däniken gli esperimenti furono numerosi, diversi tipi di homo furono eliminati in quanto non soddisfavano le loro aspettative e, alla fine, rimase solo l’homo sapiens sapiens, che inizialmente venerava i membri di questa civiltà aliena come fossero divinità, e probabilmente potremmo definirli tali se posti in relazione all’essere umano.

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Una variante molto interessante di questa teoria è quella proposta dallo scrittore Zecharia Sitchin secondo il quale gli antichi testi sumeri e mediorientali, se letti e tradotti nel modo corretto, indicavano che gli dei delle culture mesopotamiche altro non fossero che alieni, i famosi Annunaki, arrivati sulla Terra 450.000 anni fa e provenienti da un pianeta identificato col nome di Nibiru.

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Nell’ultimo decennio poi sono divenute molto note le teorie dello studioso e scrittore Mauro Biglino, secondo il quale la Bibbia, se tradotta letteralmente e in maniera corretta, non parlerebbe affatto di Dio inteso come “theos” ma di esseri (probabilmente alieni) noti come Elohim.

Questi esseri sarebbero giunti sulla Terra e poi sarebbero stati divinizzati dai popoli antichi, avrebbero creato homo sapiens grazie a tecniche avanzate di ingegneria genetica.

Secondo tale interpretazione, la Bibbia non racconterebbe affatto la storia del rapporto tra un Dio e la razza umana ma la storia del rapporto tra uno degli Elohim, noto come Yahweh (probabilmente un Generale o comunque un membro di alto grado in quella che potremmo definire un’organizzazione militare della società) e il suo popolo, gli israeliti.

cms_28891/5.jpgGli Elohim non erano soltanto tecnologicamente avanzatissimi rispetto al genere umano che loro stessi avevano creato, ma erano dotati di una vita lunghissima, circa 30.000 anni umani secondo Mauro Biglino.

Questa eccezionale longevità li rendeva immortali agli occhi degli uomini, che potevano avere rapporti con lo stesso Elohim per diverse generazioni, ma nei fatti erano, e sono a mio avviso, esseri del tutto mortali.

Secondo Biglino non tutti gli Elohim erano militari e dittatori, molti erano scienziati, coltivatori, legislatori, ingegneri, sapienti o artisti, ad esempio amanti della letteratura, della bellezza o della musica come molte divinità dell’antica Grecia (grazie a Dio, verrebbe da dire in maniera sarcastica).

In conclusione quindi, sembrerebbe che diverse civiltà antiche abbiano voluto tramandare, in maniera differente e con termini differenti, la medesima storia: la creazione dell’uomo da parte di esseri che potremmo definire alieni, dotati di tecnologie avanzatissime, prestanza fisica superiore, aspetto quasi del tutto simile a quello di noi esseri umani (siamo a loro immagine e somiglianza, ma non identici), intelligenza e un arco vitale talmente lungo da farli sembrare immortali agli occhi dell’uomo sapiens.

Mario Contino

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