L’INFERNO DEL TIGRAY
Massacri, violenze sessuali, scarsità di viveri: cosa sta succedendo

Purtroppo non è solo l’Afghanistan a vivere profondi dissidi interni, con enormi ricadute sulla qualità di vita dei cittadini. L’inferno si sta scatenando anche in Tigray, dove le Forze Eritree di Difesa (EDF), intervenute a supporto dell’esercito di Addis Abeba negli scontri contro il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), stanno mettendo in atto gravi violazioni dei diritti umani, tra cui abusi sessuali e massacri. Una guerra interna che ha messo in fuga oltre 63mila cittadini, diretti verso le vicine regioni del Sudan orientale. Come confermato dall’Onu, l’80% della popolazione starebbe patendo la fame poiché i militari hanno serrato le vie di comunicazione, impedendo la distribuzione di beni di prima necessità.
Intanto, il responsabile del controllo delle attività estere per il Dipartimento del Tesoro, Andrea Gacki, si è così espresso: “È urgente che l’Eritrea ritiri le proprie forze dall’Etiopia ed è urgente che le forze in campo decidano per un cessate il fuoco per aprire negoziati e far finire gli abusi e le violazioni dei diritti umani”. Filipos Woldeyonnes, a capo dello staff delle EDF, si trova attualmente iscritto nella blacklist del Dipartimento del Tesoro Usa.
In un’inchiesta resa pubblica lo scorso aprile su Reuters, alcuni medici hanno riferito drammatici aneddoti su ciò che le donne tigrine sono state costrette a subire, dichiarando che le vessazioni sarebbero perpetrate dai militari etiopi e dagli alleati eritrei. L’Unicef ha fatto sapere che più di 100mila bambini potrebbero essere esposti a grave malnutrizione nei prossimi mesi.
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