L’OUTFIT DELLA CANZONE ITALIANA
SECONDA SERATA DELLA 69ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO

Sta per cominciare la seconda serata del Festival di Sanremo e le speranze sono tante, che gli autori abbiano raddrizzato il tiro, che i presentatori, almeno questa sera, ci degnino della loro presenza sul palco dell’Ariston, che lo scenografo ci regali molta più luce, che il glamour, dopo la prima serata, si palesi, che il black sia abolito o perlomeno centellinato, che il made in Italy, visto che siamo in eurovisione, ci faccia fare una bella figura. Quando avevo saputo che sarebbe stato Giorgio Armani a vestire per la prima serata la bella Virginia Raffaele avevo fatto salti di gioia, avrei rivisto i meravigliosi abiti che solo poche settimane fa avevano sfilato a Parigi dove il designer Giorgio Armani non aveva fatto il designer Giorgio Armani, la sua collezione di haute couture, come ho già scritto, è stata un tripudio di nuance che non ti aspetti da Armani, il blu royal, il rosso lacca, il verde brillante, che lascia in secondo piano il suo amato greige e il suo nero. E’ stata una gioia per gli occhi vedere quei tessuti laccati, le paillettes e le piume, ma appena ho visto il primo outfit della Raffaele ho subito pensato: “Armani ha portato sul palco dell’Ariston il vecchio se, il velluto, il black and white, le linee pulite e strutturate”. Ci ho pensato tutto il giorno e sono arrivata all’unica conclusione possibile, che gli abiti da sogno visti a Parigi sono stati “prenotati” dalle star di Hollywood per il red carpet della notte degli Oscar e quindi inaccessibili alla Raffaele, non ci resta che aspettare il ventiquattro febbraio e vedere se questa mia supposizione si rivelerà giusta. Ma se così fosse non ci resta che constatare, ancora una volta, che una donna dello spettacolo italiano può indossare un abito già indossato, due anni fa, dall’attrice Nicole Kidman (il primo abito della prima serata indossato dalla Raffaele), ma una star hollywoodiana non può indossare un abito già visto e indossato da una donna dello spettacolo italiano e che il Festival di Sanremo in confronto alla serata degli Oscar è una kermesse che non esiste.
Purtroppo tutte le speranze si sono dissolte, la luce non è arrivata, il black non è stato abolito visto che Virginia Raffaele si ostina ad indossare la nuance a lei meno adatta, ma in compenso sono tornati gli abiti old style che Nilla Pizzi, al cospetto, sembrava fresca, giovane e trendy. Grazie a Dio i suoi capelli sono raccolti e quei ciuffetti dispettosi hanno visto come sono fatti un phon e una spazzola, che ti viene voglia di andare lì con le forbici e zac..darci un taglio! Gli orecchini e la spilla con due cuori trafitti come il cuore di tutte le fashion addicted che sono davanti alla TV sarebbero piaciuti tantissimo alla mia nonna, praticamente un inno alla tristezza, per non parlare della scollatura ancora peggio di quelle della prima serata, hai voglia a scrivere articoli su articoli di fashion e tendenze se poi cadono nel vuoto catodico. Una lettrice, a commento dell’articolo della prima serata, mi scrive che avrebbe gradito, come gli scorsi anni, leggere le pagelle, ma come avrei potuto dare i voti ad outfit palesemente invotabili, come quest’abito lugubre dallo strascico e dal taglio in vita improbabili. Chi, nel fashion system, si sarebbe mai aspettato dalla la maison che ha inventato una nuance, il rosa Schiapparelli un abito così triste che nemmeno Morticia Addams indosserebbe. Claudio Bisio scivola sullo spezzato, ma in confronto alla giacca di ieri sera è una quisquiglia. Di questo passo, in questa totale assenza di stile, di dress code, di proporzioni, di colore, io non ci arrivo a sabato, per fortuna che a sostegno della mia sanità fashionista arriva in soccorso la fashion week newyorkese con le sue collezioni e sfilate da guardare.
La cantante Arisa per la seconda serata sceglie, guarda caso, un outfit total black, la jumpsuit ha un bello scollo asimmetrico e i pantaloni palazzo sono sempre la scelta più chic e strategica perché hanno il dono di rendere lunghe anche le gambe che lunghe non sono. Ahimè l’orlo è troppo lungo, infatti la cantante rischia di inciampare più volte durante la performance e che la costringe a compiere un gesto inelegante come quello di tirarsi su i pantaloni. La jumpsuit, a parte l’orlo, è bella e le sta bene, ma come ho già detto ieri per Paola Turci, una jumpsuit è la scelta più glamour per salire sul palco dell’Ariston. Con un outfit così si esce a cena con gli amici, non per andare a cantare a Sanremo, d’altro canto il make up e l’acconciatura, come la prima serata, sono perfetti.
Fiorella Mannoia, alla stregua della sua collega Loredana Bertè, si veste da Fiorella Mannoia, sono anni che il suo outfit è il medesimo, tailleur con pantalone skinny total black, le décolleté che non si possono perdonare, i capelli sempre più rossi e sempre raccolti. Questa volta la variante è la brutta stampa damascata e il gilet che avrebbe fatto meglio a non indossare e portare la giacca a pelle come insegna la sua collega Paola Turci.
Finalmente con l’entrata sul palco dell’Ariston di Michelle Hunziker e del suo bellissimo abito arriva il glamour e finalmente si vede un bustino che fa il suo dovere, esaltare il seno e il punto vita, un bustino quasi spalmato addosso per effetto delle micro paillettes. Una maxi gonna in tulle color bianco sporco decorata da multi fili di paillettes celava un pantalone skinny in stile smoking, perfetta la scelta di raccogliere i capelli per lasciar parlare solo l’abito e Michelle si merita un bel nove. Questo è un abito di Armani Privè e questo ci impone una domanda: “perché alla Raffaele sono andati gli abiti più brutti della collezione?”.
La cantante Loredana Bertè ha lavato il suo abito indossato ieri sera e se l’è rinfilato addosso anche stasera con l’unica variante che l’abito è apparso scolorito, evidentemente il lavaggio è stato sbagliato, però le calze contenitive resistono imperterrite. Credetemi, non ho più parole da scrivere per commentare gli outfit di questa 69esima edizione del Festival di Sanremo, solo l’ironia mi può tenere sveglia.
La kermesse del total black continua con l’uotfit di Paola Turci che come la Bertè ha lavato la jumpsuit della prima serata dimenticando di separare i bianchi dai neri con il risultato che la jumpsuit è passata dal bianco al nero. Ripeto le stesse parole di ieri, la jumpsuit le cade a pennello, l’orlo dei pantaloni è perfetto, la scollatura profonda è perfetta per chi ha poco seno, stasera non le perdono le décolleté, ma ripeto non è un outfit da Sanremo, trucco e parrucco non pervenuti.
La cantante Federica Carta in duetto con Shade dopo l’abito “palla stroboscopica” della prima serata ci infligge l’abito “da soldato ussaro” in questa seconda serata. I tronchetti ammazza silhouette resistono e nemmeno le calze contenitive color carne hanno subito danni, il make up fa un passo in avanti, ma l’acconciatura retrò, se pur bella, non centra niente con l’outfit stile ussaro.
L’abito creato per lei dall’Atelier Emé per uno sketch dove interpreta la Carmen di Bizet è un abito scenografico in satin di seta di un rosso meraviglioso che le dona tantissimo e il bustier con giochi d’intrecci è perfetto. Finalmente una macchia di colore in questo Festival in bianco e nero, anche l’acconciatura è la migliore della Raffaele, come il make up e i gioielli. Doveva entrare nei panni di Carmen per prendere un bel nove!
Il secondo abito ufficiale di Virginia Raffaele è un’armatura da soldato romano che cerca, in modo patetico, di essere fru fru con le ruches sulle spalle e un profilo rosa che attraversa la parte superiore dell’abito. Già rimpiango l’abito rosso della Carmen, con l’armatura silver si ritorna al grigiore, alle linee rigide, alla tristezza, ai sandali da vecchia signora, l’unica nota positiva è l’assenza dei ciuffetti spioventi ai lati del viso anche se i capelli sciolti non si possono guardare tanto è grave lo scempio del taglio del tutto sbagliato.
Quasi all’una di notte sale sul palco dell’Ariston l’attrice Laura chiatti, che se pur per una manciata di minuti, porta al Festival di Sanremo ciò che è mancato sino ad ora, un abito originale, sexy, con un pattern di colori strepitoso, dal sapore primaverile che spazza via tutto il grigiore di queste due serate e i fiori che, inspiegabilmente, in questa edizione sono spariti.
Al termine di questa seconda serata all’orizzonte si profila sempre più chiaramente che sarà una kermesse in bianco e nero, dove ancora latitano i presentatori, lo spettacolo, un lavoro autorale degno di questo nome e il glamour. A mia memoria, questa è l’edizione più anti fashion della storia, nemmeno ai tempi dell’austerity del governo Monti il Festival di Sanremo si era fatto contagiare dall’ horror vacui del loden dell’allora Presidente del Consiglio.
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