L’oro nero rincorso dallo sviluppo

Se non fosse stato per le dimissioni di Federica Guidi dalla carica di Ministro dello Sviluppo Economico, rassegnate la scorsa sera, con una lettera al Premier, di quel petrolio lucano si saprebbe poco e niente. Che in Italia vi fossero giacimenti petroliferi ne era convinto Enrico Mattei che nel ’ 40 scoprì la “potente benzina” a Cortemaggiore. E forse per la recessione, forse per il convincimento che il pieno passaggio alle fonti rinnovabili impieghi necessariamente del tempo, le idee dell’imprenditore statalista, mito italiano di un’economia sociale di mercato, hanno trovato nuova linfa nella ricerca.
Chissà come sarebbero andate le cose in Italia se la vita di Mattei non fosse stata prematuramente stroncata… forse in luogo delle trivellazioni avremmo già una nostra raffineria, magari partecipata dallo Stato. Magari a Viggiano dove le royalties pagate dalle multinazionali sulla produzione di idrocarburi, petrolio in testa, hanno portato nelle casse del Comune denari per 142 milioni di euro che hanno reso la vita degli abitanti assai felice. Si perché oltre all’assenza di disoccupazione, prossima allo zero grazie anche al sostegno all’imprenditoria, non si pagano tasse locali, si fruisce di un bonus bebè che può arrivare fino a 5 mila euro e di borse di studio universitarie che coprono circa l’80% delle spese. Per non parlare delle infrastrutture: palestre all’avanguardia, scuola di musica e abitazioni ristrutturate grazie al rimborso di quattro quinti della spesa. Dulcis in fundo: benefit gas dai 600 ai 1000 euro l’anno per il riscaldamento.
In totale i soldi che la Regione Basilicata ha incassato dal petrolio, che registra una produzione pari a 82.630 barili al giorno (più 3,98 milioni di standard mc quotidiani di gas) , ammontano a 1,3 miliardi di euro. 290 sono andati negli ultimi sei anni al Fondo nazionale idrocarburi per finanziare i buoni benzina elargiti a tutti i patentati della regione, compresi quelli che risiedono lontano dai pozzi che occupano appena lo 0,5% dell’intero territorio.
Perché osteggiare uno sviluppo che potrebbe portare al paese un grosso miglioramento economico, creando anche posti di lavoro? La cultura ambientalista fondata sul rispetto del pianeta e dei suoi abitanti è essenziale e denota una crescente sensibilità, ma affinché sia esercitata correttamente c’è bisogno della giusta cognizione. Non ci si può basare sul “sentito dire” soprattutto se poi si critica un’economia carente in sviluppo.
Fa riflettere il dato emerso dal “Registro dei tumori della Basilicata” che rivela come l’incidenza locale dei cancri sia “al di sotto di quella nazionale e in linea con la media delle regioni del centro sud”. Registrando nella Val d’Agri, in cui si trova Viggiano, il minor tasso. Appare dunque difficile imputare alla ricerca petrolifera la causa della patologia.
L’adiacente lago Pertusillo , importante bacino artificiale impiegato nella produzione di energia idroelettrica, teatro negli ultimi dieci anni di una strana moria di pesci, ha animato una caccia all’idrocarburo senza precedenti. Peccato però che il rapporto dell’ARPAB del 17 novembre scorso, che ha visto il coinvolgimento di diversi laboratori italiani, abbia collegato il fenomeno agli scarichi illegali di rifiuti derivanti da agricoltura e allevamento”.
Se dopo le perforazioni l’Europa ha inoltre riconosciuto a sei nuovi prodotti lucani i marchi DOP e IGP, si è portati a pensare, nella doverosa buona fede nella genuinità dell’organo certificatore, che non vi sia correlazione tra inquinamento da oli e produzione alimentare locale. Affinché un idrocarburo inquini, è necessario si verifichi il suo sversamento in acqua o nel terreno e ciò, in un’industria attenta all’ambiente e alla salute, non dovrebbe mai avvenire.
In regime di corretto smaltimento, la tecnologia, ha fatto passi da gigante, soprattutto in materia di bioremediation nella quale dovrebbe essere canalizzata la ricerca sostenuta. Studi hanno infatti dimostrato l’efficacia di alcuni ceppi batterici nella degradazione della miscela idrocarburica contaminante.
È proprio per questo che i reati ambientali devono essere perseguiti con sempre maggiore incisività. Affinché sia garantito il ricorso a tecnologie che assicurino un habitat sano e la trasmissione alle generazioni a venire di quel senso di rispetto che alla vita, in ogni sua espressione, si deve.
Se cinque, tra funzionari e dipendenti del centro ENI di Viggiano, nel quale sono stati eseguiti due ordini di sequestro, sono stati ieri tratti in arresto e posti in restrizione domiciliare cautelare perché ritenuti responsabili di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento dei rifiuti” è un fatto che deve essere distinto dall’esigenza legittima di sviluppo industriale. Fermo restando il doveroso prosieguo delle indagini volte all’accertamento di responsabilità nell’interesse nazionale e della sana industria.
Il progresso può e deve coniugare ricerca ed etica.
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