L’ASTROLOGIA - II^parte

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In questo articolo avviciniamo la lente di ingrandimento sulla storia dell’Astrologia per vedere come si è modificata, nel tempo, la percezione umana nei confronti di questa grande Scienza.

Come sempre, sono stati i Babilonesi i primi a creare un sistema organizzato di Astrologia. I testi in nostro possesso risalgono al 1.800 a.C. e ci mostrano un’attenta osservazione dei fenomeni astronomici.

Quanto alle predizioni estrapolate dal movimento degli astri, la fonte di riferimento è un registro di fenomeni astronomici risalente al XVII secolo a. C. chiamato Enuma Anu Enlil. Questo registro, scoperto nella prima metà del XIX secolo, riporta fenomeni astronomici e meteorologici, oltre che indicazioni su come interpretarli.

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Ecco alcuni esempi:

  • Se la Luna, quando sorge, Sirio sta al suo interno, vi sarà guerra tra i re di tutti i paesi;
  • Se la Luna scivola all’interno di una nuvola: giungerà la piena;
  • Se la Luna, quando sorge, splende: in tutti i paesi gli scambi non saranno fiorenti.

Il registro di Enuma Anu Enlil comprende oltre 70 tavolette di scrittura cuneiforme con più di 7000 presagi.

Per molti secoli la pratica astronomica è stata piuttosto rudimentale ma, a partire dal IV secolo, i progressi nelle scienze matematiche permettono di calcolare la posizione dei pianeti con relativa precisione. Nascono, dunque, le prime effemeridi.

Va detto che l’uso dell’Astrologia, da parte dei Babilonesi, è quasi esclusivamente di taglio mondano, cioè finalizzato all’interesse del re e del suo popolo. Questo ramo dell’Astrologia è, quindi, uno dei più antichi.

Quando, nel 525 a.C., l’Egitto viene conquistato dai Persiani, la cultura - compresa quella astrologica - subisce una contaminazione. Lo storico Tamsyn Barton fa notare, ad esempio, che entrambi hanno in comune due segni dello Zodiaco: la Bilancia e lo Scorpione.

Quando, nel 332 a.C., Alessandro Magno occupa l’Egitto, il Paese risente l’influenza della cultura ellenica. Alessandria d’Egitto viene fondata l’anno seguente e brulica di astrologi. Il “matrimonio” tra l’astrologia babilonese e i Decani egizi (o Decadi), dà vita all’Astrologia oroscopica. L’astronomo, astrologo e geografo greco Claudio Tolomeo, contribuisce in maniera esponenziale al suo sviluppo. Con la sua opera intitolata Tetrabiblos, ha posto le basi dell’astrologia classica che, a sua volta, è la matrice dell’astrologia occidentale.

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Una delle tavolette del registro di Enuma Anu Enlil

Sempre per “contaminazione”, i Greci entrano in contatto con le culture e le idee cosmologiche babilonesi, persiane, siriane e dei popoli dell’Asia centrale. La lingua greca sostituisce quella cuneiforme, e questo in tutti i campi, compreso quello astrologico.

Nel 280 a.C. l’astronomo e astrologo babilonese Berosso, si trasferisce nell’isola greca di Kos (o Coo) per insegnare agli autoctoni la cultura del proprio Paese, nonché l’Astrologia. È quindi grazie a lui che questa Scienza inizia il suo viaggio verso l’Occidente. Infatti dalla Grecia l’Astrologia passa a Roma, toccando anzitutto gli ordini più bassi della società. Ciò desta preoccupazione nel Senato che non vede di buon occhio la “divinazione Caldea” (cioè proveniente da Babilonia). Con un trattato del 160 a. C., Marco Porcio Catone - politico e scrittore romano - è il primo a mettere in guardia la popolazione sulle consulenze astrologiche. Giovenale, famoso poeta romano, è tra i più accaniti detrattori della “scienza dei Caldei” perché, secondo lui, le donne (in particolar modo) si «bevono ogni parola pronunciata dall’astrologo.»

Malgrado ciò l’Astrologia continua il suo percorso e, nel I secolo a. C. ne esistono due tipi: una divinatoria, che si occupa della vita materiale attuale, e una teurgica che si occupa essenzialmente della trasformazione spirituale e, dunque, del dialogo con il divino.

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“Dante e il suo poema” di Domenico di Michelino (1465). Dante Alighieri, fervente cristiano, definiva l’Astrologia "Madre di tutte le scienze".

Dopo l’occupazione di Alessandria d’Egitto da parte degli Arabi, gli studiosi Islamici riprendono in mano i testi e le conoscenze astrologiche. Baghdad, fondata tra il 762 e il 767 d.C per volere del califfo Al-Mansur, diventa la nuova Alessandria, tanto per gli scambi commerciali quanto per la cultura.

Nel XII secolo l’opera di traduzione apre le porte al Rinascimento europeo, e l’Occidente cristiano si riappropria dei classici fondamentali del pensiero antico, in tutte le sue declinazioni. Astrologia compresa. Grande è stato l’apporto degli Arabi per questa Scienza, tant’è che molti dei nomi delle stelle, come Aldebaran, Altair, Rigel e Vega, conservano la loro lingua d’origine.

Dopo la caduta di Roma, l’Astrologia fiorisce in tutto l’Oriente mentre in Occidente inizia a sfaldarsi. Da un lato a causa della perdita dell’astronomia scientifico-filosofica greca e dall’altra a causa delle condanne della Chiesa. Malgrado ciò, nell’Europa medievale, l’Astrologia è materia di studi alla pari dell’Astronomia ed è ad essa associata. Anche San Tommaso d’Aquino la considera una “scienza sacra” di cui Dio si serve per interagire con l’uomo attraverso i corpi celesti.

Ma c’è di più. Entro il XIII secolo, l’Astrologia diventa una parte della pratica medica, in quanto i medici combinano la medicina ippocratica con lo studio delle stelle. Nel XVI secolo, addirittura, prima di procedere con operazioni chirurgiche o salassi, devono calcolare la posizione della Luna.

Anche gli scrittori dimostrano di conoscere il simbolismo astrologico, che spesso compare nei loro poemi o temi letterari. Uno fra tanti: Dante Alighieri.

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“Il Primo moto” di Raffaello Sanzio. Nel globo celeste è rappresentato il cielo del 31 ottobre 1503, giorno dell’elezione di Giulio II, tre ore dopo il tramonto sotto il segno dello Scorpione.

In epoca rinascimentale, l’Astrologia viene riabilitata su basi ermetiche ed esoteriche. Come in origine, l’uomo percepisce la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo dal momento che, tanto lui quanto l’Universo, sono generati dalla stessa intelligenza creatrice.

Inoltre, in quest’epoca storica l’uomo non intende subire il proprio destino ma contribuirvi attivamente, prevedendo - per quanto possibile - i momenti più propizi per agire. Un esempio fra i più rappresentativi è quello di Papa Giulio II, che si fa predire dagli astrologi il giorno più favorevole per essere eletto al soglio pontificio.

La rivoluzione copernicana, che pone il Sole - anziché la Terra - al centro del sistema di orbite, non cambia il linguaggio astrologico (praticato, tra gli altri, anche da Keplero e Galileo Galilei). Ma la Chiesa Cattolica porta vanti la sua personale battaglia contro l’Astrologia finché, nel 1586, emette la condanna che la relega nell’indice dei libri proibiti.

Rincara la dose la scienza cartesiana, che non ammette nulla che non possa essere dimostrabile attraverso il metodo scientifico. Un passo alla volta, dunque, l’Astrologia viene allontanata dagli insegnamenti propriamente scientifici finché, nel 1666, il ministro francese Jean-Baptiste Colbert ne vieta l’insegnamento nell’Académie des Sciences.

Nel frattempo vengono scoperti nuovi pianeti (Urano e Nettuno) e nuove costellazioni che modificano il panorama astronomico.

In epoca Illuminista (dal 1688 al 1789), l’Astrologia viene addirittura demonizzata per poi risorgere, inaspettatamente, alla fine dell’Ottocento.

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Concludo citando il giornalista e scrittore italiano, Vittorio Messori:

«L’attuale prevalente atteggiamento cristiano – e cattolico in particolare – ci sembra qui troppo sbrigativo e sembra avere ereditato lo sprezzo e il rifiuto proprio di coloro che furono gli avversari della fede: i vecchi illuministi, razionalisti, positivisti. Quindi tutto nell’astrologia, sarebbe imbroglio, menzogna o, nei casi migliori, illusione. Tanto che non varrebbe neppure la pena di discuterne, lasciando simili cose ai superstiziosi e ingenui. Sul piano pastorale questa chiusura senza spiragli non sembra affatto positiva. L’attrazione che su molti cristiani esercitano certe religioni orientali, certe sette, certe proposte alla “New Age" è determinata anche dal rigido rifiuto "cattolico" attuale di tutto ciò che non rientri nel quadro di una “razionalità” che sembra talvolta sconfinare nel razionalismo, nato come anticristiano, di cui parlavamo sopra. Magistero e prassi ecclesiali sembrano talvolta non rendersi conto che l’incapacità della proposta cattolica di raggiungere oggi le masse deriva anche dal fatto che ci si sbaglia sui destinatari di quell’annuncio. Si crede, cioè, di rivolgersi ancora all’uomo "moderno" quello formato (o deformato) dall’Illuminismo, mentre in realtà è ormai l’uomo entrato nella "postmodernità" dove la Ragione, quella con la maiuscola, non è più la divinità davanti alla quale inchinarsi silenziosi e riverenti.» (“Davvero nell’astrologia tutto è imbroglio e illusione?”, dalla rivista "Jesus", gennaio 2000, pag. 91)

Simona HeArt

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