LA 63° EDIZIONE WOMEN POWER DEI GRAMMY AWARD

I pochi fashion wow delle star sul mini red carpet

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La 63esima edizione degli oscar della musica che doveva tenersi lo scorso trentuno gennaio, poi rimandata causa picco di contagi covid-19 negli Stati Uniti, si è tenuta, presso lo Staples Center di Los Angeles, lo scorso quattrodici marzo mixando show live e registrati e che ha visto una vittoria schiacciante delle donne. La pop star, Beyoncé entra nella storia della musica, con i suoi quattro Grammy vinti in questa edizione, arriva a totalizzare vent’otto statuette del grammofono dorato diventando la cantante con più Grammy vinti. Il Grammy per l’album dell’anno va a Taylor Swift, Megan Thee Stallion vince come cantante emergente, Billie Eilish vince per il miglior disco dell’anno, Lady Gaga e Ariana Grande per il miglior duo pop e Dua Lipa si aggiudica il Grammy per il miglior album pop dell’anno. Nonostante la pandemia in corso, anche questa edizione, non ci ha risparmiato la sua mini dose glamour e la sua macro dose di kitsch. In questa edizione si è potuto rivivere l’emozione del red carpet con le star in carne ed ossa, anche se è stato un red carpet cortissimo e con pochissimi fotografi. E’ stato bello, anche se per un istante, dimenticarsi della pandemia e di tutto quello che ci ha e ci continua a negare.

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Se queen B ha vinto più Grammy di qualunque altro cantante sino ad oggi, non può dirsi lo stesso per le statuette di glamour, ed anche in questa edizione sarà per la prossima volta. Beyoncè si è presentata, per ritirare i suoi quattro Grammy, insaccata in un mini dress in pelle nera, della maison Schiapparelli, con arricci dilata volumi, scollo che schiacciava il suo decolté, lunghi guanti con unghie dorate incorporate, boots con platform, lunghi orecchini, calze nere di cui non si sentiva il bisogno o no? (Le più maliziose hanno notato il loro potere contenitivo) e con un’acconciatura su cui è meglio stendere un velo pietoso visto il risultato del suo riccio crespo. Che dire, Beyoncè indossa tutto quello che una donna con la sua body shape non dovrebbe mai indossare e per la sua stagione cromatica, autunno, il nero non è mai una buona scelta, ancor meno in total look.

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Taylor Swift, in vista dell’imminente primavera, si presenta ai Grammy ’21 con un mini dress in tulle ed interamente tempestato da fiori in rilievo della maison Oscar de La Renta. L’idea del total flower non sarebbe stata neanche tanto male se l’abito da mini fosse stato long (per le serate di gala il long dress è d’obbligo), se le maniche non fossero state troppo lunghe sbilanciando così la silhouette, se al posto di quei sandali, più adatti per un abito da cocktail, ci fosse stato un sandalo nude a listini sottili…troppi se per essere wow!

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Dua Lipa vestita, si fa per dire, dalla maison Versace avrà avuto la totale approvazione della subrette Valeria Marini, è sembrato vedere la Marini quando scendeva le scale del Bagaglino fasciata in abiti simili a quello della Lipa. Detto che l’abito non è adatto per l’occasione, bisogna anche dire che le sta da Dio che i suoi sandali sono stupendi (la punta quadrata sarà un must della prossima primavera-estate), che il rosa enfatizzato dell’argento è perfetto per il suo sottotono, che il make up e l’acconciatura sono super wow!

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Dopo il flop dell’outfit di Beyoncè, la maison Schiapparelli, ci ricasca con l’abito con lenzuolo facente funzione di non si sa bene cosa indossato da Noah Cyrus. L’abito modello a sirena e scollo a cuore, senza il lenzuolo retrostante, sarebbe stato, tutto sommato accettabile, certo senza infamia e senza lode per un modello stravisto sui red carpet passati. La nuance di bianco avorio non è in sintonia con il suo sottotono che sarebbe stato valorizzato meglio da un bianco ottico, l’acconciatura in stile manga giapponese e gli orripilanti, di cui è sconsigliata la visione, sandali gold platform anche mai!

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Billie Ellish si è vestita da Billie Ellish, l’ante litteram della mascherina rimane fedele al cappello stile pescatore, alla maison Gucci e al non conoscere minimamente il significato della parola sobrietà. Non è wow, ma è coerente con il suo personaggio.

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L’abito di Mickey Guyton ci appare, in un deserto dei Tartari del fashion, quasi un miraggio di glamour. Anche lei, come la Swift, sceglie di affidarsi al potere dei fiori in versione Valentino per il red carpet. Un outfit che certo non fa esclamare un wow all’originalità, ma è quello più chic avvistato in questa edizione dei Grammy Awards.

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Il tailleur, si sa, è sempre una buona idea, ma non per un outfit da red carpet. Il tailleur dal fitting perfetto della maison Armani Privè e la cascata di cristalli che si trasformano in sottogiacca sono wow per una cena galante, per una serata in discoteca, quando ritorneremo a mangiare fuori e a ballare, ma non è wow per farsi fotografare su un red carpet e partecipare ad una serata di gala.

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Il tailleur non è sempre una buona idea, se per tailleur si intende quello indossato da Brandi Carlile e con quel tipo di stivali. Non è una buona idea, nemmeno per girare tra le quattro mura di casa!

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Maren Morris in Dolce&Gabbana è l’altro spiraglio di glamour dopo Mickey Guyton. L’abito lingerie color malva con profondo scollo a V, lungo strascico e profilature in swarovski accompagna perfettamente, senza segnare, la sua silhouette e la nuance soft è perfetta per il suo sottotono. Le uniche perplessità sono l’orlo troppo lungo e l’acconciatura lasciata, apparentemente, al caso.

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Lizzo fasciata nell’abito monospalla in lamé, della maison Balmain, con profondo spacco laterale profilato da ruches e mollettine tra i capelli è un déjà-vu degli anni duemila che ci saremmo volentieri risparmiate, l’unico wow è per i sandali gioiello. Anche Lizzo, come la collega Beyoncè, indossa tutto quello che una donna con la sua body shape non dovrebbe mai indossare e la nuance di colore non è il massimo per il suo sottotono, una nuance troppo soft che la rende spenta. Già mi sembra di sentire le voci del politically correct e del body positive che mi dicono che ognuno di noi può indossare quello che vuole, se la fa sentire a proprio agio. Per me il body positive è certamente accettare la propria body shape e quella degli altri, ma è anche conoscere le tips per valorizzarla al meglio puntando sui pregi che ognuno di noi possiede senza accendere i riflettori sui punti deboli di ogni body shape. Questo è stato sempre l’intento dei miei articoli, il body positive è arrivare alla consapevolezza del proprio corpo, accettarlo e valorizzarlo attraverso un outfit strategico e ben studiato.

T. Velvet

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