LA BATTAGLIA CONTRO MALATTIE E POVERTÀ DELLA FONDAZIONE AKBARALY
L’organizzazione celebra le oltre 130.000 prestazioni sanitarie dedicate a donne e bambini in Madagascar

Il 2020 è stato un anno difficile per l’intero pianeta Terra, minacciato da un nemico tanto pericoloso quanto sconosciuto. Ma neanche la pandemia è riuscita a fermare le opere della Fondazione Akbaraly, che ha assicurato 27.489 prestazioni sanitarie dedicate ai più indifesi, donne e bambini, in Madagascar. Un risultato come pochi nella storia della Fondazione, che porta a 130.103 il totale di servizi erogati dal 2013 ad oggi, grazie alla dedizione di medici, citologi, ostetriche, infermiere e di tutto il personale logistico e amministrativo coinvolto nel progetto, a cui si aggiungono le decine di migliaia di persone coinvolte nelle campagne di sensibilizzazione.
“Il nostro obiettivo è di promuovere il diritto alla salute, inteso come la possibilità di raggiungere uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non come la semplice assenza di malattia”, conferma la Presidente e fondatrice Cinzia Catalfamo Akbaraly.“La nostra azione è particolarmente importante in Paesi vulnerabili come il Madagascar, e vogliamo ribadirlo con forza in occasione dell’appuntamento annuale con la Giornata Mondiale per la Lotta contro il Cancro, organizzata dall’Unione Internazionale Contro il Cancro ogni 4 febbraio”, continua la fondatrice.
“I dati raccolti dalla nostra équipe sul terreno dimostrano infatti che moltissime donne sono a rischio di sviluppare un tumore al collo dell’utero o al seno: il tasso di positività dei Pap test si avvicina al 14%, specie nelle fasce di età under 25 e 40-15; percentuali simili si riscontrano per quanto riguarda la senologia, con tassi di positività che superano il 10%. Il 60% dei nuovi casi di cancro viene riscontrato in Paesi in via di sviluppo come il Madagascar, una tra le 10 nazioni più povere al mondo, dove questa malattia rappresenta una delle prime cause di morte per le donne. Grazie alle nostre azioni di sensibilizzazione, ricerca, formazione, prevenzione e diagnosi precoce, possiamo salvare la vita di migliaia di donne, dando loro la possibilità di contribuire attivamente al benessere e allo sviluppo della propria famiglia, della propria comunità e dell’intero Paese” conclude Cinzia Catalfamo Akbaraly.
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