LA CINA INVADE LO SPAZIO AEREO DI TAIWAN CON AEREI MILITARI DA COMBATTIMENTO
La Cina continua a rivendicare la sua sovranità sull’isola, ma gli Usa si impegnano a difenderne lo status quo

Il cielo sopra Taiwan è ancora adombrato da forti minacce alla sua libertà e a quella dei suoi cittadini. La Cina ha nuovamente invaso lo spazio aereo di Difesa di Taiwan con otto aerei da combattimento del suo Esercito Popolare di Liberazione. A confermarlo è stato proprio il Ministero della Difesa di Taipei, capitale dell’isola, il quale ha aggiunto che sei degli otto velivoli sarebbero dei caccia J-16. Un episodio preoccupante, seppur divenuto ormai una triste consuetudine: ricordiamo il periodo in cui, nell’arco di pochi giorni, ben 150 aerei da combattimento sorvolarono lo spazio aereo di Difesa dell’isola, vero e proprio oggetto del desiderio per Pechino. La Terra del Dragone ne reclama a gran voce la sua sovranità in virtù dell’ambizioso progetto di riunificare il paese.
Molto probabilmente, non è un caso che la violazione sia avvenuta proprio negli stessi istanti in cui, nel G20 di Roma, il capo della diplomazia Usa Antony Bliken, in una conversazione con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ribadiva l’intenzione di difendere lo status quo dell’isola dalle azioni “unilaterali” di Pechino. Dal canto suo, in maniera molto risoluta, Wang ha ricordato a Blinken che l’America ha un accordo da rispettare e che deve restare fuori da tali questioni.
“Recentemente, Stati Uniti e altri Paesi hanno tentato di ottenere una svolta su Taiwan, in contrasto con le garanzie politiche date quando hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina - si legge per l’appunto in una nota diffusa dal Ministero degli Esteri cinese - La storia e la legge di ’Una sola Cina’ sono incontestabili e il progresso degli 1,4 miliardi di abitanti della Cina nel promuovere la riunificazione pacifica della madrepatria è inarrestabile”.
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