LA CINA SANZIONA CHI SI SCHIERA CON GLI UIGURI

Premier GB Johnson: “denunciare abusi è un diritto”

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La Cina è stata pubblicamente accusata da Unione Europea, Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna di perpetrare crimini arbitrari su base razziale contro la popolazione degli Uiguri nella regione dello Xinjiang, dove sarebbero da tempo stati allestiti dei veri e propri campi di concentramento dove tenere prigionieri gli appartenenti all’etnia di religione musulmana. I quattro accusatori hanno imposto sanzioni nei confronti di alcuni responsabili cinesi accusati di lavoro forzato e discriminazione. Decisione, questa, che il governo di Pechino ha preso decisamente male. Infatti, in un impeto di rancore, la Cina ha invitato le controparti, ed in particolare l’Unione Europea, a “smettere di dare lezioni ad altri sui diritti umani e di interferire nelle questioni interne”. Sono state imposte, dal governo guidato dal dittatore Xi Jinping, sanzioni nei confronti di 5 europarlamentari, a cui si aggiungono un parlamentare belga, uno olandese, una lituana e sette britannici. Sono stati anche presi di mira ben quattro organismi europei: il comitato per la Politica e la Sicurezza del Consiglio dell’Ue, la sottocommissione parlamentare per i Diritti umani, il Mercator Institute for China Studies tedesco, e l’Alliance of Democracies Foundation danese.

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I proscritti e i loro familiari non potranno entrare in Cina, Hong Kong e Macao e subiranno restrizioni che gli impediranno di condurre affari economici in tutta la Cina. Condanne verso l’aggressività cinese sono giunte da tutto l’Occidente, a cominciare dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, che ha affermato che queste misure comporteranno ulteriori “conseguenze”. Il Primo Ministro britannico Boris Johnson si è schierato dalla parte dei parlamentari britannici colpiti dalle sanzioni, che, secondo il leader dei Tories, sono persone che "svolgono un ruolo vitale per illuminare le grossolane violazioni dei diritti umani perpetrate contro gli Uiguri musulmani". Johnson ha inoltre affermato: "La libertà di parlare per opporsi all’abuso è fondamentale e io sono fermamente schierato al fianco" delle personalità sanzionate.

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La posizione ufficiale della Cina riguardo ciò che sta avvenendo nello Xinjiang è che coloro che denunciano le violazioni dei diritti umani racconterebbero “menzogne”. Posizione, questa, ribadita dall’Ambasciatore cinese in Italia Li Junhua, che, intervenendo in Commissione Esteri alla Camera, ha dichiarato che sul “presunto genocidio degli Uiguri sono state scritte tante bugie e fake news”, e la Cina sarebbe vittima di “un’ingiustizia”. Li Junhua, parlando per conto del governo di Pechino, ha spiegato che i campi di concentramento in questione servirebbero a “combattere il fondamentalismo islamico” e a “fornire formazione professionale”, il che è un po’ come dire che i lager nazisti servissero a combattere il fondamentalismo ebraico: in poche parole, un’aberrazione. Secondo la Cina, ha continuato l’ambasciatore, “ogni Paese interpreta i diritti umani in modo diverso”. Prima di “interpretarli”, però, questi diritti bisognerebbe garantirli, cosa che l’amministrazione cinese, da molti decenni, si guarda bene dal fare.

Giulio Negri

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