LA CITTA’ IDEALE (II^PARTE)

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Cosimo de’ Medici, primo Granduca di Toscana, aveva a cuore il tema della città ideale, (ma sempre con una finalità precisa, ovvero di difesa territoriale), cioè il concetto di un centro edificato con criteri scientifici e matematici, uniti a un ideale filosofico e a una forte carica utopica.

Tale idea - di una città in cui l’uomo possa vivere al meglio, un microcosmo rispecchiante la perfezione e l’armonia del macrocosmo - ha percorso l’intera storia dell’umanità, fino ai giorni nostri (si pensi al Modulor inventato dall’architetto svizzero-francese Le Corbusier nel 1948, scala di proporzioni basate sulle misure dell’uomo, come linee guida di un’architettura armonica).

Cosimo realizzò la sua aspirazione in ben due luoghi: Terra del Sole o Eliopoli, a pochi chilometri da Forlì e la Città del Sole nel Montefeltro, a Sasso Simone, chiamate così perché nel Rinascimento il Sole era un simbolo propiziatorio e di razionalità.

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Agnolo Bronzino-Ritratto di Cosimo I de’ Medici in armatura- 1545 circa-Gallerie degli Uffizi-Firenze

Cosimo de’ Medici (1519-1574) salì al potere nel 1537, a soli 17 anni dopo l’assassinio del duca di Firenze Alessandro de’ Medici; fu il secondo duca di Firenze e, in seguito, il primo granduca di Toscana. Vista la sua giovane età i notabili pensavano di poterlo manovrare, ma Cosimo aveva ereditato lo spirito battagliero del padre e della nonna paterna Caterina Sforza e appena investito del potere, esautorò i consiglieri ed assunse l’assoluta autorità.

Caterina la nonna, era nipote di Ludovico il Moro e tramite il matrimonio con Girolamo Riario, avvenuto quando Caterina aveva dieci anni, divenne alla sua morte Signora di Imola e di Forlì. Caterina ebbe numerosi amanti e tre mariti, dall’ultimo marito che era un de’ Medici, di un ramo cadetto, ebbe Giovanni, nato a Forlì, chiamato dalle Bande Nere, in segno di lutto per la morte di papa Leone X de’ Medici, che era stato un suo protettore.

Giovanni dalle Bande Nere, fu il più gran guerriero che l’Italia avesse al suo tempo, istituì fanterie disciplinate, con divise uniformi (di qui il nome di uniforme) inesauribile, implacabile, indomito, se Caterina era chiamata la Leonessa di Romagna, il figlio Giovanni era chiamato il Gran Diavolo, e Cosimo I non fu da meno perché seppe mantenere saldo il potere a Firenze e in gran parte della Toscana; la dinastia perdurò sino al 1737, finì con la morte, senza eredi, dell’ultimo granduca Medici, Gian Gastone.

Un aneddoto su Cosimo, racconta che suo padre Giovanni lo abbia lanciato, quando aveva appena un anno, nelle braccia della moglie Maria Salviati (che era una de’ Medici per via diretta essendo nipote di Lorenzo il Magnifico), dalla finestra del primo piano, fece questo gesto perché voleva vedere di che tempra fosse in figlio, ne fu soddisfatto perché Cosimo non pianse.

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Agnolo Bronzino-Ritratto di Eleonora di Toledo -1544/1545- Gallerie degli Uffizi-Firenze

Cosimo sposò nel 1539 Eleonora di Toledo (1522-1562), figlia del viceré spagnolo di Napoli, entrambi erano molto giovani, lui 20 anni, lei 17 e certo anche affiatati, ebbero infatti undici figli e quando Eleonora morì nel 1562, Cosimo si ritirò in disparte, abdicando pochi anni dopo a favore del figlio Francesco, ritirandosi poi definitivamente nella Villa di Castello. Morì nel 1574 a cinquantacinque anni.

Per tutta la sua vita Cosimo agì in modo spietato contro chi cercava di opporsi ai suoi piani, scontrandosi coi nobili e ricchi borghesi fiorentini, in particolare con la famiglia Strozzi, che non tolleravano la sua supremazia e il suo potere, non fu contro popolo che cercò di aiutare e di migliorarne le condizioni.

Rinnovò l’amministrazione della giustizia, facendo emanare un nuovo codice e rese efficienti i magistrati e la polizia, le sue carceri erano le più temute.

La sua politica estera, diversamente dalla consuetudine medicea di appoggiarsi ai francesi, fu sostenuta dalla potenza spagnola e mirava ad un progressivo ingrandimento del proprio Stato.

Condusse inizialmente una politica antipapale e fu in odore di eresia; ce l’aveva in particolare coi domenicani del convento di San Marco, che considerava ancora seguaci del Savonarola e covo di idee repubblicane, tuttavia successivamente fu molto più malleabile: stipulò un accordo col Papa secondo il quale avrebbe messo la sua flotta a servizio della Lega Santa per contrastare l’avanzata turca, in cambio Pio V lo insignì del titolo di granduca di Toscana.

Ampliò la maestosa costruzione di Palazzo Pitti, che divenne la residenza ufficiale dei granduchi e nel 1565 la fece collegare a Palazzo Vecchio, tramite il Corridoio Vasariano; abbellì la nuova residenza col Giardino di Boboli.

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Agnolo Bronzino-Ritratto di Giovanni de’ Medici da bambino- Gallerie degli Uffizi-Firenze

Alla a sua corte vi furono artisti quali Bartolomeo Ammannati, Giorgio Vasari, Benvenuto Cellini e Agnolo Bronzino.

Quest’ultimo fu uno dei più grandi artisti del Manierismo, allievo del Pontormo, realizzò dipinti a tema religioso, dipinti allegorici, mitologici, pervasi da un sottile brivido di magia e di mistero.

Fu un grande ritrattista, sguardi intensi, velati da una malinconica dolcezza, colori brillanti, panneggi avvolgenti, minuziosa descrizione di gioielli e abiti.

Ritrasse Cosimo e la sua famiglia in dipinti che restano capolavori unici, celebre quello di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni, quest’ultimo appare sorridente e gioioso in un altro ritratto, incantevole è Bia, soprannome di Bianca de’ Medici, figlia primogenita e illegittima di Cosimo, che morì a cinque anni.

Cosimo era fortemente appassionato alle scienze naturali e a quelle matematiche, amante dell’astronomia dell’alchimia e delle scienze esoteriche, interessi che erano peculio della nonna Caterina Sforza.

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Agnolo Bronzino-Ritratto di Bia de’ Medici-1542 circa- Gallerie degli Uffizi- Firenze

Nei corsi e risorsi della storia, le salite e le discese sono a volte vertiginose, Caterina Sforza, la nonna di Cosimo, fu sconfitta, umiliata, imprigionata e torturata da Cesare Borgia ovvero il duca Valentino, che era considerato da Macchiavelli il Principe; il Borgia finì miseramente senza eredi, mentre quelli di Caterina entrarono nella dinastia dei Medici e alla fine fu suo nipote che, feroce o generoso, intelligente e scaltro, usando ogni mezzo ai fini del mantenimento del suo Stato, che risulta essere il vero Principe descritto da Macchiavelli.

La dinastia dei Medici fu culla del Rinascimento, di potenti banchieri e di affaristi; fu ago della bilancia per le sorti dell’Italia; ebbe quattro papi e ben due regine francesi, la prima fu Caterina de’ Medici, vissuta nel 1500, che divenne moglie di Enrico II di Francia, sorella di quell’Alessandro che fu ucciso, permettendo la salita al potere di Cosimo I che era del ramo cadetto, ossia discendente del fratello del capostipite Cosimo e guarda caso con lo stesso nome; la seconda regina fu Maria de’ Medici, vissuta quasi un secolo dopo, che andò in sposa ad Enrico IV.

Nei corsi e ricorsi della storia ci sono elementi bizzarri, a volte più strani della realtà.

La linea maschile dei de’Medici si estinse, ma quella femminile no, fra i figli di Caterina, la regina di Francia, vi è un parente alla lontana, uno strano e particolare discendente, nientepopodimeno che l’ex presidente americano… George William Bush.

L’intermezzo su Cosimo de’Medici era dovuto, per riuscire a comprendere il perché a volte un monarca pragmatico, per la parte che a lui non compete e cioè il caso o la fortuna (come la chiama Macchiavelli) si affidi alla magia bianca, così era chiamata la scienza, cercando di realizzare cittadelle ideali.

(Continua)

I^parte:

https://www.internationalwebpost.org/contents/LA_CITTA%E2%80%99_IDEALE_(I%5EPARTE)_27724.html#.Y0KfAXZByUk

Paola Tassinari

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