LA CLEROMANZIA

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Fin dall’inizio dei tempi, l’uomo ha sempre cercato di penetrare i misteriosi pensieri degli Dèi e di infrangere la naturale “distanza” tra presente e futuro, ingegnandosi con ogni mezzo di conoscere il proprio avvenire.

Negli articoli precedenti ho esposto alcune fra le tecniche più eclatanti e conosciute; oggi, invece, parlerò della CLEROMANZIA, che non è una pratica divinatoria particolare, bensì la matrice da cui tutte questa pratiche traggono origine.

Cleromanzia significa infatti “Indovinare la sorte” (dal greco kleros, “sorte” e manteia “indovinare”) e designa

qualunque forma di divinazione il cui responso sia determinato da mezzi cosiddetti CASUALI, come ad esempio il lancio dei dadi, l’estrazione a sorte di oggetti o frasi che si presuppone possano rivelare una volontà trascendente.

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Cleromanzia: “indovinare la sorte”

Coloro che praticano la Cleromanzia, in una qualunque delle sue forme, vengono denominati cleromanti o sortilegi. Il Sortilegio indica proprio una qualunque pratica divinatoria i cui responsi si ottengono con l’estrazione a SORTE di oggetti, simboli o frasi; questo significato purtroppo si è totalmente perso nel corso del tempo e gliene è stato attribuito uno totalmente estraneo alla sua reale natura.

La Cleromanzia è una una pratica sia pagana che “religiosa” - spesso un po’ borderline - come ed esempio nell’antica Roma dove era considerata alla stregua del gioco d’azzardo.

Nella Sacra Bibbia si parla degli Urim e dei Tummim, strumenti divinatori che gli Ebrei veterotestamentari usavano per interpretare la volontà di Dio. Non si sa esattamente in cosa consistessero ma molto probabilmente erano pergamene sulle quali era scritto il Nome ineffabile di Yahweh.

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Urim

Vediamo qualche esempio di Cleromanzia nella Bibbia.

Nel Primo Libro di Samuele, quando il popolo chiede a Dio di scegliere un re, Dio stesso ordina che questa scelta venga effettuata tramite un’estrazione a sorte: fu così che Saul divenne il primo monarca d’Israele.

Vi è poi la famosa storia di Giona e la balena: in questo caso l’estrazione a sorte fu usata per determinare se fosse proprio il profeta la causa della tempesta in atto. Il responso fu contro di lui, così Giona fu gettato in mare e la tempesta cessò.

Ma non crediate che tali esempio si trovino solo nell’Antico Testamento: anche dopo l’avvento del Cristo questa pratica era ancora ampiamente utilizzata.

I soldati tirarono a sorte per gli abiti di Gesù nel giorno delle sua crocifissione (Gv 19,24) e fu sempre con un’estrazione a sorte che il gruppo degli Apostoli determinò chi, tra Mattia o Barsabba, avrebbe dovuto prendere il posto di Giuda per completare il gruppo dei Dodici (At 1,23-26).

Oggi ancora la Cleromanzia è molto usata, in tutte le culture del mondo: addirittura alcuni dottori africani includono nel loro kit medico piccole pietre di cui si servono per predire il futuro.

Ma non ci dobbiamo stupire: quanti di noi, ad esempio, aprono a caso la Bibbia per leggere un passo che dovrebbe “parlarci al cuore”? Questa pratica, chiamata Bibliomanzia, è utilizzata da tantissimi cristiani senza che nemmeno si rendano conto di esercitare un’arte divinatoria.

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Bibliomanzia: estrazione casuale di un passo della Bibbia

Se sottolineo questo aspetto non è per colpevolizzare le persone ma per portare alla coscienza il fatto che certe pratiche sono fortemente radicate nel nostro inconscio e che non sono affatto un qualcosa di negativo o, peggio, di malevolo. È la nostra natura, estremamente empatica e sensitiva, a dettare certi comportamenti.

La Cleromanzia veniva praticata già nell’antico Egitto, poi si è diffusa in Oriente e in Occidente dove era considerata addirittura, come per gli antichi Greci, un sistema democratico per l’attribuzione degli incarichi sociali; solo in un secondo momento divenne un mezzo per ottenere un responso dagli Dèi.

Come abbiamo visto, anche nella Bibbia la divinazione è un mezzo privilegiato per dialogare con Dio e ricevere da lui delle risposte.

È di estrema importanza ricordarsi tutto ciò perché diversamente attribuiremmo a queste pratiche un significato che non gli appartiene. Non solo, rischieremmo di puntare il dito, giudicandole, contro tutte quelle persone oneste e di buon cuore che si servono di tali pratiche per sviscerare la loro più intima essenza.

Quindi, servirsi di queste pratiche divinatorie, non significa andare contro la religione o essere delle persone cattive ma è un portare avanti una tradizione ancestrale profondamente radicata nel nostro DNA, che vede la luce nella notte dei tempi e che non è mai tramontata e mai tramonterà. Ha solo assunto, nel tempo, forme diverse.

Simona HeArt

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