LA COP SEI TU

Entro il 2018 il regolamento d™attuazione in merito allo storico Accordo di Parigi.

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Nei giorni scorsi si è chiusa a Marrakech, in Marocco, la “Cop 22”, la Conferenza delle Parti sul clima, la n.° 22, organizzata dall’UNFCC, cioè la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, un trattato ambientale creato dalla UNCED, la Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite. Nella Cop 22 si è stabilito di definire entro il 2018 un regolamento di attuazione in merito allo storico Accordo di Parigi del 2015 sul clima, anche se, secondo alcuni, si sarebbero dovuti prendere provvidementi precisi. In pratica ciascun paese dovrà indicare in quale modo monitorerà i propri impegni per il taglio dei gas serra, impegni tuttavia non sufficienti a garantire la discesa di 2 gradi, stabilita dall’UNEP (Agenzia Onu per l’Ambiente). Inoltre nel testo è stato richiesto agli Stati più ricchi di continuare nell’accantonamento di denaro nel Green Climate Fund, almeno fino al 2020. L’obiettivo è quello di raccogliere 100 miliardi di dollari l’anno, destinati all’aiuto dei paesi in via di sviluppo per la lotta al riscaldamento globale. Su questo tema ovviamente si sono mostrate resistenze, in quanto i paesi donatori vorrebbero poter monitorare la spesa delle nazioni aiutate che invece non accettano ingerenze, né controlli.

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Sulla conferenza aleggiavano le parole del neo eletto Presidente degli U.S.A., Donald Trump, che in campagna elettorale aveva dichiarato il riscaldamento globale una finzione organizzata dai cinesi per danneggiare l’economia statunitense. In mancanza di precise prove – aveva detto - avrebbe portato gli Stati Uniti fuori dall’Accordo di Parigi. Parole che hanno indotto il Ministro degli Esteri del Marocco, Salaheddine Mezouar a rivolgergli un appello, durante la conferenza di chiusura: “Noi contiamo sul suo pragmatismo, così come sul suo impegno verso lo spirito della comunità internazionale, in una lotta immane per il nostro futuro, per il pianeta, per l’umanità e la dignità di milioni di persone. E’ per quello che il nostro pianeta sarà domani, e per quello che noi ci lasceremo dietro”.

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Eppure non è solo Trump a contestare la teoria del riscaldamento globale. Secondo la Union of Concerned Scientists, organizzazione no profit con sede proprio negli Stati Uniti, esisterebbero diverse realtà e molti ricercatori pronti a non considerare effettivo il ruolo dell’uomo nei fenomeni di riscaldamento globali, e circa 40 tra loro sarebbero finanziati dalla Exxon Mobil. Nei dossier pubblicati dalla UCS è riportata la cifra di 16 milioni di dollari, destinati dalla Exxon al finanziamento di campagne per la contestazione del riscaldamento globale a matrice antropica e a studi specifici in grado di opporsi efficacemente alla teoria in oggetto. Anche Greenpeace ha denunciato la Exxon, avviando la campagna Exxonsecrets.

Quando si parla della mancanza delle mezze stagioni, quando ci si lamenta delle estati troppo torride, si sta in qualche modo confermando il cambiamento climatico in atto, ed è qualcosa che riguarda tutti, soprattutto le generazioni future. Per quanto si desideri tapparsi occhi ed orecchie facendo finta che il problema non esista, bisognerà prenderne atto, prima che sia troppo tardi. Perché mai come in questo momento, parafrasando una nota pubblicità, la Cop sei tu, siamo noi, tutti.

Paolo Varese

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