LA CRISTALLOTERAPIA - I^ Parte

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Un’arte terapeutica vecchia di 4000 anni che l’uomo contemporaneo sta riscoprendo e apprezzando.

La cristalloterapia, insieme ad altre terapie cosiddette alternative, è stata associata per lungo tempo alla stregoneria (nel peggiore dei casi) e alla superstizione.

Partiamo dal presupposto che la tecnologia e l’agiatezza hanno fatto sì che andassero perdute tutta una serie di conoscenze fondamentali allo sviluppo della nostra specie. Ma l’uomo moderno avverte questo vuoto incolmabile, tanto da inoltrarsi in un cammino a ritroso per recuperare le proprie memorie. Rispondere alle domande: chi sono, da dove vengo e dove vado presuppone, infatti, un’espansione mentale che conduce alla conoscenza di tutto ciò che ci circonda.

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La Scienza moderna ha imparato a riconoscere le leggi fisiche ma queste stesse leggi esistevano già migliaia di anni fa. Non facciamoci illusioni: non c’è nulla che l’uomo contemporaneo abbia scoperto che non esistesse già. Semplicemente ne ha preso coscienza. Mi piace citare questo passo dell’Ecclesiaste: “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questa è una novità»? Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.” (Ecclesiaste 1,9-10)

La coscienza di sé è il fine ultimo della nostre esperienza su questa terra, eppure non vi è nulla di più bistrattato. È più facile concentrarsi sul “di fuori” che sul “di dentro”, perché in questo modo non dobbiamo porci troppe domande e, soprattutto, non dobbiamo ascoltare le risposte. Inoltre del mondo “di fuori” non ci sentiamo così responsabili quanto di quello “di dentro”. Ma è davvero così?

La Scienza si fonda su ricerche ed esperimenti controllati e verificabili ma non è sempre possibile avere la controprova del “funzionamento” di ipotesi e teorie. Taluni metodi di cura alternativi ne sono un esempio. Ma non solo. È indiscusso, ad esempio, come l’amore e l’odio influiscano sulle persone a livello fisico, psichico ed emozionale, eppure non esiste una “formula scientifica” che lo dimostri.

Pensiamo, ancora, all’agopuntura o all’omeopatia: qualche decennio fa venivano considerate “roba da ciarlatani” o, nella migliore delle ipotesi, un effetto placebo. Oggi, milioni di persone si sono avvicinate a queste terapie e le praticano senza problemi, spesso sotto indicazione del medico. Come in passato, ci troviamo di fronte a delle sfide: molti meccanismi ritenuti ancora non scientificamente provati - benché funzionanti - dovranno fare lo stesso percorso.

Il punto è che tutto ciò che ancora giace in questo “limbo” non deve essere considerato NON SCIENTIFICO, bensì scientificamente NON ANCORA verificato e documentato.

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Nello specifico, tratterò in questa sede la Cristalloterapia.

Reto Vital, studioso di mineralogia e bioenergetica, ha scritto: “I cristalli, con le loro energie, ci sostengono e ci aiutano, perché sono delle forze universali che portano luce nei pensieri e stimolano la nostra guarigione, facendoci prendere coscienza di quanto sta alla base della malattia”. (cit. “Il grande libro della cristalloterapia”)

Lo studioso - e molti altri con lui - afferma che, benché possano apparire inermi, i cristalli sono vivi e pulsanti di energia. Un’energia che abbiamo la facoltà di attivare nel momento in cui ci apriamo ad essa con sincerità.

Impossibile? Non credo proprio.

Già gli scienziati stanno effettuando esperimenti sulla capacità dell’essere umano di spostare gli oggetti con la mente (telecinesi): cosa può dunque impedire ad un cristallo di essere attivato con il pensiero? Non dimentichiamo che la Scienza determina le proprie affermazioni sulla base di ripetuti esperimenti. Quindi, fintanto che una teoria non viene dichiarata falsa, la Scienza la riconosce come approvata.

Nonostante ciò, vi è una grande ritrosia nell’ammettere e nell’accettare le pratiche alternative. Sorge quindi la domanda: non sarà che il problema è più di carattere economico che scientifico? Probabilmente è più proficuo vendere una pastiglia che educare alla consapevolezza e all’autoguarigione. È un tema scottante che vale la pena di affrontare.

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Del resto, è ormai sotto gli occhi di tutti come sempre più persone, dopo aver fallito con la medicina ufficiale, ripieghino - e con successo - su queste pratiche.

Con ciò non si vuole assolutamente demonizzare la medicina perché, grazie ad essa, l’uomo contemporaneo vive meglio e più a lungo.

Ma è sbagliato contrapporla alle terapie alternative perché è da esse che ha attinto. Non dimentichiamoci che molti farmaci sono basati su erbe e prodotti reperibili in natura.

Alleati, quindi, non nemici. L’equilibrio si trova sempre nel mezzo.

Simona HeArt

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