LA FARMACIA DI MADRE NATURA
La Parietaria, fonte di allergie stagionali, ma anche erba della salute

La Parietaria officinalis è una pianta appartenente alla famiglia delle Urticaceae, volgarmente nota come muraiola per via della sua crescita su muri e pareti, o vetriola per la sua capacità di ripulire il vetro da polveri e scorie varie. I suoi fiori, piccoli e verdi, sono contornati di foglie, ovali-lanceolate, ruvide e appiccicose, che la rendono capace di attaccarsi ai muri, alle recinzioni o ai tronchi degli alberi morti, crescendo in verticale per godere della massima esposizione. Si può trovare praticamente ovunque, meglio se all’ombra e in terreni ricchi di azoto.
È una pianta piuttosto comune nelle campagne e possiede varie proprietà officinali, oltre ad essere un’ottima verdura da mangiare.
Ricca di minerali, tannini e flavonoidi, è espettorante, lenitiva della tosse e diuretica, grazie al contenuto di potassio. Aiuta nella risoluzione dei problemi della pelle – grazie anche alle mucillagini - e ha proprietà depurative e sudorifere. Nella tradizione popolare l’infuso di parietaria era consigliato per le cistiti e i disturbi dell’apparato urogenitale. Nella medicina omeopatica, le parti aeree della pianta sono utilizzate per disgregare i calcoli renali e facilitarne l’espulsione, rilassando la muscolatura liscia dell’apparato urinario.
Sotto forma di cataplasma la parietaria risulta utile per le infezioni o escoriazioni della pelle e trova impiego nella cura di alcuni tipi di dermatiti croniche. Tuttavia, al momento non vi sono studi clinici ufficiali in grado di confermare le sue proprietà terapeutiche.
Le foglie e i gambi, sono impiegati da sempre nella cucina contadina e servono a preparare minestre, frittate e misti di verdure. Benché sia una pianta commestibile non bisogna abbondare con il suo consumo, a causa degli allergeni contenuti, che nei soggetti predisposti, possono provocare prurito come altre piante urticanti dello stesso genere. La pianta fiorisce nei mesi caldi dell’anno, dalla primavera a inizio autunno, ma la stagione pollinica può durare da febbraio a ottobre, scatenando reazioni tanto temute da chi è ipersensibile al suo polline, molto piccolo e facilmente trasportabile dalle correnti d’aria. È in grado di penetrare nelle vie aeree anche in profondità, provocando lacrimazione, starnuti, bruciore alla gola, fino ad arrivare a forme gravi di laringospasmo e asma. Sintomi comuni a quelli delle altre allergie primaverili, che si fanno più forti se non si tiene sotto controllo l’alimentazione. Tutte le mucose del corpo sono infatti collegate tra loro da un sistema chiamato MALT: tessuto linfoide associato alla mucosa. Quando circolano i pollini, le mucose dell’apparato respiratorio s’infiammano per la presenza di istamina, la sostanza liberata dalle cellule immunitarie per combattere gli allergeni. Se anche l’intestino è infiammato a causa di una dieta sbagliata o ricca di cibi pieni di conservanti, l’allergia al polline peggiora.
Quali cibi bisogna evitare se si è allergici alla parietaria?
More di gelso, basilico, piselli, fico e melone. Tutti frutti capaci di provocare reazioni incrociate. In alcuni casi particolarmente gravi in cui l’allergia alla parietaria si associa ad altre allergie, sarebbe meglio diminuire il consumo degli alimenti ricchi, o attivatori di istamina: alcolici, salumi, acciughe, spinaci, pomodori, frutti di mare, cioccolata, pesce, ananas e caffè. Se si ha il sospetto che certi cibi diano fastidio, durante il periodo più a rischio, si può diradarne l’uso e concederseli non più di una o due volte a settimana. Infatti i fenomeni d’intolleranza si manifestano per accumulo.
L’ideale sarebbe arrivare alla stagione dei pollini in condizioni ottimali per il sistema immunitario, che dovrà sostenere una guerra continua contro un gran numero di allergeni. L’allergia respiratoria non guarisce con la sola dieta, ma grazie ad essa può essere ridimensionata.
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