LA FIRST LADY E LA PREMIERE DAME

LA POLITICA PASSA ANCHE ATTRAVERSO LO STILE

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Se da un lato, quello politico, lo scorso G7, summit dei leader mondiali tenutosi nell’incantevole città di Taormina non ha prodotto i risultati sperati (parole della cancelliera Angela Merkel), dal lato dello stile e del suo contrario, ha rivelato molto di come la moda sia espressione potente dell’essere e del pensiero di un paese incarnato perfettamente dagli outfit delle first Lady che si sono aggiudicate le luci della ribalta mettendo in secondo piano i loro più famosi consorti.

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E’ inutile negare che tutti gli occhi erano puntati su Melania Trump e Brigitte Macron, due donne e due stili a confronto che a Taormina hanno fatto capire quanto siano profondamente diverse, ma che hanno perfettamente incarnato l’una l’America e la sua opulenta concretezza e l’altra il glamour e il low profile francese.

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Melania Trump che sino all’arrivo al G7 abbiamo ammirato per i suoi outfit total black o total white, per i suoi tailleur color pastello che ci hanno ricordato lo stile di Jacqueline Kennedy, a G7 c’è la svolta, molto glamour, ma poco dress code, che la porta a scegliere i fiori, in omaggio alla Sicilia, e una maison italiana (Dolce&Gabbana) in omaggio al bel paese. Molto si è detto e scritto sul soprabito di Melania Trump, dal suo costo esorbitante (50.00 dollari), alla scelta inadeguata per ora, occasione e clima (erano le ore dodici, era “solo” un pranzo e c’erano vent’otto gradi, che notoriamente non agevolano l’uso di un soprabito). Effettivamente l’outfit scelto da Melania è stato uno scivolone stilistico che ha abdicato a tutte le regole che il dress code avrebbe richiesto per l’occasione. Un soprabito troppo pomposo più adatto per un evento serale, decolleté tacco dodici, che il dress code vorrebbe solo per la sera, non proprio il massimo per visitare la città e difatti non ha partecipato alla gita e al sorvolo in elicottero sull’Etna con le altre First Lady. E purtroppo anche se si fosse dimenticata nella blindatissima automobile l’incriminato soprabito, l’abito non l’avrebbe salvata dalla gogna stilistica: troppo scollato e troppo ricamato per un outfit da giorno, per non parlare della sua clutch (altri 1.635 dollari) da indossare solo dopo il tramonto, mai di giorno! Ultimo, ma non meno importante, il dress code vuole che l’abito sia consono non solo all’ora e all’occasione in cui si partecipa, ma soprattutto al contesto dell’evento a cui si partecipa e visto che, tra le altre cose, al G7 si parlava di migranti, sostenibilità economica e di cattiva distribuzione della ricchezza nel mondo, forse sarebbe stato più chic adottare un outfit più sobrio. Chi di noi si sognerebbe di andare ad un funerale con un abito scollacciato e coloratissimo? Il rispetto passa anche dallo stile che si adotta in ogni circostanza che la vita ci mette davanti.

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Guardando l’abito scelto per il concerto al teatro greco romano di Taormina e la cena di gala offerta dal Presidente Mattarella si ha l’impressione che abbia scambiato il giorno per la sera e viceversa. A ben guardare la First Lady appare più sobria in questo contesto, dove poteva osare di più, con il suo abito a collo alto, maniche lunghe e dall’orlo sotto il ginocchio dove il dress code vorrebbe il lungo se si sceglie di indossare un abito. Se non fosse stato per il tessuto lamè dell’abito sarebbe completamente passata inosservata, atteggiamento che doveva adottare la mattina e non la sera.

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Il secondo giorno mi convinco sempre di più che gli outfit erano giusti, ma evidentemente Melania Trump non ricordava più quale fosse l’ordine giusto nei quali indossarli, visto che per visitare a piedi la città, fare shopping e fare una capatina a Palazzo Corvaja per ammirare il Caravaggio ha adottato un long dress, troppo long anche su di lei notoriamente alta. Diciamocelo chi di noi non indosserebbe un abito così poco impegnativo per visitare una città con il rischio di inciampare in ogni momento? Fortunatamente ha indossato delle ballerine e un paio di occhialoni scuri che gli hanno permesso di tenere incollati gli occhi alla strada senza che nessuno se ne accorgesse! Quest’abito, se pur bellissimo, sarebbe stato perfetto per il concerto al teatro greco romano perché lungo e leggiadro e non di mattina dove è assolutamente vietato indossare un long dress. Molto meglio sarebbe stato un abito longuette o un tailleur che come amava dire Coco Chanel: “ se si sceglie di indossare un tailleur non si sbaglia mai”.

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A conclusione della sua visita in Italia, l’abito scelto per visitare la base aerea di Sigonella è stato di sicuro l’outfit più adeguato al contesto. Molto bello l’abito con le maniche dalla linea ad A e bottoni gioiello che decoravano maniche e scollo, a stemperare la rigorosità dell’abito ci hanno pensato le decolleté color rosa baby.

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Tutt’altro stile quello portato in scena da Brigitte Macron, che dopo essersi attirata diverse critiche per il suo amore per gli orli troppo corti, per la sua visita in Italia ha scelto di adottare uno stile easy chic, definito da alcuni un po’ troppo easy, tipico delle donne francesi che ha ricordato a molti lo stile Bardot che portò in auge l’accoppiata pantalone skinny e maglia colorata. Per il suo arrivo a Catania ha scelto di indossare un pantalone skinny bianco con una maglia color rosso vivo che lasciava maliziosamente scoperta la spalla sinistra. Anche lei non ha rinunciato ai tacchi, ma più saggiamente rispetto a Melania, non ha scelto stiletti assassini di caviglie, ma ha optato per dei sandali con la zeppa in corda di color bordeaux. Troppo easy per molti, io ho trovato il suo outfit fresco e chic adatto alla circostanza, in fondo si recava ad un pranzo non formale per incontrare e conoscere le altre First Lady organizzato dal sindaco di Catania Enzo Bianco.

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Brigitte Macron per il concerto e la cena di gala offerta dal Presidente della Repubblica Italiana opta per un tailleu bianco identico a quello indossato per l’insediamento di Macron all’Eliseo, differenti solo per colore, se per l’Eliseo aveva scelto un azzurro polvere, per Taormina sceglie un bianco optical. Il tailleur con giacca alla coreana è perfetto per la sua silhouette, d’altronde è stato creato su misura per lei dalla maison francese (e questo non è un caso) Louis Vuitton. Dress code rispettato per l’outfit scelto da Brigitte? No, perché se è vero che un tailleur ti salva in molte situazioni, per un concerto e una cena di gala avrei optato per un long dress o per andare incontro al suo stile easy un completo pantaloni dalla linea morbida stile Armani per intenderci. Il tailleur è un outfit più da giorno, adatto per occasioni formali o di lavoro, ma non per eventi serali.

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Per il secondo giorno dedicato allo shopping e alla visita della città la première Dame ritorna nei panni a lei più cari: jeans skinny color blu navy, maglia bianca leggermente svasata sul fondo, espadrillas blu con zeppa in corda ai piedi. L’outfit, come quello dell’arrivo, è fresco, chic e assolutamente adatto al programma della giornata. Unico neo la lunghezza delle maniche della maglia che inesorabile evidenzia i suoi, seppur splendidamente portati, sessantaquattro anni. La première dame dovrebbe prediligere lunghezze che sfiorino il gomito, perché anche se si fa sport e si è in perfetta forma come lei, dopo gli anta le braccia come del resto le mani sono inesorabili nel mostrare al mondo l’età effettiva che abbiamo.

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Non potrebbero essere più diverse la first Lady e la première Dame e anche il loro stile ha rispecchiato il loro carattere, la loro cultura e lo stile di due paesi profondamente diversi. Se Brigitte rispecchia lo stile chic senza sbavature tipicamente francese, mai sopra le righe, Melania, a Taormina più che mai, ha messo in risalto l’amore per il lusso tipicamente americano. Il look informale di Brigitte rispecchia il suo essere easy anche nell’approccio con la gente di Taormina con la quale si è fermata in molte occasioni per scambiare battute e regalare sorrisi, Melania, come il suo soprabito da 50.00 dollari, occhialoni scuri e blindatissima dalla scorta è apparsa inarrivabile e di pochi sorrisi. Anche nella visita fatta a Palazzo Corvaja davanti alla sublime bellezza del Caravaggio le diverse sensibilità culturali dei due paesi sono state lampanti, se l’ex professoressa francese al curatore della mostra Roberto Celli ha fatto domande specifiche sull’artista, sulle sue opere e sulle influenze di altri pittori nel suo stile pittorico, di contro l’ex modella ha fatto domande pragmatiche, tipicamente nello stile americano: quanto costerebbe al giorno d’oggi un quadro del Caravaggio? (che Donald Trump voglia acquistarne uno?), per quanti milioni di dollari è stato assicurato?

Due modi di essere differenti non solo per stile, ma soprattutto per personalità e sensibilità, specchi riflessi dei loro consorti e della cultura del paese che rappresentano. Voi quale scegliereste: lo stile glamour di Melania la newyorkese d’adozione o quello più sobrio e sofisticato di Brigitte la parigina?

T. Velvet

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