LA FORESTA NORVEGESE DI MURAKAMI HARUKI- (II parte)

(Murakami Haruki, Norwegian Wood, Noruwei no mori)

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“Nella letteratura dei due Murakami si palesa uno dei più abissali gap generazionali di tutti i tempi: il mondo straniero, che per i genitori significa alterità, per i figli rappresenta identità. Ciò che disorienta i genitori, unisce i figli.” (ibidem).

cms_19844/2.jpgCon una cesura rispetto alla vena surreale, onirica, dei primi quattro romanzi, appartenenti al mondo del tutto particolare di Murakami, dove i riferimenti alla cultura pop e al genere hard-boiled (vale a dire quel il genere poliziesco o detective fiction,ove compare una raffigurazione molto realistica dei fatti criminosi, con spazio dedicato anche ad elementi di violenza e di sesso) sono bilanciati da invenzioni che tendono alla “decostruzione del reale”, a quell’essere in bilico tra realtà e irrealtà, fra due mondi, due realtà “in opposizione speculare”, differenti dimensioni “che a volte si contaminano creando un sottile senso di vertigine nel lettore” (ibidem, VIII-IX), arriva nel 1987 il nuovo romanzo di Murakami Norwegian Wood (torneremo poi sul titolo).

Si tratta di un romanzo stavolta realistico e sentimentale, un lungo flash-back, di rievocazione del passato, tra la metà del ‘68 e l’ottobre del 1970 nel periodo delle rivolte studentesche in Giappone, di una storia incentrata sulla “difficile educazione sentimentale di un giovane studente universitario” (ibidem, X), narrata dal protagonista, ora trentasettenne, il giovane Watanabe Toru (stavolta con un nome diversamente dalle precedenti opere di Murakami).

A differenza dei precedenti testi dello scrittore, il romanzo “realista” del 1987 è testimonianza per l’autore di “una comprensione più profonda dei sentimenti e dell’elemento umano”: tratti che, accanto a quelli caratteristici prima citati, rimarranno comunque in una certa misura nelle successive opere di Murakami. Lo scrittore giapponese anche stavolta – contrariamente quanto ci si poteva aspettare - coglie con puntualità un sentire diffuso tra i giovani – giapponesi e di altre nazionalità –, riscontrando un larghissimo gradimento di lettori e di critica.

Evidenzia a tal proposito Amitrano che Murakami dopo l’esperienza letteraria di Norwegian Wood “non riesce a mantenere il tono distaccato, hard-boiled dei primi libri. A partire da quest’opera una comprensione più profonda dei sentimenti si insinua nelle sue vertiginose creazioni fantastiche, e l’elemento umano, in direzione contraria a recenti tendenze che dominano la scena artistica giapponese contemporanea e che esaltano il disumano e l’inorganico, acquista per Murakami sempre più spazio e importanza.”.

E questo nonostante che l’autore, successivamente a Norwegian Wood avesse dichiarato “in più occasioni che il libro rappresentava un caso isolato nella sua carriera di scrittore, e che difficilmente si sarebbe misurato in futuro con un’opera di impronta realistica e dai temi sentimentali” e che già con il suo romanzo successivo, Dance Dance Dance (Dansu dansu dansu, 1988) si ritrovi la “sua particolare dimensione in bilico tra realtà e irrealtà, abitata da uomini pecora e costellata di pozzi, labirinti ed enigmi irrisolti”.

Peraltro, in un successivo romanzo (del 1992) A sud del confine, a ovest del sole (Kokkyō no minami, taiyō no nishi) ritroviamo addirittura lo “stesso registro realistico e sentimentale di Norwegian Wood, confermando che non si era trattato di una incursione isolata in questa dimensione per lui in solita.” (G. Amitrano, Introduzione, pagg. XIV-XV).

Secondo elemento o meglio seconda serie di elementi, che si ricollegano a quanto in precedenza accennato, sono rinvenibili nell’analogia tra il giovane antieroe di Murakami, Watanabe Toru, e i personaggi di Holden Caulfield de Il giovane Holden di Jerome David Salinger, David Copperfield dell’omonimo libro di Charles Dickens e Benjamin Braddock (impersonato dal bravissimo ed esordiente sul grande schermo Dustin Hoffman) del film Il Laureato, autore il regista Mike Nichols (il film è tratto dall’omonimo libro di Charles Webb e tutti ricorderanno, tra l’altro, le splendide musiche di Simon & Garfunkel); opere varie volte menzionate nel romanzo dello scrittore giapponese.

Il testo di Murakami ha, in particolare, “molte somiglianze con il romanzo di Dickens, sia nella sequenza della narrazione che per la costruzione dei personaggi, ed entrambi sono perfetti esempi di Bild-ungsroman “ (Introduzione, cit., pag. XII), vale a dire di quello che suole definirsi “romanzo di formazione.

Vediamo così le figure di David / Toru , per il protagonista, di Dora / Naoko ed Agnes / Midori per i personaggi femminili, di Steerforth / Nagasawa per l’amico con la sua crudele morale e di Emily / Hatsumi quali bersagli dell’offesa, rispettivamente, da parte delle due figure maschili accennate.

Ma un altro fulgido riferimento è anche lo scrittore F. Scott Fitzgerald, (“autore anche lui tradotto e amato da Murakami”, Introduzione, pag. XIII), con il suo Grande Gatsby, citato a profusione nel libro e all’origine dell’amicizia tra il protagonista di Norwegian Wood e l’amico Nagasawa.

Altri aspetti significativi, sempre connessi al primo, sono costituiti dal “bisogno di misurarsi col realismo” e – attualizzati - ilgrande richiamo e attrazione come “in altri scrittori giapponesi del secolo da poco trascorso e di questo [… per] il grande romanzo europeo dell’Ottocento” (Introduzione, pag. XV): suggestione questa ben lontana dalla tradizione letteraria nipponica, seguendo “un’esigenza analoga” – secondo Amitrano - a quella di un altro genere di autore, Mishima Yukio, che vi si era cimentato nella tetralogia de Il mare della fertilità).

cms_19844/1.jpgUlteriore elemento riscontrato per la genesi di Norwegian Wood è la stretta relazione (con i suoi elementi di continuità e discontinuità, con un più ampio spazio al senso di malinconia, alla narrazione – donde un proliferare di trame secondarie -, ai riferimenti musicali) rispetto al precedente racconto breve di Murakami intitolato La lucciola (Hotaru), “pubblicato nel 1984, e ripreso quasi fedelmente nel secondo capitolo di questo romanzo.” (Introduzione, pag. XVI: v. il 19° racconto della raccolta Murakami Haruki I salici ciechi e la donna addormentata, trad. Antonietta Pastore, Torino, Einaudi Super ET, 2013, pagg. 246 – 270; ed. orig. 2006 Murakami Haruki).

Tale tecnica, peraltro, è utilizzata dallo scrittore giapponese in altre occasioni:

“Riprendere un racconto breve già pubblicato, e quindi noto ai lettori, per usarlo come base di un romanzo lungo, è una tecnica adottata da Murakami almeno in altri due casi: oltre a Norwegian Wood anche La fine del mondo e il paese delle meraviglie e L’uccello che girava le viti del mondo [il secondo è in nuce nel racconto L’uccello - giraviti e le donne del martedì: v. il 13° racconto della raccolta L’elefante scomparso e altri racconti, Torino, Einaudi Super ET, 2013, pagg. 196-226], nascono dal nucleo originale di un racconto breve.” (ibidem).

Ancora in relazione ad un “gatto svanito sulla cima del pino: questa storia viene raccontata nel romanzo La ragazza dello Sputnik e nella novella dalla quale questo si è sviluppato, I gatti antropofagi [in I salici ciechi e la donna addormentata: op. Cit., pagg. 122-143].” (Teruhiko Tsuge, I segreti di Murakami, Capitolo 4, Par. 2, TERUHIKO TSUGE, ASCII MEDIA WORKS Inc, Japan, 2010 - 2013, Milano, Antonio Vallardi Editore, Traduzione dal giapponese di Ramona Ponzini).

Oltre al racconto già menzionato, L’uccello - giraviti e le donne del martedì, anche un altro racconto è servito a Murakami come spunto per L’uccello che girava le viti del mondo: Kano Kreta (del 1991, che non mi risulta ancora tradotto in italiano).

Entrambi i racconti “sono stati scritti prima del viaggio negli Stati Uniti (mentre invece L’uccello che girava le viti del mondo sarà scritto proprio negli Usa”

( https://www.harukimurakami.it/text/curiosita.htm ).

Un ulteriore caso accanto a quelli già menzionati prende le mosse dal romanzo da ultimo citato, e riguarda il libro pubblicato da Murakami nel 1992 A sud del confine, ad ovest del sole (Feltrinelli 2000, Einaudi 2013)

Nell’edizione giapponese, L’uccello che girava le viti del mondo è stato pubblicato in tre volumi (corrispondenti alle tre sezioni dell’unico volume italiano).

“* Inizialmente, sono stati pubblicati i primi due volumi, i quali sono stati messi in vendita a partire da un martedì in omaggio al racconto del 1989 L’uccello giraviti e le donne del martedì (uno dei racconti de L’elefante scomparso e altre storie che corrisponde proprio alle prime pagine di L’uccello che girava le viti del mondo). L’anno seguente alla pubblicazione dei primi due volumi, Murakami ha scritto e pubblicato il terzo volume, che però non era previsto nel progetto originario [...]

* La stesura dei primi due volumi (prima della loro pubblicazione) aveva lasciato Murakami insoddisfatto: fu così che si mise a rimaneggiare il tutto, estromettendo dal romanzo praticamente tutto ciò che riguardava il passato del protagonista Toru. Tutto questo materiale, opportunamente riveduto, ampliato e corretto, è diventato A sud del confine, ad ovest del sole. In altre parole, quello che sarebbe dovuto essere il passato di Toru è diventato la storia che ha come protagonista Hajime.”

( https://www.harukimurakami.it/text/curiosita.htm )

(continua)

LA FORESTA NORVEGESE DI MURAKAMI HARUKI

(I parte)

https://internationalwebpost.org/contents/LA_FORESTA_NORVEGESE_DI_MURAKAMI_HARUKI_(I_parte)_19759.html#.X6N1Q2hKiR8

Fabrizio Oddi

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