LA LEGGENDA DEI GARGOYLE

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Il nome Gargoyle evoca timore ed apprensione, infatti è idea comune che queste sculture siano in realtà mostri in grado di prendere vita da un momento all’altro.
Il termine Gargoyle deriva da “la gargouille”, che in francese significa “gola” e originariamente queste sculture avevano anche una funzione pratica oltre che artistica/decorativa, ossia servivano per lasciar defluire le acque piovane lontano dalle mura esterne delle chiese medievali.
Dalla loro gola fuoriusciva l’acqua di scolo, questo il motivo del loro nome.

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Queste statue avevano però anche un altro ruolo, una funzione più simbolica che pratica: erano posizionate strategicamente all’esterno delle chiese poiché rappresentavano metaforicamente il male che restava fuori dal sacro edificio, in ricordo delle parole pronunciate da Gesù all’Apostolo Pietro al momento dell’istituzione della Chiesa stessa:

Vangelo Mt 16, 13-23

“In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa..”

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Secondo altre interpretazioni, l’origine dell’usanza di posizionare i Gargoyle mostruosi all’esterno delle chiese medievali, a partire dal 1200, è legata alla leggenda di un drago chiamato proprio Gargouille che perseguitava i cittadini del villaggio di Rouen, in Francia, nel settimo secolo.

Il dragone aveva un collo lunghissimo, delle grandi ali da pipistrello e sputava fuoco.

Gli abitanti del villaggio erano terrorizzati da questo mostro ed erano soliti placare la sua ira offrendo sacrifici in suo nome (questa leggenda ricorda quella di San Giorgio e il drago).

Rouen fu anche il luogo in cui fu barbaramente uccisa Giovanna d’Arco (eroina nazionale francese, venerata come santa dalla Chiesa cattolica), condannata a morte tramite il rogo.

Secondo questa leggenda, il giorno in cui Giovanna d’Arco fu giustiziata, la gargouille osservò tutto dalla sommità della cattedrale e dopo la morte della condannata, prese a volare sul cielo del villaggio in maniera minacciosa. Nella notte la sua vendetta colpì gli abitanti che avevano assistito all’esecuzione.

Quando l’arcivescovo Romano arrivò in paese, promise al popolo che avrebbe sconfitto il dragone se tutti gli abitanti si fossero battezzati e se si fosse costruita una chiesa in suo nome.
Romano mantenne la promessa e dopo aver ucciso la bestia la trascinò al villaggio e la mise al rogo.

Con grande stupore, però, la testa e la gola del mostro non presero fuoco in quanto già abituati allo stesso, dato che il drago sputava fuoco per attaccare le sue prede e i suoi nemici.

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L’arcivescovo, constatata la resistenza alle fiamme, pensò bene di impalare la testa del drago all’esterno della chiesa, come simbolo del male sconfitto dal Cristianesimo.

Mario Contino

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