LA LEGGENDA DI SAN GIORGIO E IL DRAGO

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Quando si pensa alla figura del Santo, raramente la si associa a quella del guerriero, eppure esistono numerosi esempi di guerrieri divenuti Santi (San Martino di Tours, San Maurizio, San Ferdinando III di Castiglia, giusto per citarne alcuni).
Uno tra i più noti è certamente San Giorgio, legato all’affascinante leggenda che lo vede protagonista di un vittorioso scontro contro un potentissimo Drago.

cms_30673/1.jpgVi siete mai chiesti perché nell’iconografia cristiana San Giorgio viene rappresentato in sella al suo cavallo?


Nella tradizione cristiana, l’immagine del cavaliere a cavallo era associata alla figura dell’eroe che combatteva il male e difendeva la giustizia, e questa ideologia ben si addice al Santo oggetto di questo articolo.

La leggenda di San Giorgio e il drago è in realtà molto nota, almeno agli studiosi del settore poiché, come tutte le leggende del ricco folclore italiano, sta pian piano finendo nel dimenticatoio per colpa dell’insana abitudine di screditare coloro che si impegnano nella salvaguardia e nella divulgazione delle antiche tradizioni, che comprendono anche miti e leggende.

Secondo il mito, il valoroso San Giorgio (Santo patrono di diverse nazioni e città, tra cui l’Inghilterra), giunse in una città chiamata Silene, in Libia, presa in ostaggio da un terribile drago che aveva il potere di avvelenare l’aria e devastare il territorio circostante causando morte e disperazione.
Nel tentativo di placare la sua furia, gli abitanti della città erano soliti offrire quotidianamente un sacrificio umano, pescando a sorte tra la popolazione ormai esasperata.

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Nessuno poteva opporsi al sacrificio, ed un giorno venne estratta addirittura la figlia del Re, alla quale sarebbe toccata la stessa crudele sorte di molti suoi sudditi.

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San Giorgio, venuto a conoscenza della situazione e della pratica disumana escogitata per placare il mostro, montò a cavallo e si diresse verso la tana del drago con l’obiettivo di ucciderlo e porre fine al massacro, armato di coraggio e della sua incrollabile fede.
Molti uomini tentarono di fermare il coraggioso cavaliere, certi che il drago lo avrebbe ucciso in un istante, ma la sua determinazione fu tale che nessuno riuscì nell’impresa di dissuaderlo, e alla fine il Santo raggiunse la tana del mostro e dopo un cruento duello lo trafisse mortalmente con la sua lancia.

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Questa leggenda ha chiaramente una forte impronta ideologica cristiana, rappresenta la lotta eterna tra il bene e il male, tra Dio (rappresentato da San Giorgio) e Satana (rappresentato dal drago).
Ritengo giusto ricordare che Satana o il diavolo possono essere associati all’immagine del dragone, ad esempio in Apocalisse 12:9 si fa riferimento a Satana come "il grande dragone" o "l’antico serpente".

La leggenda di San Giorgio e il drago è diventata un simbolo di coraggio, giustizia e vittoria sulle forze del male, tanto che la figura di San Giorgio ha assunto il significato di fede e devozione ed è stata utilizzata come rappresentazione dei suddetti valori da diversi ordini cavallereschi.

Questa leggenda, come molte altre, ha subito molte trasformazioni nel corso degli anni ed oggi è possibile rintracciare diverse versioni della stessa, che comunque non modificano il significato di fondo precedentemente spiegato.

É curioso notare che nel mondo esistono molte narrazioni folcloristiche che riprendono la stessa trama della leggenda di San Giorgio e il Drago, ad esempio la bella leggenda giapponese di Yamata no Orochi.

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Quest’ultimaleggenda racconta di Susano’o, una potente divinità giapponese che a seguito di un violento scontro sconfigge il serpente a otto teste chiamato Yamata no Orochi e riesce a liberare la principessa. Anche questo mito giapponese, come quello cristiano legato a San Giorgio, simboleggia nella sua trama lo scontro tra il bene e il male.

Mario Contino

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