LA LUNA IN IMMAGINI E MUSICA

Oltre un secolo di celebrazione

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Il 16 luglio 1969, è una data, per me, difficile da dimenticare! È il giorno in cui sono nato, ma è, anche, un giorno molto importante per l’intera umanità: Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins partono a bordo dell’Apollo 11 verso la Luna. Dopo alcuni giorni di viaggio, esattamente il 20 luglio, il modulo lunare Eagle porta due dei tre membri dell’equipaggio (Collins rimase in orbita a bordo del modulo di comando) sul satellite della Terra. È trascorso mezzo secolo da quell’evento che ha aperto la strada alla ricerca di altre forme di vita oltre a quelle terrestri. Culto religioso, scienza, letteratura, spettacolo e musica, la Luna ha da sempre rappresentato per l’uomo qualcosa a cui ispirarsi o ambire, raggiungendola fisicamente a bordo di una navicella o, dal punto di vista artistico, metafisicamente. Per le celebrazioni di questo cinquantenario, su queste pagine, seguirà un elenco di opere cinematografiche e musicali che maggiormente hanno lasciato un’impronta nella memoria umana, come quella impressa dai moon boots di Armstrong e Aldrin sulla sabbia del deserto lunare.

CINEMA

Viaggio nella Luna – È un film muto del 1902 di George Melies. Ispirato dalle opere di Wells e Verne, è la prima pellicola di fantascienza portata sul grande schermo. Emblematica la scena del razzo spaziale, con a bordo degli improbabili astronauti, che si schianta nell’occhio sinistro di una Luna dalle sembianze umane, dopo essere stato sparato da un cannone. Perché partire per un viaggio verso l’ignoto? Siamo soli nell’Universo? A queste domande, Melies risponde facendo entrare in contatto i viaggiatori del suo razzo con gli ostili abitanti del pianeta, i Seleniti. I viaggiatori, dopo lo scontro e la loro cattura, riescono a scappare ritornando sulla terra senza alcuna logica aerodinamica; ma questa si tratta pur sempre di fiction e per le conoscenze dell’epoca, il film era a dir poco avveniristico. Come opera prima, nel genere, riscosse un successo planetario.

2001: Odissea nello spazio– Secondo me, questo, oltre a essere il migliore film di fantascienza in assoluto della storia del cinema, è anche quello che più penetra nell’immaginario collettivo dell’umanità mettendolo davanti all’eterno quesito dell’esistenza. È del 1968, diretto da Stanley Kubrik su di un soggetto di Arthur C. Clark. La pellicola si apre, accompagnata dalla indimenticabile colonna sonora tratta da famosi pezzi di Richard Strauss, con la scena di alcuni ominidi, agli albori della civiltà, impietriti davanti a un grosso monolite. Si prosegue, dopo, con una base lunare e un grosso monolite nero sepolto nel suolo del satellite terrestre. Al centro della trama vengono messi a confronto la fallacità dell’essere umano e la quasi infallibilità dell’intelligenza artificiale. Memorabili le sequenze dei dialoghi tra il dottor Dave Bowman (Keyr Dullea) e il computer di bordo dell’astronave Discovery one, Hal 9000. Costato 12 milioni di dollari grazie alle riedizioni, il film ha incassato oltre 250 milioni di dollari. Riscosse molti consensi dalla critica, ma non dall’Accademy che gli riconobbe, invece, solo un Oscar per gli effetti speciali. Fece da apripista a saghe di successo come Star Wars e Star Trek.

Apollo 13 – Diretto da Ron Howard nel 1995, con Tom Hanks, Bill Paxton e Kevin Bacon. Tratto da una storia realmente accaduta, narra la drammatica vicenda dei tre astronauti, Jim Lovell, Ken Mattingly e Fred Haise (ndr, erano l’equipaggio di riserva dell’Apollo 11). Nel 1970, l’Apollo 13 parte per un nuovo viaggio verso la Luna, ma dei problemi tecnici rendono impossibile l’allunaggio e molto difficoltoso il rientro sulla Terra. “Okay Houston abbiamo avuto un problema qui”, ve la ricordate questa frase? È il messaggio che l’equipaggio invia al Mission Control dopo l’esplosione di uno dei quattro serbatoi di ossigeno. Al botteghino fu superata in tutto il mondo la somma di 350 milioni di dollari, e l’Accademy gli riconobbe nel ‘96 l’Oscar al montaggio e al miglior sonoro.

First Man – È un film del 2018 diretto Damien Chazelle e scritto da John Singer. Si tratta di un adattamento cinematografico della biografia di Neil Armstrong, interpretato da Ryan Gosling, scritta da James Hansen. È un buon film, nonostante gli incassi: circa 150 milioni di dollari in tutto il mondo. Nel 2019 ha ricevuto un Oscar per i migliori effetti speciali e un Golden Globe per la migliore colonna sonora originale

MUSICA

Fly Me to the Moon – Se consideriamo Moonlight Serenade di Glenn Miller e Blue Moon di Richard Rodgers e Lorenz Hart, resa famosa dalla voce di Billie Holiday, tra i classici della musica made in USA, Fly Me to the Moonè tra gli standard dello swing ancora molto in voga. È stata scritta dal compositore americano Bart Howard del 1954. Inizialmente il titolo era In Other Words (parte del testo) e venne registrata per la prima volta con la voce della cantante Kaye Ballard. Prima che Frank Sinatra la rendesse famosa nel 1964, venne cantata e arrangiata da diversi artisti. È una canzone d’amore, punto e basta! Parla di due persone che dichiarano il loro amore dinnanzi alla Luna che splende in un cielo stellato.

Space Oddity – È una canzone di David Bowie, antesignana di pochi giorni il viaggio dell’Apollo 11. Esce come 45 giri l’11 luglio del 1969, raggiungendo spesso le vette della classifica come singolo. È il 45 giri più venduto in Gran Bretagna. Il brano, racconta del viaggio spaziale del Maggiore Tom; un viaggio senza ritorno dopo che i circuiti della navicella su cui viaggia si spengono. Il paradosso, legato a questa canzone, è che la BBC ha trasmesso la diretta dell’allunaggio del 20 luglio con il sottofondo di Space Oddity. Insomma, non proprio di buon auspicio per Armostrong & Co. Una curiosità sul brano di Bowie, è la versione italiana con il testo riadattato da Mogol, Ragazza solo, ragazzo sola.

The Dark Side of the Moon – Una pietra miliare del prog-rock e della storia della musica. Pubblicato nel 1973, a oggi sono milioni le copie vendute di questa opera omnia dei Pink Floyd. Così come la scienza, dopo lo sbarco sulla luna, ricercò nuovi modi per andare oltre l’orbita terrestre e lunare, così la band inglese trovò, sperimentandole, nuove vie musicali per produrre un capolavoro ancora oggi alla ribalta. È impossibile quantificare il valore commerciale di questo ottavo disco (in studio) dei “Floyd” e valutarlo anche per i riconoscimenti ricevuti, perché l’opera è ancora oggi molto venduta sugli scaffali dei negozi e nelle app online on-demand. Nei testi dei brani si parla di avidità, invecchiamento, morte e infermità mentale. E ‘il lato oscuro della luna’, tutto sommato, è quella parte buia che, spesso, cerchiamo maldestramente di nascondere all’evidenza o di negare ciecamente.

PLAYLIST

Ma sono tante le canzoni che vedono come protagonista la Luna. Sono tanti i cantanti e gli autori che le hanno reso omaggio. Eccone alcune italiane: Fred Buscaglione (Guarda che Luna), Lucio Dalla (L’ultima Luna), Loredana Berté (E la Luna bussò), Gianni Togni (Luna), Renzo Arbore (Luna Rossa) Vinicio Caposela (Signora Luna). Oppure straniere: Myke Oldfield (Moonlight shadow), Police (Walking on the Moon), Beck (Blue Moon), Dancing in the Moonlight (Toploader).

Umberto De Giosa

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