LA MEDITAZIONE: PUÒ AIUTARCI A STARE BENE?

Lo abbiamo chiesto alla psicopedagoga Paola De Marzo, autrice di “IMPARARE MEDITANDO. Manuale per for-Amare ragazzi sereni”

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Negli ultimi anni la neuroscienza ha prestato molta attenzione allo studio degli effetti psicofisici delle tecniche di meditazione. Nel suo significato sia transitivo che intransitivo, con il verbo meditare, oltre a esaminare e studiare i modi e i mezzi più opportuni per realizzare qualcosa, si intende fermare il pensiero per riflettere. Ma cos’è la meditazione? Può la meditazione aiutarci a stare bene? E, soprattutto, che risultati può avere a scuola sugli adolescenti? Ecco alcune domande che abbiamo rivolto alla professoressa Paola De Marzo, docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado, Master reiki dal 2003, collaboratrice nel progetto “Dragon Light, unite per la Vita”, per il supporto riabilitativo alle donne che hanno subito una patologia oncologica, proponendo lavori di Meditazione e visualizzazione guidata, autrice della raccolta di poesie Frammenti di Luce e del volume Il cerchio del respiro. Meditare per essere felici, conduttrice della trasmissione televisiva Holistic, andata in onda su Antenna Sud.

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Che significa for-Amare?

Può essere interpretato in due maniere: da una parte significa formarli, con il supporto della meditazione, a essere più riflessivi e creativi, affinché possano tirare fuori il meglio delle loro capacità e competenze, dall’altra parte for-Amare vuol dire avere anche la capacità di poter amare i ragazzi in una certa maniera, perché credo che il lavoro di insegnante deve essere svolto come una missione, entrando in classe dopo aver chiuso fuori dalla porta i nostri problemi personali

Dal punto di vista didattico, hai incontrato problemi in questi anni di pandemia?

In questi ultimi due anni, il Covid ha causato ai ragazzi grandi fratture interiori: gli ho trovati molto smarriti, incapaci di riflettere, si fanno prendere subito dal panico, piangono subito e non riescono a razionalizzare facilmente, rendendo complicato fare scuola in una certa maniera

Cosa vuol dire meditare?

È un viaggio interiore che tutti possiamo fare, è la capacità di entrare dentro noi stessi per un raccoglimento interiore attraverso l’uso consapevole e guidato del respiro

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Ha qualcosa a che fare con la religione?

Ci tengo a precisare che non ha nulla a che fare con la religione; la Scuola è laica. Faccio meditazione al bambino buddhista, perché ho un bambino cinese in classe, al bambino induista, perché ho bambini mauriziani, cos’ come al bambino pakistano di fede mussulmana. È un viaggio all’interno della mente

Cosa c’è di scientifico nella meditazione?

Dal punto di vista scientifico, c’è tantissimo! Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la meditazione è una buona pratica per migliorare la propria salute psico-fisica. In occidente viene studiata da oltre 50 anni e la neuroscienza ha sperimentato che chi fa meditazione ha l’ipotalamo (una parte del cervello che regola funzioni vitali dell’organismo umano, ndr) più sviluppato, ha meno cortisolo (ormone che causa ansia e depressione, ndr) nel sangue e aumenta le endorfine che sono considerate come delle “droghe” per lo stato di benessere

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Perché c’è molta reticenza nell’utilizzare nelle scuole la meditazione come metodo didattico?

Perché, innanzi tutto, ci vogliono persone competenti ed esperte: non basta solo “respirare” per fare meditazione. Sono 25 anni che studio meditazione, applicandola prima su di me e poi agli altri. E, infine, ci vogliono le leggi

Hai incontrato ostacoli nell’applicare le tecniche di meditazione durante le ore di lezione a Scuola?

Ho trovato molta reticenza e scetticismo da parte, soprattutto, dei miei colleghi che, inizialmente, non riuscivano a capire quello che facessi; ma alla fine, con il passare del tempo e con i risultati positivi, i Presidi delle scuole in cui ho insegnato, mi hanno supportato e aiutato a portare avanti il mio progetto

Come si svolge una seduta di meditazione a Scuola?

Fermo restando che la meditazione è un viaggio attraverso l’uso consapevole e guidato del respiro, attraverso il respiro do degli input, respirando in una certa maniera e facendo passare le onde celebrali in un’altra frequenza e do, successivamente, dei comandi ai ragazzi, tipo: visualizzare dei colori e delle immagini, in modo tale da aiutarli a pensare in modo creativo e divergente. E alla fine della seduta di meditazione dico loro di elaborare e descrivere riportando su di un quaderno oltre a quello che hanno visto con il potere della mente anche le emozioni che hanno provato

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Dopo tanti anni di esperienza nel portare avanti questo tuo progetto, tirando le somme: quali sono i risultati?

Sono felice dei risultati che ho raggiunto, anche perché la meditazione l’ho applicata in tanti campi: per esempio ho lavorato con pazienti oncologiche e ho visto che funziona, perché la meditazione ti porta a uno stato di rilassamento che agisce sugli stati d’ansia, aumentando, come già detto, le endorfine e abbassando il cortisolo

Auspichi che ogni scuola possa diventare un giardino dove coltivare mille fiori diversi: che significa?

Io vedo gli esseri umani come fiori: ognuno con le sue caratteristiche, la sua bellezza e la sua fragranza. Vedo i miei alunni, quindi, come tanti piccoli fiori che stanno sbocciando. Il mio compito è di curarli dandogli il giusto nutrimento, la giusta acqua e il giusto terreno

Umberto De Giosa

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