LA MODA RINASCE TRA SOGNO E (INUTILI) POLEMICHE

L’ITALIA E IL FASHION SYSTEM

LA_MODA_RINASCE_TRA_SOGNO_E_(INUTILI)_POLEMICHE_T_VELVET.jpg

E’ stato il digital fashion show più chic post coronavirus; annunciato dalla maison Valentino durante la scorsa Paris digital fashion week dedicata all’haute couture è andato in scena lo scorso ventuno luglio nello storico Teatro Dieci negli Studios di Cinecittà a Roma. La sfilata di Valentino ha deluso chi si aspettava finalmente di assistere ad un fashion show fisico al cento per cento anche se con accesi contingentati, ma il designer, Pierpaolo Piccioli in collaborazione con il guru del digitale, Nick Knight ha trasformato la presentazione della collezione di haute couture per il prossimo autunno-inverno in un’esperienza metafisica. La giornata del ventuno luglio era iniziata con tanti videomessaggi caricati sull’account della maison tra il designer e le sue fedelissime sarte definite: “This my family”; è stato un dialogo segreto e svelato ai followers sulla complessità di realizzare un abito di haute couture tra Piccioli e le sue “braccia” che danno forma e sostanza ai sogni imprigionati in un bozzetto. Le videochiamate si sono poi allargate alla top model che hanno indossato le creazioni, Mariacarla Boscono, nonché sua fedele amica, alla top model Adut Akech e al creatore dell’evento, Nick Knight.

cms_18412/foto_1.jpg

Lo show ha avuto inizio con un filmato girato nel Teatro Dieci dove metri e metri di chiffon, ruches, piume, frange e cristalli prendono vita attraverso sapienti giochi di luce e fiori proiettati sullo sfondo. Dopo un momento di buio le luci del Teatro si riaccendono scoprendo le due modelle che, sospese su dei piedistalli, indossano degli abiti meravigliosi dove il fil rouge è stato il colore bianco in tutte le sue nuance. Il colore senza colore per antonomasia ha, per il designer, il potere simbolico della ripartenza, della tavolozza su cui ridisegnare il nuovo futuro per l’umanità e per la moda. La ripartenza, nel solco del sogno, è stato il mood di questa collezione di haute couture che non avrebbe preso forma se non ci fossero state le sarte della maison e tutte le maestranze che hanno continuato a lavorare nonostante il coronavirus e alle quali il designer ha voluto regalare queste bellissima dedica:

"Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare
qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così sicuri.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni."
(Pier Paolo Pasolini. “Lettere Luterane”)

cms_18412/foto_2.jpg

Anche questa collezione ha confermato il genio straordinario del designer Pierpaolo Piccioli, non a caso, in nomination come designer dell’anno 2020. Solo Pierpaolo Piccioli sa dare ad un abito la leggerezza che metri e metri di chiffon potrebbero tarpare, purtroppo questa collezione ci ha lasciato orfani della sua ineguagliabile palette colori e degli accostamenti cromatici che l’hanno reso una icona del fashion system. La sfilata di Valentino, tra il fisico e il metafisico, se pur coinvolgente non è riuscita ad eguagliare l’emozione di una sfilata live con pubblico e modelle che , personalmente, spero tornino a pieno regime nel più breve tempo possibile.

cms_18412/foto_3.jpg

Maria Grazia Chiuri, designer della maison Dior è riuscita a portare l’Italia, e nello specifico la città di Lecce, al centro dell’attenzione internazionale. Convincere i francesi della Dior e il loro innato sciovinismo a sfilare in Italia non sarà stato semplicissimo, ma la designer di origini salentina si è saputa imporre forte dell’ottimo lavoro fatto in questi anni che hanno riportando la storica maison francese tra le più desiderate, ad un incremento considerevole delle vendite e riuscendo a creare un forte legame tra i clienti più giovani e il mood Dior. La sfilata cruise 2021 di Dior ha messo in scena tutte le peculiarità della terra pugliese: la pizzica tarantata, l’orchestra della Notte della Taranta, le spettacolari luminarie, la sapiente arte del ricamo a tombolo, ma anche le frasi femministe tanto care alla designer come: “Yor Are Enought. Breathe” (Sei abbastanza. Respira).

cms_18412/foto_4.jpg

La collezione della Chiuri è un esplicito omaggio alla tradizione del ricamo, del pizzo al tombolo, dei tessuti antichi e solidi, un grande omaggio alla moda e all’arte italiana. Il total white e le nuance della terra la fanno da padroni, se le linee pulite, i volumi fluidi danno il mood parigino della maison, i tessuti corposi, le stampe con fiori di campo e spighe danno il mood del sud Italia. Il punto vita è esaltato da splendide cinture corsetto e dove l’accessorio imprescindibile è il fazzoletto sul capo che sa di antiche tradizioni contadine. I ricami macramè, al tombolo sono un’opera d’arte realizzati dalle artigiane della Fondazione Le Costantine e che sono stati un valore aggiunto che hanno portato la cruise della maison Dior ad un livello altissimo. E’ stata una collezione perfetta nella sua “semplice” portabilità, il lusso, per Dior, non è nell’apparire o nell’ostentare, ma nell’indossare abiti apparentemente semplici, ma con una storia di antiche tradizioni sartoriali che non devono essere perdute. Maria Grazia Chiuri ancora una volta fa centro con una collezione che sicuramente conquisterà il pubblico più vasto, con un fashion show di cui si parlerà ancora per tanto tempo e che avrà importanti ripercussioni sul turismo verso la Regione Puglia. La sfilata ha avuto una commentatrice d’eccezione come l’influencer Chiara Ferragni che ha fatto scoprire ai suoi più di venti milioni di followers la Puglia e il Salento, le sue bellezze barocche con buona pace di tutte le polemiche post sfilata. I soliti leoni da tastiera hanno scritto che le luminarie hanno deturpato e nascosto il barocco della Cattedrale leccese, che hanno occupato la città per giorni, che l’uso delle luminarie è stato “copiato” dal mood delle sfilate della maison Dolce&Gabbana (gli ignoranti ignorando che la tradizione delle luminarie è radicata in Puglia quanto in Sicilia. Nessuno ha copiato nessuno, entrambe le maison hanno solo reso omaggio ad un’antica tradizione delle Regioni che hanno ospitato le loro sfilate), per terminare con il più stupido dei commenti, ma sempre popolarissimo sui social:“…avranno fatto almeno una donazione alla Caritas?” A chi critica senza conoscere si rispondere ricordando che il sistema moda è la seconda voce dell’economia italiana, che il sistema moda non è un divertissement per eccentrici, che il sistema moda da lavoro a tantissima gente, tra diretto ed indotto. Non è un caso che i francesi considerino la moda una cosa serissima, di cui avere cura e promuovere con tutte le risorse possibili, in patria e all’estero. Gli italiani, sotto questo aspetto, avrebbero molto da imparare dai francesi, tutti gli italiani: politici, mondo della cultura, giornalisti e gente comune.

cms_18412/foto_5.jpg

Dopo aver parlato di tanta bellezza, creatività e voglia di ricominciare terminiamo continuando nel solco delle polemiche che stanno toccando l’influencer Chiara Ferragni e che stanno dividendo il mondo della cultura. Partiamo dal farci una domanda semplice semplice: “qual è il “mestiere” di un influencer? Influenzare gusti e comportamenti, si spera virtuosi, dei propri followers generalmente giovanissimi. Chiara Ferragni è stata alle Gallerie degli Uffizi per uno shooting fotografico lasciando in dote agli Uffizi nel weekend successivo un incremento di visitatori, soprattutto tra gli under venticinque, del ventisette per cento. Anche quando è arrivata in Puglia per assistere alla sfilata di Dior l’influencer ha postato foto di posti bellissimi invitando i suoi followers a visitarli come il museo archeologico MarTa di Taranto e che ha portato al museo più di quattromila interazioni sulla pagina Fb rispetto alla media. Ma per i radicali della cultura è preferibile che Piazza Duomo a Lecce, gli Uffizi a Firenze e il MarTa di Taranto rimangano vuoti che una influencer faccia loro pubblicità gratis e planetaria. Non sarà che Chiara Ferragni arriva più rapidamente e convintamente dei tanti espertissimi e serissimi addetti ai lavori? Il mondo della cultura, i giornalisti, i politici, i docenti devono capire che la comunicazione è cambiata, che per raggiungere i più giovani servono strategie comunicative inedite; quindi ben venga l’influencer di turno se riesce a portare i giovani di tutto il mondo a visitare una città, un museo o semplicemente a visitarne la pagina web per conoscerne le bellezze. Questa è la sfida che attende i direttori dei musei di tutto il mondo; ha fatto benissimo il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt ad aprire le porte alla Ferragni, come altrettanto intelligente è stata la direttrice del MarTa, Eva Degli’Innocenti ad invitare, per una visita, l’influencer di passaggio in Puglia.

T. Velvet

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram