LA NUOVA CHIESA DI PAPA FRANCESCO

Scelti 13 cardinali tra i “preti di strada”

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Chi credeva Papa Francesco un innovatore, sicuramente ci aveva visto bene. Il Pontefice arrivato dall’altra parte del mondo, da diversi anni ha avviato una politica del tutto nuova, che rimette in discussione tutto il sistema chiesa. La linea adottata da Bergoglio è condita da numerose tappe, che hanno delineato la visione della chiesa del terzo millennio. L’impronta Bergoglio si è vista sin da subito, con i documenti magisteriali che hanno definito l’essenza della vera chiesa ovvero quella missionaria. Parte dal concetto di missionarietà la rivoluzione di Bergoglio, una rivoluzione che vuole mettere radici profonde cercando di rinnovare la fede del popolo di Dio. Esempio calzante è l’enciclica Evangelii Gaudium, che esalta la natura missionaria della chiesa, evidenziando le difficoltà dell’andare nelle periferie esistenziali. Coerente con le sue scelte, Francesco sta costruendo una nuova chiesa ad immagine del suo magistero. Per questo, non sorprendono più di tanto le scelte dei nuovi 13 cardinali, presi da diocesi non prettamente votate ai cardinali. Infatti, tanto stupore è scaturito dalla nomina dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. Come già detto, una nomina a sorpresa, che boccia per la seconda volta di seguito Mario Delpini (arcivescovo di Milano). L’annuncio arrivato a sorpresa all’Angelus, ha scandagliato per l’ennesima volta le classiche sedi cardinalizie. Preti di strada come Zuppi, sono questi i profili individuati dal Papa argentino, bocciando numerosi profili autorevoli presenti nella macchia burocratica vaticana. Tra le bocciature eccellenti figurano quelle dei vescovi di Torino, Venezia e Palermo. L’eccezione consentita dal pontefice, riguarda Angelo De Donatis, vicario di Roma.

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Da quello che emerge dai media, pare che Francesco non abbia avallato la nomina di Delpini a causa dello scandalo inerente al prete pedofilo don Mauro Galli. Aldilà della dinamica dello scandalo, che ha lasciato increduli il popolo credente, bisogna evidenziare un’altra esclusione eccellente come quella di monsignor Galantino. Il prelato, proveniente dalla diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, è stato segretario della Cei e attualmente ricopre l’incarico di presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

Tra le nuove nomine, sono presenti 3 porporati non elettori. I nomi avanzati dal Santo Padre sono Michael Fitzgerald, arcivescovo titolare di Nepte, Sigitas Tamkevicius, aricivescovo emerito di Kaunas e il veronese Eugenio Dal Corso, vescovo emerito di Benguela. Coerenza e vigore, un binomio impegnativo nella quale il Papa si rispecchia. Non sarà facile contenere la rabbia di alcuni vescovi ma d’altro canto la via scomoda apparteneva a Gesù di Nazareth.

Giuseppe Capano

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