LA PAROLA E IL PENSIERO

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cms_20030/0.jpgLa capacità materiale di articolare parole e non emettere soltanto suoni si è sviluppata nella glottide dell’uomo. La dinamica fisiologica di decodificare le onde sonore emesse in parole da chi ascolta è quella che, per così dire, fa volare le parole nell’aria e le trasporta come onde sonore.

Nell’orecchio del ricevente si attiva un meccanismo che il cervello recepisce attraverso il nervo acustico e le parole, sia che rappresentino oggetti, sia idee, vengono riprodotte con gli stessi suoni emessi.

Questa è la dinamica fisiologica: ogni rumore percepito dal nostro orecchio, attraverso la stessa codificazione avvenuta nel cervello. ci permette di distinguere e ricodificare qualsiasi tipo di onda sonora, parola o rumore che sia.

Appartiene al senso dell’udito assolvere questa funzione.

Ora però ci piacerebbe conoscere da chi è generata la parola.

Come ho scritto in un altro articolo già pubblicato su questa rubrica, secondo Darwin viene prima la parola e dopo il pensiero.

In realtà non è così.

Approfitto per riflettere un attimo sulla teoria di Darwin.

La teoria evoluzionistica di Darwin non esclude la creazione, come dice la vulgata tradizionale, anzi Darwin, oltre ad usare la parola creazione almeno nove volte, sapeva che non avrebbe potuto esserci evoluzione se prima non ci fosse stato ciò che doveva evolversi e che era stato già creato, cioè la materia.

E’ in questo passaggio che Darwin chiarisce il suo pensiero: “Alcuni autori fra i più eminenti sembrano pienamente soddisfatti dell’opinione che ogni specie sia stata creata indipendentemente ( Dio, dice Darwin, secondo alcuni avrebbe creato con atti multipli. E’ quello che sostiene la teologia cristiana, mentre credo sia stato un unico atto creativo. La sua ipotesi mi sembra più plausibile viste le caratteristiche di Onnipotenza che noi attribuiamo a Dio. Dio non è certamente un artigiano. Il racconto dei sei giorni della creazione ci danno soltanto una classificazione delle varie unità di cui si compone la creazione e i giorni potrebbero, appunto raccontarci l’evoluzione).

Nel mio concetto si accorda meglio con ciò che noi sappiamo, intorno alle leggi impresse dal Creatore alla materia, l’idea che la produzione e l’estensione degli abitanti passati e presenti del mondo siano dovute a cagioni secondarie, simili a quelle che determinano la nascita e la morte degli individui...Vi ha certamente del grandioso in queste considerazioni sulla vita e sulle varie facoltà di essa, che furono in origine impresse dal Creatore in poche forme ed anche in una sola; e nel pensare che , mentre il nostro pianeta si aggira nella sua orbita, obbedendo alla legge immutabile della gravità, si svilupparono da un principio tanto semplice (parla evidentemente dell’atto creativo), e si sviluppano ancora infinite forme, vieppiù belle e meravigliose.1

E ancora: La semplicità e l’utilità di questo sistema (il sistema è quello della classificazione usato dai naturalisti) sono incontestabili. Ma molti naturalisti pensano che l’espressione “ Sistema naturale” denoti qualche cosa di più; essi credono che riveli il piano del Creatore; però finchè non sia meglio specificato se le parole ”il piano del Creatore” significano l’ordine nel tempo o nello spazio, o in ambedue, ovvero denotino qualche altra cosa, mi sembra che con esse nulla si aggiunga alla nostra scienza”2

Con questa ultima frase mi sembra evidente che per Darwin esiste un piano del Creatore che coincide, anzi esso è il presupposto delle sue teorie.

1 La vita dopo l’atto creativo si evolve in forma meravigliose. In DARWIN, C., Sulla origine delle specie per elezione naturale ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l’esistenza, pg 277-78.

2In DARWIN, C., Sulla origine delle specie per elezione naturale ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l’esistenza, pag. 238.

Ercole Ferretti

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