LA PERSECUZIONE DEGLI ALBINI AFRICANI

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Sono africani eppure la loro pelle è candida come la neve. Per la società non sono esseri umani ma demoni portatori di sventura, fantasmi di colonialisti europei immuni alla morte, esseri stregati i cui corpi costituiscono gli ingredienti di riti sciamanici per assicurare prosperità e fortuna alla comunità. Da generazioni, negli angoli remoti dell’Africa orientale subsahariana, gli albini sono perseguitati, rapiti, mutilati e uccisi senza pietà, mentre i loro corpi sono venduti a peso d’oro agli stregoni locali, che ne fanno pozioni e talismani dai poteri magici. A causa di queste cieche credenze e superstizioni, 75 persone sono state assassinate in più di 200 attacchi riportati fra il 2000 e il 2013 dalle Nazioni Unite, che temono un escalation delle violenze in Tanzania, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo autunno.

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L’albinismo è un’anomalia congenita (presente in una grande quantità di vertebrati) consistente nella totale o parziale mancanza di pigmentazione nella pelle, negli occhi e nei capelli, causata da un difetto dell’enzima coinvolto nella sintesi della melanina. L’albinismo è inoltre associato con vari problemi visivi (come la fotofobia) e con seri rischi di ustioni solari e tumori alla pelle. Nel mondo occidentale colpisce una persona su 20 mila, ma nell’Africa orientale subsahariana l’incidenza è molto più alta a causa della consanguineità. La Tanzania, dove quest’anomalia colpisce un neonato su 1.400, ospita il maggior numero di albini a livello mondiale: secondo l’ong Under the Same Sun, sono oltre 100 mila su una popolazione di circa 48 milioni di abitanti.

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Come in molte altre parti della regione dei Grandi Laghi africani, in Tanzania la superstizione è ancora oggi un elemento centrale nella vita comunitaria e gli stregoni sono consultati da tutti i membri della società non solo per curare malattie, ma anche per rimuovere il malocchio o per ottenere buoni auspici in amore e affari. L’utilizzo di parti del corpo umano per riti sciamanici è una pratica chiamata muti e i metodi per ottenere questi “magici ingredienti” sono particolarmente brutali: alcuni credono addirittura che il rituale sia più potente se la vittima urli durante il sacrificio; e i bersagli prediletti sono i bambini, la cui innocenza secondo gli sciamani accresce esponenzialmente l’effetto del rito.

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Le parti del corpo di un albino sono una merce pregiata e possono essere vendute al mercato nero a cifre esorbitanti: fino a 75 mila dollari per arti, orecchie e genitali. Dati i costi elevatissimi, si crede che questo macabro commercio sia gestito da esponenti dell’élite socio-economica a capo del Paese. Il governo della Tanzania è stato più volte aspramente criticato dalle Nazioni Unite e da numerose organizzazioni umanitarie per la mancata persecuzione dei responsabili di questi aberranti crimini: a oggi, solo il 5 per cento dei casi di violenza a danno della popolazione albina è arrivato nelle aule di tribunale. Dietro alla questione degli albini, infatti, si celano alcuni problemi cronici che continuano ad affliggere la Tanzania, come la debolezza dei governi al potere e la corruzione dilagante a tutti i livelli della società.

L’azione del governo

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In risposta alle denunce da parte di organizzazioni umanitarie e delle Nazioni Unite, nella primavera del 2008, il presidente tanzaniano Jakaya Mrisho Kikwete ha promesso un giro di vite per reprimere la stregoneria nel Paese e ha nominato come membro del Parlamento una donna albina, Al-Shymaa Kway-Geer: il primo albino a ricoprire una posizione simile nella storia della Tanzania. La polizia, inoltre, è stata incaricata di creare delle liste con i nomi dei cittadini albini presenti sul territorio nazionale, al fine di garantire loro una protezione speciale. Ciononostante gli episodi di violenza non sono diminuiti, anzi. Nel dicembre 2014, dopo il rapimento di una bambina di quattro anni nella regione di Mwanza, il governo ha ufficialmente bandito la stregoneria nel Paese decretando la pena di morte per i responsabili dei crimini a danno della popolazione albina. Mentre nelle ultime settimane la polizia, con l’aiuto della Tanzania Albino Society, ha arrestato oltre 200 sciamani, il governo ha lanciato una campagna educativa al fine di persuadere le comunità ad abbandonare queste antiche superstizioni e a fermare la persecuzione degli albini.

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Secondo alcuni critici, tuttavia, queste iniziative – che si concentrano nei centri urbani e non nelle zone rurali dove gli albini sono maggiormente in pericolo - non saranno in grado di indebolire l’influsso della stregoneria nel Paese. Già in passato, durante l’era coloniale britannica, furono promulgate numerose leggi per abolire queste pratiche occulte, ma non diedero alcun risultato concreto. Del resto, finché più del 90 per cento della popolazione tanzaniana continuerà a credere ciecamente nella magia nera, gli sciamani continueranno a essere consultati per ottenere protezione, anche grazie all’utilizzo dei pregiati corpi degli albini per le proprie pozioni e gli amuleti porta fortuna.

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