LA PUNIZIONE

È vero, credetemi è accaduto, di notte

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È vero, credetemi è accaduto, di notte… Canticchio questa penetrante melodia del celeberrimo polignanese mentre di notte, appunto, i risultati italiani delle recenti elezioni amministrative ed europee si palesano. Ne parlo adesso, dopo l’orgia di analisi e commenti che pian pianino lasciano echi sempre più soffusi, perché, sommessamente, vi devo dire una cosa lontani dalla bolgia mediatica dei primi momenti. Avvicinatevi con circospezione allo schermo: schhh…, piano, accidenti, altrimenti qualcuno potrebbe notare i vostri movimenti, leggere queste righe, comprendere la verità e farsi venire un coccolone per non aver compreso prima il vero motivo della botta che ha affossato il centrodestra. Dunque, sappiate che la causa vera del tonfo è da attribuirsi all’International Post, propriamente a un mio articolo apparso sul giornale a Gennaio (vedi “si predica benino e si razzola malissimo”), dove preannunciavo una battaglia senza tregua contro il duo PDL-FI, colpevole dei vergognosi licenziamenti messi in atto in danno dei loro dipendenti di varie sedi in Italia (specie nel sud, tanto per cambiare). Beh, insomma, non è proprio colpa mia, ma quasi, nel senso che ora spiegherò. Quelle considerazioni circa la credibilità pari a zero di quest’area politica, colpevole, a fronte della incapacità di risolvere una bega lavorativa interna, di un paradosso consistente nella pretesa di prescrivere insigni ricette risolutive del problema della disoccupazione italiana, partivano da una specifica questione ma, probabilmente, avevano radici in un più profondo sentire comune, in una sensazione generale latente, in una sostanza che albergava nell’inconscio collettivo (direbbe Jung).

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Partiamo da un assioma difficilmente contestabile: i cittadini che non sono legati ideologicamente ai partiti sono certamente la maggioranza e lasciano fluttuare le loro preferenze a seconda di come il quadro politico si presenta, così determinando l’esito di una elezione. Su di essi fa certamente presa il carisma (se c’è) dei leader (se ci sono), ma sono ancor più irresistibilmente attratti da un atteggiamento coerente degli esponenti che chiedono il voto, da una condotta lineare, anche quando a volte ha delle sbavature.

cms_788/images-42.jpgQuel che non sopporta proprio sono le divisioni, le lotte all’interno di una area comune. Praticamente la storia recente del PDL-FI e della bagarre di partitelli nati quasi per gemmazione dalla loro distruzione. Già, perché di distruzione si tratta, e a nessuno piace sostare tra le macerie. Meglio spostarsi in strutture più solide dove accasarsi, premiando la coerenza di chi, come il PD, pur con tante lacerazioni interne, ha creduto e crede in un progetto comune, o, forse, ha semplicemente capito che dividersi non serve a niente ed è meglio andare avanti insieme, pur litigando di quando in quando (ed anche di più). Comunque la si pensi, tutti possono convenire sul fatto che il quadro politico è certamente più pulito, adesso, con un forte partito di maggioranza, una opposizione starnazzante ed effettiva (in quanto poco interessata a governare) dei grillini che ha preso il posto che fu dei comunisti e di Di Pietro, un partito xenofobo che anche in Italia non può mancare (siamo in Europa, no?), un partito che gira attorno alla maggioranza punzecchiandola ma poi facendoci all’amore (FI), e un gruppo frammentato di partiti che, se sparissero, mancherebbero solo a chi ci sguazza dentro e ai loro parenti, amici e amanti. Ma torniamo a noi, ai licenziamenti inverecondi del duo PDL-FI di fine 2013.

cms_788/Campañas-políticas-exitosas.jpgEgregi dirigenti di questa parte politica, forse non vi è chiara una cosa, e cioè che questo vostro comportamento vi ha segnato, vi segna e vi segnerà come un terribile anatema che vi farà continuare a perdere elezioni a gogò, potete starne certi, perché non vi crederà più nessuno. Vi giuro che continuerò a maledire ogni vostra azione sino a quando non avrete imparato a rispettare chi lavora per voi. Voglio che riassumiate immediatamente tutti i lavoratori, senza condizioni; poi, dopo che avrete accompagnato le riassunzioni con precise lettere di scusa, sarete riabilitati e la maledizione cesserà. Solo allora potrete lottare alla pari con gli altri, perché l’incantesimo collettivo che vi ha incastrato sarà sciolto. Non ci credete? Provateci, e potrete tornare liberamente a dire tutte quelle cose che, come quelle dei vostri contraddittori, saranno presto dimenticate, perché ciò che in una democrazia moderna è importante è l’armonia del quadro politico, non le cose che i politici dicono, perché queste, gratta-gratta, sono sempre le stesse e vanno bene per infarcire lepidi talk-show, non per convincere davvero elettori intelligenti e stanchi.

Nicola D’Agostino

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