LA REGRESSIVITÀ DEL SISTEMA TRIBUTARIO USA-PARTE III

Nel libro di Saez e Zucman la descrizione di un paese plutocratico che trasferisce ricchezza dai poveri ai ricchi

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Capitolo Settimo-Tassare i Ricchi. Gli autori analizzano le varie metodologie attraverso le quali è possibile tassare i ricchi. Nel 2011 Obama aveva proposto una tassazione del 30% per redditi superiori al 30,00%. Tuttavia, la tassazione dei ricchi non viene proposta come una “punizione” nei confronti dei più fortunati, quanto piuttosto come uno strumento di redistribuzione e di realizzazione di una nuova eguaglianza sociale. Gli autori ripropongono in questo capitolo la questione dell’aliquota ottimale della tassazione facendo riferimento alla politica economica proposta da Ramsey, ovvero una riduzione della progressività per i redditi flessibili. Tuttavia, gli studiosi propongono una aliquota per i ricchi pari al 60%. L’idea è una tassa fissa a livello globale accompagnata da riduzione della competizione fiscale che porterebbe all’eliminazione dell’elusione. Per combattere l’elusione fiscale viene proposta la realizzazione di un organo di controllo a carattere federale negli USA, denominato “Public Protection Bureau”. Tale organo deve essere indipendente, a differenza dell’IRS, una sorta di Agenzia delle Entrate in USA che risulta essere molto correlata ai cambiamenti delle maggioranze politiche di Governo e Congresso. Gli autori, inoltre, considerano la possibilità di realizzare delle nuove tipologie di tassazione per le società per azioni non quotate negli USA basate per esempio sul valore di mercato e sul valore dei profitti. Viene inoltre avanzata l’ipotesi di versamento in natura dell’obbligazione tributaria attraverso, per esempio, il pagamento con titoli azionari.

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Capitolo Ottavo-Superare Laffer. Gli autori fanno riferimento alla curva proposta dall’economista statunitense Arthur Laffer, basata sull’idea che se le tasse sono zero il gettito dello stato è zero; ne consegue che se le tasse salgono, sale anche il gettito. Tuttavia, ad un certo punto l’ulteriore crescita del valore delle tasse è associata ad una crescita meno che proporzionale del gettito dovuto alla circostanza che se le tasse fossero troppo alte la popolazione potrebbe non avere sufficienti incentivi alla produttività. Tuttavia, nonostante la curva di Laffer, gli autori propongono una crescita della tassazione per i ricchissimi a valori molto alti per fare in modo che vengano disattivate eventuali posizioni dominanti. È il caso per esempio di Amazon, Google e Facebook, che potrebbero usare le proprie risorse finanziarie per comprare i competitors e crescere nel potere di mercato avendo un impatto sostanzialmente negativo sulla capacità di produzione dell’innovazione tecnologica. Gli autori dividono la storia economica degli USA in due periodi:

  • 1946-1980: periodo nel quale le alte tasse sui redditi elevati, pari a circa 80-90%, hanno favorito una rilevante crescita economica ed una significativa eguaglianza sociale;
  • 1980-2018: periodo nel quale la riduzione delle tasse, l’elusione fiscale e la regressività del sistema tributario hanno tagliato fuori i lavoratori dalla crescita economica e prodotto le condizioni per una crescente diseguaglianza sociale.

La condizione dei lavoratori USA risulta essere molto difficile soprattutto se paragonata a quella dei lavoratori in Francia: nel 1962 il reddito medio prima delle tasse dei lavoratori francesi era pari a circa 7.000,00 dollari, mentre il valore del reddito medio al netto delle tasse dei lavoratori americani era pari a circa 12.000 dollari. Nel 2018 i reddito medio prima delle tasse dei francesi era pari a circa 20.000,00 dollari, mentre per gli statunitensi il medesimo valore era pari a circa 18.000,00 dollari. Tuttavia, vi sono dati assai più allarmanti che possono spiegare la difficoltà dei lavoratori statunitensi, tra cui la riduzione dell’aspettativa di vita. Nel 1980 gli USA avevano un’aspettativa di vita più alta della media OCSE di 1,5 anni. Nel 2018 l’aspettativa di vita negli USA è stata più bassa della media OCSE di 2 anni. Gli autori ritengono che questi dati pessimi siano da attribuire alla mancata redistribuzione delle risorse da parte del sistema fiscale USA. Ed infine propongono un modello nel quale mettono in risalto come le imposte moderate avrebbero ridotto la ricchezza dei 400 più ricchi in termini di PIL da un ammontare pari a 4% fino a circa il 2%, mentre una imposta radicale avrebbe portato il medesimo valore a circa 1%.

Capitolo Nono-Un Mondo di Possibilità. Gli autori sottolineano che gli obiettivi di equità fiscale possono essere raggiunti attraverso varie metodologie e politiche fiscali. Tuttavia, è rilevante che vi sia fiducia nelle istituzioni. Se il governo tassa i poveri più dei ricchi la fiducia declina. Per esempio, se il governo tassasse i ricchi sarebbe possibile generare entrate per lo Stato USA pari al 4% del PIL da impiegare per l’assicurazione sanitaria universale. Inoltre, è fatto un richiamo al ruolo del welfare State che nelle economie occidentali, soprattutto quelle europee, attraverso una spesa del 30-50% del PIL genera dei prodotti e servizi socialmente e politicamente rilevanti, come l’istruzione pubblica, la sanità pubblica e la previdenza ed assistenza sociale. Gli autori criticano nello specifico il sistema sanitario USA per il fatto di sovraccaricare i lavoratori dei costi della sanità. Per risolvere la questione della tassazione equa viene proposta anche una imposta sul Reddito Nazionale costituito dalla somma di redditi dei lavoratori, redditi da capitale e reddito da interesse. Infine, gli autori propongono la loro riforma del sistema tributario USA:

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Conclusioni. Nelle conclusioni gli autori sottolineano come la globalizzazione abbia prodotto una crescita della diseguaglianza sociale e degli sconfitti, rappresentati sostanzialmente da poveri e lavoratori. In base all’analisi degli autori, l’unica possibilità di promozionare l’eguaglianza sociale consiste nell’introdurre un sistema fiscale progressivo associato alla capacità distributiva dello Stato nella promozione di beni e servizi pubblici.

Considerazioni. In sintesi, il libro di Saez e Zucman dimostra come anche negli USA per un lungo periodo, tra il 1940 ed il 1980, si è verificata la compresenza tra una significativa progressività del sistema tributario e la crescita economica. Contrariamente a quanto poi proposto dalle teorie del trickle down economics e della Laffer Curve, le imposte molto elevate su redditi alti sono assolutamente compatibili con una crescita economica sostenuta ed inclusiva. Il libro di Saez e Zucman fa riflettere sul fatto che anche nel mondo anglosassone, patria del liberalismo economico, la presenza dello Stato nella tassazione ha posto le basi per una piena emancipazione della popolazione. Tuttavia, a seguito della caduta del muro di Berlino e con la fine del comunismo, ed in realtà a partire da Nixon per poi arrivare a Reagan, il sistema tributario USA è stato orientato ad una tendenziale regressività che ha compiutamente raggiunto durante il trumpismo. Gli autori sottolineano che tale sistema produce bassa crescita oltre che elevata diseguaglianza. Rimane tuttavia aperta la questione della necessità di un coordinamento internazionale che possa portare ad una lotta comune contro i paradisi fiscali e per l’introduzione di imposte unitarie riscosse da enti globali per ridurre la deriva dei paesi durante la competizione fiscale.

PARTE I

https://internationalwebpost.org/contents/LA_REGRESSIVIT%C3%80_DEL_SISTEMA_TRIBUTARIO_USA-PARTE_I_24130.html#.Yb_NeWjMKR8

PARTE II

https://internationalwebpost.org/contents/LA_REGRESSIVIT%C3%80_DEL_SISTEMA_TRIBUTARIO_USA-PARTE_II_24150.html#.Yb_NnWjMKR8

Angelo Leogrande

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