LA RIAPERTURA DELLA CHIESA ARMENA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ A MALATYA
Un gesto di distensione della Turchia verso gli Armeni?

Per la prima volta dopo oltre cento anni è stata celebrata domenica 29 luglio la Divina Liturgia nella Chiesa Armena della Santissima Trinità (Yerrortutyun) a Malatya, nella regione turca dell’Anatolia Orientale, che gli Armeni identificano tradizionalmente come "Armenia occidentale". La celebrazione è stata presieduta dal Patriarca Armeno apostolico di Istanbul Sua Beatitudine Sahak II Mashalyan. Il Patriarca aveva subito un intervento chirurgico allo stomaco nelle scorse settimane, ma nonostante ciò è apparso in discreta forma, accompagnato da alcune delle più importanti personalità della Chiesa Armena di Turchia, tra cui il vescovo Tatul AnuÅŸyan e i sacerdoti Hovagim Seropyan, Drtad Uzunyan.
La chiesa è stata restaurata e riadibita al culto a 106 anni dalla sua chiusura al pubblico, durante il Genocidio Armeno del 1915. Sabato 28 agosto 2021 è stata inaugurata con una cerimonia laica, secondo i ferrei dettami della Repubblica di Turchia, alla presenza delle autorità civili e militari e della popolazione plaudente. Va ricordato che per decisione delle autorità locali, infatti, dopo il restauro la chiesa non sarà solo adibita al culto ma sarà adoperata soprattutto come centro culturale.
La costruzione dell’edificio iniziò nel 1878 ad opera di maestranze greche e armene e fu terminata nel 1893. Durante e dopo il Genocidio degli Armeni di Turchia fu requisita e utilizzata come luogo di detenzione o deposito di armi e magazzino militare. Un incendio alla fine degli anni ’60 ne minò gravemente le staticità e per decenni la struttura versò in grave stato di abbandono, come molte altre chiese armene in Turchia.
A partire dal 2010 furono pianificati i lavori di restauro seguendo scrupolosamente le indicazioni del Governatore di Malatya e i lavori di ricostruzione iniziarono l’anno successivo. Il progetto fu sospeso per problemi tecnici e per mancanza di fondi - ma anche a causa dei delicati rapporti tra la minoranza armena e la Repubblica di Turchia. I lavori si sono dunque protratti sino all’estate del 2021 sotto la presidenza del sindaco della municipalità metropolitana Selahattin Gürkan. A fornire i fondi necessari a completare i lavori è stata l’associazione HAY-DER (Malatya Armenians Association), presieduta dal filantropo Nurhan Gezdirici, che ha preso parte allo sviluppo definitivo del progetto e alla sua positiva conclusione.
Il Patriarca Sahak II ha inviato una missiva ai membri della Comunità Armena di Malatya, che è stata letta durante la celebrazione. S.B Sahak II ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al compimento dell’opera e tra costoro ricorda anche l’impegno propizio delle autorità civili turche che hanno sostenuto l’iniziativa. Scrive inoltre il Patriarca: "È per noi motivo di gioia e soddisfazione spirituale ridedicare un tempio alla gloria di Dio dopo il completamento di un radicale lavoro di ristrutturazione. Dedicato al nome della Santissima Trinità, questo tempio era in rovina da oltre cento anni. Molti hanno lasciato questa vita prima di aver assaporato la gioia di cui godiamo oggi e ora dormono nel Signore. Perciò dobbiamo questo momento felice e gioioso soprattutto alla forza della preghiera. Siamo sicuri che molti hanno offerto le loro preghiere a Dio per il restauro di questa casa di preghiera. Molti si appellarono a Dio per poter pregare di nuovo sotto il tetto di questo santo tempio, secondo la fede che avevano ereditato dai loro padri. Molti hanno scosso il cielo con i loro desideri e le loro richieste, che hanno innalzato con la fede, la speranza e l’amore che traboccavano dal profondo del loro cuore. E oggi, in risposta alle preghiere che traboccano dal cuore dei credenti, siamo invitati a gioire delle parole della Bibbia: ‘Oggi è il giorno creato dal Signore, rallegriamoci in lui’ (Salmo 118,24). Oggi, la Santa Liturgia viene officiata in questa chiesa storica e crediamo che le anime dei nostri antichi fratelli Malatya che dormono nel Signore sono raccolte attorno a questa Sacra Mensa".
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