LA RIUNIONE DEL NEGEV DA VITA AL FORUM PERMANENTE TRA ISRAELE, BAHREIN, EMIRATI, EGITTO, MAROCCO E USA

La riunione del Negev a cui hanno preso parte i ministri degli Esteri di Israele, Stati Uniti, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Marocco si è conclusa con l’annuncio di trasformare l’evento in un forum permanente e con l’intento di creare un’architettura per scoraggiare i nemici comuni, in primis l’Iran.
Inoltre, l’idea sottesa a questo nuovo forum è quella di “cambiare la narrativa di odio” che ha contraddistinto le relazioni tra i Paesi arabi e lo Stato ebraico.
Durante la conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro che ha preso il via a Sde Boker, nel Negev, in Israele, il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha detto: “Continueremo il nostro percorso di pace. Stiamo facendo la storia. Questa nuova architettura regionale basata su progresso, tecnologia, tolleranza religiosa, sicurezza e cooperazione di intelligence intimidisce e scoraggia i nostri nemici, prima di tutti l’Iran e i suoi delegati”. Lapid ha sottolineato che “è il primo di una serie di meeting, ma non l’ultimo”.
Nel suo intervento, il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, sceicco Abdullah bin Zayed al Nahyan, ha indicato che la riunione del Negev sul Medio Oriente “sta cambiando la narrativa e serve a creare un futuro diverso e migliore”. “Tutto ciò va contro quello che è accaduto ieri”, ha affermato lo sceicco, ricordando l’attacco terroristico avvenuto ieri sera ad Hadera, a nord di Tel Aviv, dove sono morti due agenti di polizia israeliani. “Lavorare insieme è il modo per superare la narrativa dell’odio e del terrorismo. Prevarremo, non c’è dubbio”, ha affermato. All’inizio dell’intervento, il capo della diplomazia emiratina ha detto: “Non siete partner, ma anche amici. E’ un momento storico per ognuno di noi, ma non solo”. Il ministro, ricordando l’accordo di pace firmato “43 anni fa da Egitto e Israele”, ha ammesso che “sfortunatamente abbiamo perso questi 43 anni per conoscerci meglio, per lavorare insieme e per modificare la narrativa”. “E’ una novità essere in Israele, è tempo di creare una relazione più forte”, ha aggiunto. Infine, ha ringraziato gli “Usa perché ci incoraggiano a fare di più per un futuro migliore”.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha sottolineato che gli Accordi di Abramo, firmati il 15 settembre 2020 tra Israele, Emirati e Bahrein, hanno reso possibile l’impossibile. “Sono state aperte le ambasciate di Israele e Marocco a Rabat e Tel Aviv. Il primo ministro (Naftali) Bennett è stato il primo ministro israeliano a visitare Emirati Arabi Uniti e Bahrein e la scorsa settimana i leader di Israele, Egitto ed Emirati hanno iniziato una nuova collaborazione”, ha proseguito Blinken parlando delle iniziative lanciate dai diversi attori regionali dopo la firma degli Accordi di Abramo. “Israele e Bahrein hanno firmato una decina di accordi nei settori dell’aviazione, bancario e tecnologico. Leader di Marocco e Israele si sono incontrati la scorsa settimana per promuovere il turismo”, ha ribadito il segretario di Stato Usa, secondo il quale gli Accordi hanno consentito ai governo dei Paesi coinvolti di concentrare le energie in questioni che davvero impattano sulla vita dei cittadini. “Gli Accordi di Abramo rendono la vita delle persone in questi Paesi più pacifica, prospera e integrata”, ha proseguito Blinken, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno a sostenere questo processo “che interessa la regione e oltre”.
Il ministro degli Esteri del Bahrein, Abdullatif bin Rashid al Zayani, ha sottolineato che l’evento “è un’opportunità per accrescere la prosperità e la sicurezza dei popoli”. “E’ necessario (accrescere la sicurezza) in relazione ai recenti sviluppi, come gli attacchi della milizia Houthi contro le infrastrutture energetiche. Dobbiamo mettere in pratica quanto previsto dagli Accordi di Abramo per far progredire la sicurezza reciproca per superare le sfide”, ha aggiunto. Nel suo intervento, Al Zayani ha condannato gli attacchi avvenuti ieri sera ad Hadera, a nord di Tel Aviv, costati la vita a due agenti di polizia israeliani. “Condanno gli attacchi di ieri notte e porgo le condoglianze alle famiglie per ribadire la nostra ferma posizione contro il terrorismo in tutte le sue forme”, ha aggiunto, sottolineando “l’importanza del dialogo, della pace, della coesistenza e del mutuo rispetto”. Infine, a proposito del conflitto in Medio Oriente, Al Zayani ha esortato le parti “a negoziare una soluzione per proteggere la sicurezza delle parti”. Il ministro degli Esteri bahreinita ha ringraziato gli Usa per il sostegno alla sicurezza della regione e il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, “per questa costruttiva discussione”.
Il ministro degli Esteri del Marocco, Nasser Bourita, ha parlato nel suo intervento di “spirito del Negev”. Il ripristino delle relazioni tra Marocco e Israele non è stata una mossa opportunistica, ma piuttosto una decisione naturale basata su una rapporto di lunga data tra i due Paesi e le due popolazioni, ha affermato il capo della diplomazia marocchina. “Vorrei condannare l’attentato di ieri e porgere la nostre condoglianze alle vittime”, ha proseguito Bourita, ringraziando anche gli Stati Uniti “per la presenza e l’interessamento costante” dimostrato in questi anni. “A partire dalla firma dell’accordo trilaterale nel dicembre del 2020 (con Israele e Usa) abbiamo firmato molti accordi ma anche favorito la connessione tra le popolazione e le comunità”, ha affermato Bourita, secondo il quale sarà presto organizzata una visita bilaterale “formale” in grado di favorire la presenza diplomatica del Marocco in Israele. “Siamo qui oggi perché veramente e profondamente crediamo nella pace. Crediamo in una pace in grado di creare valore”, ha ribadito il ministro marocchino, ricordando la lunga tradizione del Regno nordafricano per quanto riguarda la convivenza tra diverse confessioni religiose. “Se il modello ha funzionato in Marocco per secoli può essere trasportato anche qui nella regione. Siamo qui anche per mostrare che la soluzione del conflitto israelo-palestinese è possibile”, ha ricordato il ministro. “Crediamo che si sia uno spirito proprio di questo incontro e spero che potremmo presto rivederci in un altro deserto ma con lo stesso spirito”, ha concluso.
Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha indicato che le discussioni avvenute nel Negev sono state “costruttive e approfondite” e hanno affrontato le principali sfide regionali e globali. “Abbiamo celebrato la pace tra Egitto e Israele e vediamo passi costruttivi nella normalizzazione delle relazioni con Israele”, ha affermato Shoukry, aggiungendo che questi colloqui “ci hanno permesso di discutere il processo di pace tra palestinesi e israeliani e l’istituzione di uno Stato sui confini del 1967, mantenendo la sicurezza di Israele”. Il responsabile della diplomazia del Cairo ha dichiarato che l’Egitto nel corso degli anni ha aiutato palestinesi e israeliani a porre fine al conflitto, ad aprirsi a una maggiore cooperazione nella regione e a integrare i popoli. “In ogni occasione condanniamo la violenza e il terrorismo e dobbiamo affrontare l’estremismo religioso”, ha affermato Shoukry, aggiungendo che l’incontro ha discusso anche dell’interferenza straniera nella regione. L’evento di questi giorni nel Negev è stato definito dal primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh, “una grande illusione” perché ha escluso i palestinesi.
La riunione ministeriale del Negev è avvenuta in occasione della visita in Medio Oriente e Nord Africa di Blinken, che dopo la visita a Gerusalemme e Ramallah è atteso in Marocco e Algeria. Vale la pena sottolineare che a Rabat è atteso l’incontro con il principe ereditario emiratino, Mohammad bin Zayed al Nayhan. Inoltre, l’incontro in Israele è avvenuto a pochi giorni dall’incontro di venerdì, 25 marzo, ad Aqaba tra il re di Giordania, Abdullah II, il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, l’erede al trono emiratino, sceicco Mohamed bin Zayed al Nahyan, il primo ministro iracheno, Mustafa al Kadhimi, e il principe Turki bin Mohammad bin Fahd bin Abdulaziz, ministro di Stato e membro del Consiglio dei ministri dell’Arabia Saudita.
La visita di Blinken nella regione avviene mentre sembra sempre più vicino un accordo sul nucleare iraniano. Nel corso della conferenza stampa con il ministro degli Esteri israeliano Lapid, Blinken ha detto che il Piano globale d’azione congiunto (l’accordo sul nucleare iraniano, Jcpoa) è il modo migliore per “rimettere il programma nucleare iraniano nel recinto in cui si trovava”. “Oltre ai suoi sforzi nucleari, l’Iran continua a impegnarsi in tutta una serie di attività destabilizzanti”, ha dichiarato Blinken che ha condannato gli attacchi lanciati dai ribelli sciiti yemeniti Houthi, appoggiati dall’Iran, contro civili e infrastrutture in Arabia Saudita e negli Emirati. “Gli Stati Uniti continueranno a resistere all’Iran quando ci minaccia o quando minaccia i nostri alleati e partner”, ha dichiarato Blinken. “Siamo pienamente impegnati ad ampliare la cooperazione attraverso gli Accordi di Abraham”, ha concluso.
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