LA SECONDA VITA DELLA FILOSOFIA

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Sin nella culla delle grandi civiltà del passato, la filosofia rappresentava una scienza primaria legata alla ricerca del principio delle cose. Lo stesso Aristotele ha collocato la filosofia su un piano superiore rispetto alle scienze teoretiche, matematica e fisica, per la sua capacità di cogliere la profondità più intima della realtà circostante.

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Attualmente il campo di indagine degli studi filosofici si è allargato, ibridandosi con il rinnovato paradigma socioculturale che ne ha imposto un ripensamento in chiave più moderna. La filosofia si basa principalmente sulla curiosità e sul desiderio di capire. Affrontata attraverso uno studio accademico, aiuta a trovare risposte alle domande fondamentali dell’esistenza umana, favorendo lo sviluppo di un pensiero autonomo e critico.

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La filosofia si occupa però anche di fornire fondamento ad altri ambiti del sapere e ad altre scienze, poiché indaga le condizioni e i presupposti della nostra conoscenza, del nostro pensiero e del nostro agire. Essendo vincolata all’uso preciso di concetti e ad argomentazioni logicamente stringenti, contribuisce a gettar luce sui fraintendimenti derivanti dall’uso del linguaggio e a far emergere gli errori di pensiero. Sull’onda della quarta rivoluzione industriale e in piena pandemia, la ricerca di una gestione più empatica nelle aziende e la necessità di standard etici, etici e di pensiero divergente in un mondo di algoritmi, spiegano la rivalutazione della filosofia. La Silicon Valley, nel Sud della California, ospitando numerose start-up e società internazionali specializzate in tecnologia tra le più importanti Apple, Facebook e Google, è stata pioneristica nell’avviare precisi programmi di intervento per promuovere la filosofia nelle loro aziende informatiche..

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I guru dell’innovazione hanno colto questo impulso e in un mondo di macchine e di codici, qualità essenzialmente umane come emozione, etica, estetica, creatività, empatia, diventano preziose più che mai. IBM, Microsoft e altre società tecnologiche se ne sono accorte e hanno iniziato a coinvolgere i filosofi per aiutare i loro ingegneri e programmatori a pensare fuori dagli schemi, uno dei mantra più venerati nel mondo dell’innovazione. Il pensiero divergente, il dono di immaginare nuovi scenari, la padronanza del sillogismo non possono che rappresentare un valore aggiunto. In Spagna “Già prima della pandemia si era cominciato a notare un certo aumento delle iscrizioni degli studenti alla laurea in Filosofia, ma nell’anno accademico 2020-2021 è cresciuto enormemente e all’UNED la crescita ha raggiunto il 30%", spiega Jesús Zamora Bonilla , preside della Facoltà di Filosofia dell’UNED, la più popolosa della Spagna. I dati ufficiali parlano esattamente del 16% di quel corso, ma confermano che il trend è iniziato qualche anno prima dello scoppio della pandemia. Citare autorevolmente la Critica della ragion pura o saper riflettere sul rapporto ontologico tra realtà e linguaggio, sono diventate con il tempo, competenze apprezzate dal mercato del lavoro.

cms_24709/4.jpgJuan Pastor Bustamante, professore di Creatività presso la Scuola di Organizzazione Industriale mette in luce l’importanza di promuovere l’economia creativa risultante da una maggiore ibridazione tra scienza e lettere, tecnologia e umanesimo, arte e ingegneria. In Italia uno dei temi più discussi negli ultimi mesi è proprio l’introduzione della filosofia in tutti gli indirizzi di scuola superiore. Valorizzare i laureati in Scienze Filosofiche è una delle proposte del gruppo Filosofia Futura. La proposta del ministro Patrizio Bianchi, di introdurre la filosofia negli Istituti Tecnici è espressione di una forte esigenza di ideazione di strategie che possano essere utili al superamento del periodo di crisi pandemica e che, al contempo, possano rendersi significative a lungo termine. L’introduzione dello studio della filosofia negli istituti tecnici, ci si augurerebbe accompagnato a questo punto da un potenziamento della stessa al biennio degli indirizzi liceali, appare come la soluzione ai problemi attuali, non solo del mondo del lavoro, quanto piuttosto a problemi generali di ordine sociale: stimolare la creatività, educare al pensiero critico e autonomo (individuale) in un’epoca dove vige spersonalizzazione e “pensiero piatto”, possono essere premesse basilari per un cambio di direzione e un rilancio del Paese.

cms_24709/5.jpgQuanto alle modalità, è cosa chiara che la disciplina andrebbe ad essere trattata in una maniera abbastanza differente da quanto avviene nei licei, ove vi è un’attenzione particolare alle fonti, ma declinata alle esigenze dell’indirizzo: probabilmente meno autori e una trattazione per temi come avviene in Francia. Si potrebbe partire da un tema come ad esempio quello della libertà e da questo discuterne limiti e problematiche, dotandosi della profondità della riflessione filosofica per affrontare le questioni. Si parla frequentemente di problem solving e di imparare ad imparare come competenze chiave per affrontare le sfide d’oggi. Quale disciplina, meglio della Filosofia, potrebbe sviluppare queste competenze? La filosofia, come pensiero critico, può essere sviluppata anche alla scuola primaria e alle scuole medie. In questo ambito c’è in particolare la cosiddetta “Philosophy for children” che sta avendo molto successo.

cms_24709/6.jpgIn alcune aziende anche in Italia, molti leader chiedono un nuovo tipo di profilo che combini la conoscenza digitale, così necessaria nell’attuale modello produttivo, con una visione sociale ed empatica del lavoro che gli studi filosofici forniscono. E’ d’accordo anche il World Economic Forum, che già prevedeva questa tendenza nel suo rapporto The Future of jobs (2016), la quarta rivoluzione industriale creerà molti profili ibridi per i quali i dipendenti richiederanno competenze tecniche, analitiche e sociali e per mantenere i profili più richiesti, le aziende avranno bisogno di una maggiore dimensione sociale e spirituale tanto che più manager completano la loro formazione con corsi di filosofia.

Anna Maria Stanca

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