LA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA “ III^

Modelli della pedagogia
La filosofia univa tutti i saperi, lentamente si è divisa in scienze umane e scienze scientifiche, con ulteriori divisioni anche in esse. Nelle scienze umane, recenti rami sono l’antropologia, la sociologia, la comunicazione, la psicologia, che si sono divise in settori sempre più specializzati. La pedagogia forse è nata prima della filosofia, essendo il metodo di trasmissione di ciò che si è appreso con l’esperienza, fondamentale per l’uomo preistorico. Il pedagogo, in Grecia era lo schiavo che accompagnava il fanciullo nelle sue attività. Nella società romana assunse ben presto il ruolo di insegnante. Nel Medioevo la cultura fu appannaggio della Chiesa, con qualche eccezione come la corte di Carlo Magno o di Federico II. Dalle macerie dell’Impero Romano, fu la Chiesa e il monachesimo con le grandi abbazie, con la suddivisione in diocesi, parrocchie, pievi che riorganizzò il territorio e conservò il sapere con i manoscritti, promosse l’agricoltura con la coltivazione di terre inselvatichite, sia con il lavoro stesso dei monaci che con l’enfiteusi, usando come modello pedagogico l’ora et labora.
Venezia, Genova, Amalfi, Pisa, le Repubbliche Marinare
Questo portò alla fioritura del Primo Millennio, le Repubbliche marinare, i Comuni, le Università, le Corporazioni di Arti e dei Mestieri, che portò anche le lotte fra il potere temporale e spirituale. La Chiesa in preda a degenerazioni di ogni sorta riesce comunque a rinnovarsi grazie a figure come San Romualdo, San Pier Damiani, San Francesco, Tommaso D’Aquino. Il Rinascimento portò nuove conoscenze, che rimasero per pochi eletti, il popolo continuava con le Corporazioni e le scuole cattoliche. Il Rinascimento ha lasciato bellezze ineguagliabili perché il fasto, la bellezza serviva per tenere frenato il popolo minuto.
La nascita di Venere- Sandro Botticelli
Scoppiano le guerre di religione, la Chiesa sembra soccombere eppure con la Controriforma appare vincente. Ma le idee non si fermano, Cartesio con il razionalismo, gli inglesi con l’Empirismo tallonano da vicino la Chiesa costringendola ad abbandonare un campo, il potere temporale, che non è il suo e che non doveva neanche esserlo. Si fa strada l’Illuminismo con l’idea di cittadino e di istruzione per tutti. Rousseau, con la sua opera Emilio può essere considerato l’iniziatore della moderna pedagogia. Nasce una pedagogia nuova, libera e attiva volta ai bisogni dell’allievo ma già centinaia di anni prima, Quintiliano educatore romano del I secolo riteneva che le virtù morali della persona, come la sincerità e l’onesta, si potessero sviluppare e radicare nell’individuo attraverso l’esperienza e lo studio, affermava la necessità per il maestro di studiare l’indole e le inclinazioni dell’allievo, e di adattare il suo insegnamento alle attitudini di ciascuno, partendo dalla concezione dello studio non come fatica ma come amore, ed alternando lo studio con il riposo, con gli svaghi, con il gioco, vietando le punizioni corporali utilizzate allora (e nei secoli a venire sino a una cinquantina di anni fa con la scuola di Gentile).
Jean-Jacques Rousseau
In duecento anni i metodi di educazione si sono evoluti affiancandosi a teorie di scuola attiva con esperienze sensoriali e con ambienti dedicati al benessere ad altre più selettive. Nel primo Novecento si riscontra un impegno costante, prorompente e generoso: le sorelle Agassi, la Montessori, Pestalozzi, Frobel aprono scuole ‘adattate’ agli scolari, i giardini d’infanzia, dove si studia, dentro e fuori. Nel giardino l’allievo cura la sua pianta e ne è responsabile, studia e gioca coi “doni”, giochi didattici che stimolano l’intelligenza attraverso la manualità, insegnamento e gioco è condiviso in gruppo, chi disturba e non si applica, viene allontano e posto in silenzio, le regole si devono rispettare. Una delle attività peculiari è l’attenzione posta alla cura dell’igiene personale e il mantenimento di essa nelle cose pubbliche, la pulizia dei bagni tocca agli allievi. Può sembrare una piccola cosa, ma la psicologia odierna ci insegna che il primo segnale depressivo è proprio non aver cura della propria persona e insegnare che il mondo nasce pulito e che lo sporchiamo noi, è stato utile ieri, lo è pure oggi. La scuola attiva, aperta, inclusiva è un traguardo con cui si può dire che è bello, divertente, interessante e istruttivo, apprendere senza troppa fatica, sia dal lato dello studio che quello più prettamente manuale, con la cura della mente, del corpo e dello spirito.
Don Milani e la Scuola di Barbiana
Sulla scuola si discute molto e questo è segnale che l’interesse è sempre vivo. Se la scuola di Giovanni Gentile, chiusasi nel 1962 non è certo un modello da copiare, tuttavia occorre riflettere sul fatto che intellettualmente la preparazione che si otteneva era di un buon livello. In questo contesto si apre una terza via che è il modello di Barbiana, aperta, inclusiva, sperimentale, attiva, cerca di formare cittadini consapevoli, perché in una democrazia se non la si vuole demagogica, il cittadino non deve essere sottomesso al potere, né lasciarsi ingannare dalla retorica fine a se stessa o ancora peggio finalizzata all’interesse personale e non della cosa pubblica, ma neanche criticare a vanvera, soprattutto di non andare contro i valori che sente dentro, rispettando se stesso rispetterà anche l’altro. Nonostante questo Don Milani, dopo una buona educazione, per chi riteneva di essere predisposto, per capacità o per indole di proseguire gli studi pensava che questi dovessero essere ad alto livello, perché lo studio è anche sacrificio, se la società resta tutt’oggi verticale e gerarchizzata, il motivo è che chi sta “in alto” in realtà è anche “più alto” in responsabilità. Don Milani, il cui motto era, I care, seguiva la filosofia dell’Umanesimo integrale di Maritain e di Mourier che ritenevano possibile un’apertura ai valori religiosi, ben distinti dallo Stato laico, ma affiancati con pari dignità nel pensiero filosofico del sacro.
La mia esperienza
Doppio ritratto dei duchi di Urbino- Paola della Francesca (è una mia opera pittorico/concettuale che gioca coi nomi e che propone una spiritualità antica attualizzandola a destra un probabile Gesù a sinistra un’improbabile Madonna del Fuoco)
L’uomo di oggi non ha scuse, lo Stato ha promulgato leggi valide e diffuso conoscenza, se nella democrazia la sovranità appartiene al popolo è pur vero che dobbiamo esercitare la nostra sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione e difendere ciò che si è ottenuto in un lungo cammino di civiltà. Perché allora la democrazia sta scivolando verso la demagogia? Manca il telos, lo scopo, il bello da solo non salva dal nichilismo, dal menefreghismo, il bello deve essere anche teleologico, termine che assomiglia a teologico, la logica di Dio, dello Spirito Santo, dello Spirito del Mondo, questa ‘fiammella’ o ‘eureka’, non riesco a spiegarla, ma è la solo cosa che posso offrire con la mia esperienza, Ho vissuto un evento traumatico, che pareva senza uscita, nel buio assoluto della malattia, in una situazione di annullamento dell’essere, come lo stare in un lager, con la disperazione di vivere dentro un film dell’assurdo le conquiste e le certezze moderne non mi sono servite, ‘qualcuno’ mi ha fermato, ho sentito un limite dentro di me, oltre al quale non mi era permesso andare anche a costo della vita, quel limite lo chiamo telos (lo scopo o anche Dio o anche amore universale) e aldilà di ogni logica vi credo. Una mia proiezione? Una mia costruzione? Una particolare predisposizione biologica o neuronale? Ciò non toglie che l’uomo preistorico è vissuto ben più a lungo dell’uomo storico e se si è ‘inventato’ le divinità un motivo lo avrà ben avuto. Ritengo che se ci ha trasmesso la conoscenza sia tecnica che simbolo-metafisica, possa esistere tutt’oggi accanto alla conoscenza razionale anche quella religiosa ognuna nei suoi campi di esistenza, almeno questo è ciò che ho appreso e penso anche che questa tendenza magico-religiosa possa stare dentro i limiti di un pensiero ordinato. Se uno nasce noce, resta un noce con l’istruzione e le regole della società in cui vive, per quanto mi riguarda penso di essere un somaro perché nonostante la caduta nell’abisso, appena mi sono ristabilita non ho fatto altro che ricominciare a far salire il masso sulla cima, nonostante rotoli sempre giù. Ho deciso di impiegare il tempo ‘sospeso’ della pandemia con lo studio scolastico, ho incontrato ragazzi che lavorano e studiano per avere il diploma o che hanno ripreso gli studi, li ammiro tanto perché pagano di tasca propria, con denaro e tempo, ‘l’errore’ di avere lasciato gli studi, ho incontrato professori capaci e generosi (qualcuno un po’ di più) soprattutto ho ‘conosciuto’ la matematica, una scoperta per me che ho sempre privilegiato le scienze umanistiche e artistiche, mi sono innamorata della matematica nonostante la fatica immensa per afferrarne la logica. (Fine)
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