LA SOFT REVOLUTION DEI SOCIAL

Autoreferenzialità al potere

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cms_27236/1.jpgNuove realtà e ambienti rinnovati. Il mondo social è in continuo fermento per ciò che riguarda sia i nuovi arrivi sul mercato delle piattaforme di condivisione, sia per ciò che concerne il rimodellare i social già esistenti, adattandoli alle tendenze del momento (TikTok su tutti, ma non solo). Nomi familiari ai più come Mark Zuckerberg e il multimiliardario Elon Musk, si sono mossi in anticipo rispetto ad altri concorrenti e hanno intrapreso strade comuni per rimodellare il mondo social. Zuckerberg ha inaugurato da pochi anni il cosiddetto metaverso, un concetto per la verità ancora troppo astruso e che al momento non ha portato i guadagni dell’azienda americana a segnali positivi e incoraggianti. Elon Musk invece spinge sull’idea di un social network personale e dopo aver visto sfumare l’acquisizione di Twitter, è ora pronto per inaugurare una sua creatura digitale di cui ancora non siamo in grado di capire come si differenzierà dalle altre. L’innovazione rimane comunque la tendenza del momento nel variopinto mondo social, con il rischio però di scimmiottare la concorrenza e facendo dunque assomigliare i vari tentativi di novità a un miserabile atto gattopardesco.

cms_27236/2_1661037959.jpgL’innovazione comunque sia c’è, come per esempio ha dimostrato BeReal, un social nato da poco e spopolato soprattutto in America, una piattaforma che ha conquistato milioni di utenti con la sua idea innovativa. Social network nato in Francia nel 2020, ha visto crescere la sua popolarità negli Stati Uniti, dove ha insidiato le posizioni consolidate di Instagram e TikTok grazie a numeri importanti di download registrati su App Store. La funzionalità principale è improntata sulla fotografia, una mossa diametralmente opposta a quella di TikTok ma simile a Instagram, social quest’ultimi che hanno incentrato il loro successo sulle immagini e sui video, in particolar modo quelli di breve durata. Anche se potrebbe sembrare un Instagram minore, BeReal prevede regole severe per la pubblicazione delle fotografie: gli scatti, infatti, devono essere pubblicati entro due minuti dopo avere ricevuto una notifica dell’app e, in ogni caso, per una sola volta al giorno. Parola d’ordine è condivisione, vero e proprio elemento trainante del successo di BeReal i cui contenuti vengono inviati a più amici possibili e viene così innescato un meccanismo in cui la spontaneità (da cui il nome del social) diviene un ulteriore elemento in grado di scalare le classifiche delle preferenze degli utenti americani. Stiamo assistendo dunque a un contro-movimento social in cui i vecchi padroni sono preoccupati di rifarsi il look, proponendo innovazioni scimmiottate però da altre parti, e i nuovi si basano sempre più sul mondo delle immagini, in movimento o fisse che siano. TikTok ha insegnato ai signori della Silicon Valley che non solo è vietato adagiarsi sugli allori, ma che ciò che va combattuta è la staticità e la ripetizione di certi contenuti proposti, caratteristiche che a lungo andare producono noia. Il neo capitalismo in salsa globalizzata invece combatte ogni minima sensazione di noia e punta all’ego e alla sua soddisfazione immediata.

cms_27236/3.jpgOgni società non fa altro che riprodurre la propria cultura nell’individuo dando forma alla sua persona, e oggi questa persona è specchio di una cultura narcisistica, non nel senso che si vuole generalmente associare al termine, ma nel senso che, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, Christopher Lasch definì patologico. Sensazione di vuoto interiore, ira repressa, paura di invecchiare, fascino della celebrità, ecc., tutte caratteristiche appunto patologiche che evidenziano una strenua difesa dalle proprie pulsioni e non amore di sé. Essere adeguati all’ambiente quotidiano e piacere agli altri non bastano a renderci persone più soddisfatte di noi stessi perché il narcisista guarda agli «altri per ottenere costantemente approvazione e ammirazione. […] la sua paura della dipendenza emotiva, unita alla tendenza alla manipolazione e allo sfruttamento con cui imposta i rapporti personali, rende tali rapporti fragili, superficiali e profondamente insoddisfacenti». Oggi come ieri ci ritroviamo pertanto “perennemente annoiati”, «instancabilmente alla ricerca di immediata intimità», un’intimità non necessariamente accanto a qualcuno, ma spesso confinata di fronte a schermi che certificano di essere «prigioniero della pseudoconsapevolezza di se stesso».

Andrea Alessandrino

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