LA STORIA DI EDWARD SNOWDEN, UN “ASSANGE” PIÙ FORTUNATO

Le recenti parole del ministro degli Esteri russo hanno riacceso i riflettori sulle vicissitudini dall’ex informatico che osò dire la verità sul governo Usa e Gb

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La notizia dell’imminente estradizione di Julian Assange, disposta dalle autorità britanniche, ha richiamato l’attenzione su altri personaggi, meno noti alle cronache, che stanno vivendo una situazione analoga.

cms_26472/0.jpgÈ il caso di Edward Joseph Snowden, “gola profonda” dell’Nsa, un ex esperto informatico della Cia che svelò al mondo, ormai nove anni or sono, retroscena segreti dei programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e di quello britannico. In pochi ricorderanno le sue vicissitudini, ma le parole del ministro degli Esteri russo Maria Zakharova hanno nuovamente acceso i riflettori su di lui: l’esponente di governo ha infatti confermato che l’informatico si trovi in Russia, paese in cui ha ottenuto protezione.

Come accennato poc’anzi, dopo aver prestato servizio nella Cia l’informatico divenne consulente della National Security Agency (Nsa), superagenzia per la sicurezza nazionale americana, complice la collaborazione con Glenn Greenwald, giornalista del Guardian autore di vari pezzi di denuncia (che, tra l’altro, gli valsero il premio Pulitzer). Tra il materiale diffuso, anche il segretissimo programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione europea nonché diversi programmi di sorveglianza di Internet.

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Dopo la pubblicazione degli articoli incriminati sul Guardian, Snowden si rifugiò prima alle Hawaii e poi a Hong Kong. Il 21 giugno del 2013 fu accusato dal dipartimento di Giustizia americano “di violazione dell’Espionage Act per furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata”, come riportato dall’Agi. Fu così che decise di rifugiarsi in Russia, ottenendo prima asilo politico e poi, nel 2020, permesso di residenza permanente. Mossa, questa, che inevitabilmente finì per inasprire le relazioni dell’asse Mosca-Washington, tanto da determinare la cancellazione di un incontro tra Obama e Putin nella capitale russa previsto per settembre 2013.

Massimo Montinari

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